Avvisato anche il capo della Protezione civile regionale Salvatore Cocina. Indagati amministratori eoliani e imprenditori
BARCELLONA – “Grattavano” la fornitura di acqua potabile a quasi tutte le isole Eolie. E’ questa l’ipotesi d’accusa, cristallizzata nei reati di frode in contratti e truffa aggravata ai danni dello Stato, che la Procura di Barcellona muove nei confronti della Maranavi Spa di Napoli, la società armatrice delle navi da cisterna che dal 2016 a quasi i giorni nostri ha rifornito sei delle 7 isole. In sostanza sulla carta risultava una fornitura maggiore rispetto a quella effettiva. Tutto con la complicità delle società d’appoggio, con gli amministratori e “certificatori” locali, anche loro indagati.

L’indagine parte da Palermo
Gli accertamenti sono partiti da una segnalazione della Guardia di Finanza di Palermo – gruppo tutela acque – ed ha convinto la sostituta Emanuela Scali (nella foto d’apertura) ed il procuratore capo Giuseppe Verzera ( a lato) a spiccare gli avvisi di garanzia per 44 persone. Tra loro, il responsabile della Protezione Civile regionale Salvatore Cocina, l’armatore napoletano Arturo Di Falco, l’allora titolare della Maravani Domenico Ievoli, oggi 80enne, gli ex sindaco e vice sindaco di Lipari Marco Giorgianni e Gaetano Orto.
Il danno per le Eolie
Nell’elenco figurano responsabili ed addetti di una serie di imprese collegate, in Sicilia ma non solo, e funzionari locali e regionali. 555 mila euro il danno per le articolazioni dello Stato che sovvenzionano la fornitura, effettuata tra il 2016 e il 2021. Tutti ora potranno confrontarsi con gli inquirenti, per chiarire il loro ruolo e arrivare ad un approfondimento della vicenda.

Nelle isole dell’arcipelago toscano funzionano i dissalatori, con ottimi risultati. Niente più trasporto d’acqua con le bettoline, acqua sempre disponibile anche in caso di burrasca, maggiore igiene