L’acquedotto della Santissima: una risorsa vitale per la città di Messina

L’acquedotto della Santissima: una risorsa vitale per la città di Messina

Daniele Ingemi

L’acquedotto della Santissima: una risorsa vitale per la città di Messina

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domenica 30 Marzo 2025 - 08:27

Nasce in una vasta area montana situata tra i Comuni di Fiumedinisi e Monforte San Giorgio, sui Peloritani

MESSINA .- L’acquedotto della Santissima rappresenta una delle infrastrutture idriche più importanti per la città di Messina. Un’opera che affonda le sue radici nella storia e che continua a svolgere un ruolo cruciale nell’approvvigionamento idrico della popolazione. Inaugurato ufficialmente il 6 agosto 1905, questo acquedotto è stato concepito per rispondere alle esigenze di una città che, all’alba del XX secolo, cercava soluzioni moderne per superare le difficoltà legate alla scarsità d’acqua. Oggi, insieme all’acquedotto del Fiumefreddo e a quello dell’Alcantara, la Santissima è una delle due principali fonti idriche che garantiscono la distribuzione dell’acqua a Messina e ai suoi 48 villaggi rivieraschi e collinari.

L’area di origine sui Peloritani

L’acquedotto della Santissima nasce in una vasta area montana situata tra i Comuni di Fiumedinisi e Monforte San Giorgio, nella parte nord-orientale della Sicilia, ai piedi dei Monti Peloritani. Questo territorio, caratterizzato da zone impervie e spesso difficilmente accessibili, soprattutto durante l’inverno, ospita oltre 50 sorgenti distribuite in 11 gruppi principali. Tra queste, spiccano le sorgenti che si estendono su un fronte che va da Fiumedinisi fino a Monforte, raccogliendo acque pure e abbondanti che sgorgano naturalmente dal sottosuolo. La posizione geografica elevata e la natura carsica del terreno favoriscono la formazione di queste fonti, rendendo l’area un serbatoio idrico naturale di grande valore.

peloritani

Le sorgenti della Santissima sono il frutto di un sistema idrogeologico complesso, studiato approfonditamente negli ultimi anni grazie alla collaborazione tra l’Azienda Meridionale Acque Messina (Amam) e l’Università di Messina. Questi studi hanno permesso di mappare i percorsi delle acque sotterranee, facilitando interventi di manutenzione e la regolarizzazione delle concessioni per la captazione idrica. La purezza dell’acqua che sgorga da queste sorgenti è stata certificata come potabile, rendendola una risorsa preziosa per il fabbisogno quotidiano della città.

L’utilità di questo acquedotto

La costruzione dell’acquedotto della Santissima fu motivata dalla necessità di garantire a Messina un approvvigionamento idrico stabile e moderno. Prima della sua realizzazione, la città dipendeva principalmente da pozzi e cisterne, sistemi spesso insufficienti a soddisfare una popolazione in crescita e vulnerabili alla siccità.

Santissima
La valle degli Eremiti dove nasce l’acquedotto della Santissima.

Oggi, la Santissima serve Messina come fonte idrica complementare all’acquedotto del Fiumefreddo, che preleva acqua dalle pendici dell’Etna. Con una portata che, dopo recenti interventi di ottimizzazione, è salita a circa 230 litri al secondo (rispetto ai 90 litri al secondo di qualche anno fa), l’acquedotto copre in modo particolare le esigenze della zona sud della città e dei villaggi limitrofi, come Galati, Bordonaro, Gescal e Santa Lucia. La sua importanza è ancora più evidente nei periodi di crisi idrica, quando il Fiumefreddo subisce interruzioni a causa di smottamenti o guasti, rendendo la Santissima un’ancora di salvezza per evitare disagi prolungati.

L’area naturalistica dove nasce l’acquedotto

Le sorgenti della Santissima si trovano in un contesto paesaggistico di grande bellezza, tra boschi e rilievi che custodiscono una biodiversità preziosa. L’infrastruttura stessa, composta da condotte e impianti di derivazione, rappresenta un esempio di ingegneria idraulica di inizio Novecento, successivamente ampliata e modernizzata per rispondere alle esigenze contemporanee.

La gestione dell’acquedotto è affidata ad Amam, che integra la portata della Santissima con quella proveniente da 47 pozzi e 21 impianti di sollevamento sparsi sul territorio comunale. Questo sistema articolato consente di distribuire l’acqua anche nelle zone più periferiche, sebbene la rete idrica messinese debba ancora affrontare sfide significative, come le perdite dovute a tubature ormai ultra obsolete e gli allacci abusivi, che riducono l’efficienza complessiva.

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