"L'arma del Coronavirus, il curatore fallimentare e l'Italia in svendita"

“L’arma del Coronavirus, il curatore fallimentare e l’Italia in svendita”

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“L’arma del Coronavirus, il curatore fallimentare e l’Italia in svendita”

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lunedì 09 Marzo 2020 - 10:42

#coronavirus- Chi vuol far fallire l'Italia? E in che modo le strategie economiche hanno portato a mettere in svendita il Paese? La riflessione di Fabio Puglisi

Di seguito la riflessione di Fabio Puglisi in merito agli aspetti politici ed economici che riguardano l’emergenza sanitaria.

In questi giorni mostruosamente difficili, proporre soluzioni, immaginare cosa dover fare senza commettere errori, appare un’operazione rischiosa, estremamente idiota e poco accorta. Nessuno è un vero economista, solo pochi lo sono davvero; nessuno è uno scienziato, virologo o epidemiologo; quindi, cosa ci resta da fare? Osservare, leggere tra le righe della storia che non stiamo leggendo sui libri come siamo abituati a fare ma che stiamo vivendo giorno per giorno. Ci sono molti osservatori, molto più esperti di me e sicuramente molto più acuti di me e leggere alcuni interventi che trovi in rete ti permettono di non sentirti così tanto solo con i tuoi pensieri. Ciò che mi accingo a scrivere, desidero precisare, non è solo frutto della mia penna!

La strategia di politica estera

Ho percepito, anche se in assenza di fatti e circostanza che potessero in qualche modo confermare le mie personali sensazioni, chiamatele “intuizioni” o come preferite voi, che il sistema politico italiano con l’avvento di “incompetenti” (o forse dovremmo dire iper-competenti visto che il sig. Conte lo ha tanto voluto il Sig. Di Maio, guarda caso il piccolo giovane che portava le bibite al San Paolo di Napoli) come il Movimento 5 Stelle, potesse lasciare spazio ed una perniciosa strategia politica estera che potesse influenzare in modo irreversibile la nostra stessa nazione. Oggi, ahimè, a mio parere totalmente appoggiata dallo stesso Presidente della Repubblica!

L’Italia colonia franco-tedesca?

Purtroppo questo è accaduto e credo che nulla potrà fermare questa inarrestabile deriva, che porterà l’Italia ad “evaporare” trasformandosi in una mera colonia franco-tedesca. Le borse mondali starebbero colando a picco. Il corona virus sembrerebbe riportare in auge il protezionismo delle nazioni autorevoli (l’Italia non è certo nel novero) ma tutto questo non aggiunge né toglie nulla al grave declino dell’Italia. Va notato che ogni problema (anche internazionale) viene adoperato come accusa del lupo finanziario europeo contro l’agnello italiano che, qualsiasi cosa accada, viene imputato quale unico e solo responsabile. Odio verso l’Italia? Certo che no, significherebbe banalizzare il problema.

Guerra commerciale contro l’Italia

Di fatto è in atto una guerra commerciale contro il Belpaese, reo d’aver siglato la “Via della seta” e, soprattutto, di non voler mollare le redini della leadership manifatturiera; di non voler cedere alla Francia il controllo finanziario su Eni, Enel e Finmeccanica. È ormai chiaro che oltre alle grandi aziende, i gruppi francesi e tedeschi vorrebbero che i tour operator d’Oltralpe mettessero le mani anche sul turismo e sull’indotto agroalimentare: ecco che il corona virus s’è dimostrato utile per certi 007 finanziari, al fine di ridurre dell’80% il turismo verso l’Italia.

L’Italia come la Grecia?

Un qualcosa di simile venne fatto in Grecia sei anni fa, quando le immobiliari tedesche (di proprietà delle banche) misero le mani su noli, porti aeroporti, isole e villaggi turistici: la Grecia perse tutto, ed oggi la Germania gestisce gli incassi del turismo greco, mentre la Cina ha messo le mani sul porto di Patrasso. E l’Unione europea ha funto da ineffabile spettatore. Oggi gli stessi pescecane franco tedeschi intendono allargare il loro reale affaristico al turismo italiano, portando a fallimento alberghi, ristoranti e villaggi, e per rilevare tutto a prezzo di fallimento. In questo progetto s’inseriscono anche gli appetiti artistici degli “amici” europei, che vorrebbero usare il vuoto nei musei italiani per rilevare, con la scusa dei debiti, il nostro bel patrimonio culturale, casomai ottenendo anche l’avallo dell’Unesco: sappiamo bene che in troppi pensano che le opere d’arte verrebbero meglio valorizzate nei musei olandesi, danesi, tedeschi e francesi. Del resto molte tele di maestri italiani sono già nei forzieri della Deutsche Bank: rischiano di fare la stessa fine di quella quota d’oro della Banca d’Italia bollata come “riserva indisponibile”?

Coronavirus arma letale

Ergo, il corona virus (forse per fortuito caso) assurge a nuova arma nelle mani di chi vorrebbe trascinare l’Italia presso una corte fallimentare europea: come avvenne già nel 1815, quando Regno di Napoli ed Austria entravano in posizione prefallimentare al Congresso di Vienna, all’epoca la colpa venne data tutta alle guerre napoleoniche. Un virus che in modo “balordo” esce da un laboratorio enormemente sicuro, trasportato da un pipistrello o da un serpente, che infetta il mercato del pesce e consente una diffusione che in poco tempo crea una condizione di terrore generalizzato in un Paese, che in particolare l’America ritiene pericoloso per la propria economia e leadership mondiale, militare ed economica.

E proprio da quel paese viene portato da noi il virus, trasformando l’Italia come il punto di snodo del progetto di “guerra batteriologica pandemica” che in poco tempo farà fallire il Belpaese. Ed ecco che tutto ruota attorno a chi si è proposto “l’avvocato degli italiani” o forse come il più importante “curatore fallimentare” di un Paese incredibilmente bello ma che, a conti fatti, forse merita tutto ciò che gli sta accadendo.

Conte curatore fallimentare

Io credo davvero che non sortirebbe alcuna meraviglia se, all’indomani della sua dipartita da Palazzo Chigi, sapessimo d’un certo professor Giuseppe Conte con incarico al Fondo Monetario Internazionale, o alla Banca mondiale, o presso qualsivoglia organismo e con nuova super residenza a Parigi o New York. E perché “Giuseppi” s’è definito “avvocato degli italiani” ma intendeva, come s’usa nel gergo “lawyer”, “curatore fallimentare”. Giuseppe Conte ha promesso che nell’Ue avrebbe negoziato per eventuali miglioramenti al trattato detto “fondo salva Stati”.

Ma il presidente del Consiglio ha più volte contraddetto sé stesso millantando davanti al Paese un inesistente potere negoziale in Europa: di fatto ha negoziato per sé stesso. Come quando ebbe l’avallo al Conte bis da Trump e Macron: durante un summit in Bretagna, al primo promise che non avrebbe toccato la logistica militare Usa in Italia ed al secondo che avrebbe garantito il piedino francese negli asset italiani energetici e finanziari.

Dal Mes al coronavirus

Ieri il Mes come oggi il corona virus, sono strumenti che favoriscono la svendita del Paese, il suo fallimento (come chiesto dai tedeschi già in epoca Monti), e la conseguente morte dell’economia italiana. Infatti non c’era alcuna logica emergenziale che imponesse a Roma l’accelerazione sulle negoziazioni al Mes, né alcuna aderenza del governo Conte bis alla “logica del pacchetto” approvata in soluzione unica nel giugno 2019. Ma il Mes ha permesso all’Ue di varare anche uno strumento di bilancio della zona euro come il Bicc e, conseguentemente, il sistema europeo di assicurazione dei depositi (Edis).

Allora l’avvocato Conte di chi fa gli interessi? Sorge il dubbio possa rimanere in sella fino al varo di misure straordinarie tese ad appoggiare la congiuntura economica (crisi più corona virus) sulle spalle dei patrimoni privati italiani (case e risparmi). Infatti Conte ha nicchiato sulle ben note prese di posizione delle banche: come nel caso Unicredit, dove con la scusa di snellire i costi e smuovere i depositi poco mobili, hanno caricato le sofferenze sulle spalle dei correntisti, e con l’avallo della tedesca Commerzbank e della francese Société Générale.

L’Unicredit ha fatto una manovra per fare cassa (a tutto vantaggio di tedeschi e francesi) attraverso il taglio del personale italiano e la pulizia delle sofferenze a spese dei correntisti del Belpaese. Ma Jean Pierre Mustier, messo alla guida di UniCredit dai famigerati poteri bancari europei, è nel novero degli amici di Macron, ed il Viceré Conte non vuole inimicarselo. Eurogruppo o setta segreta? I documenti dell’Eurogruppo sono talmente riservati che non vengono resi noti nemmeno alla Commissione Ue. Nell’Eurogruppo l’Italia è priva di qualsivoglia potere negoziale fondamentale sul progetto “unione bancaria”. Il progetto di far fallire l’Italia presso una corte Ue è noto perché venne illustrato sui giornali tedeschi (in epoca governo Monti) dall’allora ministro delle finanze Wolfgang Schauble (ministro di ferro della Merkel e banchiere).

La minaccia per le banche

Questo lo sostiene anche la rivista Formiche (fondata da Paolo Messa) che scrive così del Mes: “la vera minaccia per le nostre banche ed imprese è connessa all’impostazione che la Germania vorrebbe dare al progetto di Unione bancaria europea. Più in particolare, il problema nasce dal fatto che l’approvazione dell’Unione bancaria si è impantanato davanti allo scoglio costituito dal Terzo Pilastro relativo all’assicurazione unica a livello europeo sui depositi bancari. E questo a causa dell’intransigenza della Germania”.

Il Mes è di fatto sfavorevole all’Italia. Si aggiunge il fatto che una riforma del fondo salva-Stati non prevede che carestie e pestilenza possano essere addotte come scusanti per forare su eventuali deficit (pubblici o privati che siano). Lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si era apertamente dichiarato contrario (lo aveva detto durante un intervento pubblico a Brescia) a meccanismi di calcolo dei titoli di debito pubblico disumani e made in Germany. Evidentemente Gualtieri vorrebbe non sapere chi è Conte, soprattutto allontanare l’idea che il presidente del Consiglio possa essere un conte a servizio della corte franco-tedesca (la vecchia Aquisgrana) ed obbedire ai dettami del siniscalco, razziare le lontane provincie a beneficio della ridente cittadina tedesca ai confini di Belgio, Francia e Paesi Bassi. Se questo non è un colpo di stato come intendete definirlo?

Da Renzi a Conte

Non vi è dubbio che questa operazione l’ha iniziata Renzi che aveva ricevuto il mandato di portare l’Italia dove oggi si trova. Renzi, il figlio illegittimo di JP Morgan Chase & Co. e del sistema finanziario e della banche europee franco tedesche, ha tentato maldestramente di consegnare l’Italia ai nostri “cugini” ma qualcosa è andata male; ha ecceduto determinando una sorta di reazione degli italiani che lo hanno fatto scendere dal trono creato dai poteri europei. L’Italia ha cercato di reagire rifugiandosi nella politica populista che appariva la panacea di tutti i mali italiani. Un bravo comico ha creato i presupposti per dare uno scossone politico senza precedenti senza capire che chi aveva “inventato” di soppiatto andava a pranzo proprio con chi poco prima pranzava “Renzi”.

Ecco che il sig. Conte, perfetto sconosciuto, che non possiede neppure grandi doti professionali, considerato persona mediocre nel mondo accademico, prende in mano l’itero paese Italia e con una operazione perniciosa, aiutato per caso o per specifica volontà dal “virus”, porta l’Italia alla totale svendita. Ed il nostro bravo siciliano Presidente della Repubblica cosa fa? Bene, il PD ce l’ha fatta, adesso siamo tutti davvero contenti!

Fabio Puglisi

Un commento

  1. Grazie per il bell articolo ricco di spunti

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