L'atleta. Alice Farina: "Al Sud si respira sempre aria di famiglia"

L’atleta. Alice Farina: “Al Sud si respira sempre aria di famiglia”

Domenico Abbriano

L’atleta. Alice Farina: “Al Sud si respira sempre aria di famiglia”

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mercoledì 28 Febbraio 2024 - 18:38

Parla la centrale di origini milazzesi che ha recentemente affrontato l'Akademia Città Di Messina con la maglia della Lpm Mondovì

MESSINA – Nel mondo della pallavolo ci è arrivata da grande, quando le sue coetanee conquistavano scudetti e trofei in giro per la penisola e il continente. Ci ha sempre creduto e la sua passione ha trovato la meritata consacrazione grazie a caparbietà, sacrificio e doti innate.

Alice Farina, classe ’00, 188 cm, divide l’arco del proprio tempo settimanale tra gli studi di osteopatia e gli allenamenti con il proprio club. E infatti, oltre al futuro, c’è un presente sportivo per Alice che continua a riservare sorprese e scoperte entusiasmanti. Fare la pallavolista in serie A, nel ruolo di centrale, con successo e con una società ambiziosa come l’Lpm Pallavolo Mondovì, meta raggiunta.

Ci piace pensare che un pò di questo talento, Alice, lo abbia ereditato dal papà Santi, siciliano e originario di Milazzo. Dalla città mamertina, Santi è partito molto presto per inseguire il suo sogno di giocare a basket ad alti livelli nell’Ignis Varese

Prima tanto nuoto, a sedici anni il passaggio al volley

“Mio papà è del ’52 ed è stato uno dei primi ad essere reclutato in un contesto giovanile di alto livello. Un pò come Volley ‘Ro, oggi, nella pallavolo femminile; allora, non era una pratica ancora molto diffusa. Lì ha completato i primi studi per poi iscriversi alla “Cattolica” di Milano, anche se ha fatto un percorso prettamente da allenatore”. E proprio da tecnico, l’incontro con la futura mamma di Alice, Manuela, una sua atleta con cui è sbocciata una bella storia d’amore. “Mamma, di origine veneta, è cresciuta a Tortona, in provincia di Alessandria, dove viviamo tutt’ora”.

Ma invece di seguire le orme di mamma e papà, Alice pensa ad un’altra disciplina sportiva, il nuoto. “Anche perché, quando ho iniziato ad Alessandria non c’era più la possibilità di praticare il basket femminile. Così, ho scelto la piscina e l’ho frequentata fino ai sedici anni, quando poi sono passata al volley”. E che in poco tempo sia arrivata ad alti livelli, pur avendo cominciato tardi, nella pallavolo è fatto forse più unico che raro. Tante difficoltà nell’imparare ed affinare le tecniche proprie di questa disciplina. “In realtà, alle spalle ho più anni di nuoto che di pallavolo. E’ anomalo in effetti; ho iniziato per scherzo e non pensavo di poter realizzare qualcosa di importante. Non pensavo neppure lontanamente potesse arrivare ad essere un lavoro come lo è adesso”.

Alice Farina
Una piccola Alice a Capo Milazzo con papà Santi

Milazzo, luogo speciale che andrebbe valorizzato di più

Mentre Alice cresce, fa le sue scelte. Trascorre tanto tempo estivo in Sicilia, proprio a Milazzo dove per il papà è l’occasione per tornare a trovare familiari e amici. “Ci sono stata sempre particolarmente legata a questa terra perché ho dei bei ricordi. Non ho mai avuto grossi legami tra le amicizie, anche perché i coetanei di papà hanno tutti figli molto più grandi di me. Però, ai luoghi ci sono tanto affezionata. E’ tanto che non ci torno, più o meno dal 2015, poco prima che venissero a mancare i miei nonni. Sono stata lo scorso anno a Messina per giocarci con la maglia di Vicenza ma non c’è stato il tempo di poter rivedere Milazzo”.

E che il nuoto nella sua infanzia avesse un ruolo importante, lo confermano anche le esperienze condivise nel promontorio mamertino. “Nuotavo con Pippo Nicosia; tutti i giorni andavo a fare allenamento con lui in mare, fino alla punta del Tono, oppure al Lido Azzurro. Oppure si andava in piscina da Salvo Del Bono“. Un aspetto che Alice ricorda bene, la bontà del cibo e l’affetto dei suoi nonni. “Super viziata quando andavo giù; ero la loro unica nipote e poi quante ore trascorse a giocare nel balcone di casa”. E poi le bellezze naturalistiche, nonostante le forti contraddizioni del territorio con gli impianti industriali presenti. “Posti speciali che potrebbero essere molto più valorizzati. Di fronte alle Eolie, come fosse una penisola nell’isola, con due spiagge completamente diverse tra cui poter scegliere. Una chicca, Milazzo è proprio bella”.

Alice Farina
Alice sul lungomare Garibaldi di Milazzo

Tanti sacrifici ma Alice è in serie A

Ad un certo punto l’approccio al volley: “Ho iniziato all’Alessandria Volley e ci sono rimasta fino a quando ho finito il Liceo. Poi, dovendo andare a vivere fuori per frequentare l’Accademia di Osteopatia a Torino, ho cercato una squadra con cui poter giocare li in città. Ho trovato la Parella Torino, formazione di B1. Ad Alessandria giocavo in C e non sapevo se avrei potuto reggere la categoria; però, mi hanno preso ugualmente. Ci sono stata benissimo per tre anni e, negli ultimi due, sono addirittura diventata il capitano”.

“Sono cresciuta molto – prosegue Alice – e poi, la scorsa stagione, ho provato a mettermi in gioco in A2 con la maglia del Vicenza. Non è stato facilissimo viaggiare da Vicenza a Torino per gli studi. Quella veneta era l’unica società che mi avrebbe dato fiducia in serie A come titolare ed ho accettato. Nonostante la retrocessione, a livello personale è andata bene”.

Alice Farina
Alice con la maglia nr. 10 nella gara vinta contro Messina

Ed è arrivata la chiamata di Mondovì, una società con obiettivi diversi dalla salvezza. “Sono tornata in Piemonte come terza centrale, sapendo che il club ha sempre allestito delle squadre competitive. Del resto, stavo completando gli studi, la distanza tra Mondovì e Torino era sicuramente più favorevole rispetto alla precedente. Così ho accettato, anche se avrei preferito andare in una società dove poter giocare”.

E, invece, l’infortunio della Pizzolato l’ha proiettata tra le titolari. “Ovviamente mi dispiace per Valeria; ci sono passata anche io e so cosa voglia dire. Ho colto l’occasione e adesso gioco anche qui”. Affrontare Messina credo abbia fatto scaturire sane emozioni: “Si, assolutamente; tra l’altro, lo scorso anno non mi aspettavo un Palazzetto così bello, devo essere sincera. Invece, la Cittadella Universitaria si è rivelata un centro all’avanguardia. Ci sono sempre tanti pregiudizi nei confronti del Sud. Mio papà racconta che quando cercava casa, trovava spesso cartelli con su scritto “non si affitta ai terroni”. Se lo ricorda e lo racconta ancora mio papà. Eppure, l’aria che si respira al Sud è totalmente diversa; la gente è accogliente, è difficile non sentirsi a casa”.

E se dovesse arrivare una chiamata da Messina: “Beh, quest’anno terminerò gli studi e potrò fare scelte più libere. Perché no, Akademia è una società molto seria e ambiziosa; poi, giù sarei in famiglia (sorride con gli occhi Alice, ndr)”.

Alice Farina

Mondovì, tante individualità ma poca costanza

Le ultime battute sono spese sul campionato attuale: “Per noi centrare la Pool era l’obiettivo minimo. Avremmo voluto raggiungere i playoff, ormai molto lontani. Abbiamo perso tanti punti durante la Regular Season, giocando tante volte molto meglio. Il potenziale che ciascuna di noi ha singolarmente, purtroppo non siamo riuscite ad esprimerlo poi nel gruppo. Non siamo continue; ci sono momenti di buio. La stessa partita contro Talmassons avremmo potuto chiuderla molto prima”.

E la partita di domenica contro Messina è un pò specchio di quest’ultima riflessione. “Se giocassimo tutte le gare come il primo set, sarebbe difficile batterci. Purtroppo, la maggior parte del tempo siamo come nel secondo e terzo. Questo è un problema grosso perché il livello della A2 non perdona nulla. Poi, nel quarto e quinto set, complice anche un calo di Messina e qualche errore di troppo dettato dalla stanchezza nel quinto, siamo riuscite a vincerla. Sempre, però, con una grande fatica come con Talmassons. Non pensavo di riuscire più a farcela dopo il terzo set. Messina è una squadra che sa spingere, ha un gioco pulito che a me piace. Alla fine, ha sbagliato più di noi”.

Alice Farina

Adesso, il girone di ritorno che promette di apprezzare qualche squadra un pò in ritardo ma anche qyalche sorpresa. “Secondo me, una squadra come San Giovanni in Marignano può dire la sua per il secondo posto a disposizione per la A1. Non credo che Perugia avrà altri cali, ma per l’altra casella da occupare vedo bene sia San Giovanni che Macerata. Credo che ci saranno colpi di scena”.

(Le foto sportive di Alice Farina sono state realizzate da Guido Peirone)

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