Aliscafi Messina-Reggio. Liberty Lines annuncia il licenziamento di 72 persone

Aliscafi Messina-Reggio. Liberty Lines annuncia il licenziamento di 72 persone

Aliscafi Messina-Reggio. Liberty Lines annuncia il licenziamento di 72 persone

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venerdì 28 Settembre 2018 - 11:28

Ad annunciarlo i parlamentari di Forza Italia Maurizio Gasparri e Matilde Siracusano che, nei giorni scorsi, avevano interpellato il ministro Toninelli. Poi interviene anche Ugl

“Ancora una volta, gli effetti dell’improvvisazione di questo Governo non tardano a manifestarsi. La società Liberty Lines che, dal primo ottobre, non si occuperà oltre del trasporto veloce nello Stretto, per via del mancato rinnovo della concessione del servizio da parte del MIT, ha annunciato il licenziamento di 72 unità di personale, eccedenti a fronte della riduzione dell’attività”. Ad annunciarlo i parlamentari di Forza Italia Maurizio Gasparri e Matilde Siracusano che, nei giorni scorsi, avevano interpellato il ministro Toninelli per conoscere quali misure intendesse adottare per scongiurare l’interruzione di un servizio essenziale da e per la Sicilia e rispetto al quale "nessuna risposta che andasse oltre i palliativi momentanei è giunta".

“Questi colpi di mano per andare al braccio di ferro con i privati fanno emergere pochissima competenza e serietà istituzionale. Il mostrare i muscoli a tutti i costi, persino la pelle dei lavoratori, non può essere una soluzione ad un problema. Semmai è il modo migliore di crearne di nuovi”, concludono.

Forte preoccupazione anche da parte del segretario provinciale dell’Ugl Messina, Antonino Sciotto, e del segretario regionale Ugl, Giuseppe Messina. "Secondo la società trapanese, la situazione di eccedenza del personale sarebbe stata determinata proprio dal Ministero dei Trasporti, che in vista della cessazione del contratto di appalto, in scadenza il 30 settembre, non avrebbe ancora manifestato l’intenzione di procedere ad una proroga o alla stipula di un nuovo contratto, nonostante i ripetuti solleciti della società". «In riva allo Stretto – dice Sciotto – si rischia una macelleria sociale. Il programma di licenziamento collettivo prospettato da “Liberty Lines” colpirebbe come una mannaia 72 famiglie, anche perché la società non è soggetta alla normativa sulla cassa integrazione e sulla mobilità. Per questo non sarebbero programmabili eventuali misure atte a fronteggiare le conseguenze sul piano sociale. Sulla base di tali considerazioni, chiediamo al Governo centrale, al Ministero competente e a tutte le istituzioni coinvolte l’assunzione di un impegno forte a tutela dei lavoratori».

Immediata la presa di posizione anche dei segretari provinciali delle Federazioni Ugl “Mare” e “Autonomie Locali”, Giacomo Nicocia e Giovanni Panebianco, i quali hanno richiesto ai vertici societari un incontro urgente «per ottenere – affermano i due sindacalisti – informazioni dettagliate sulle cause che hanno determinato tale situazione e per esaminare i motivi alla base dell’eccedenza di personale dichiarata». Nicocia e Panebianco chiedono, contestualmente, di valutare la possibilità di una diversa utilizzazione di tutti o di alcuni lavoratori all’interno dell’azienda, anche attraverso forme flessibili di gestione dell’organizzazione del lavoro. «Non crolli il ponte della mobilità dello Stretto» è l’appello lanciato dai due segretari di federazione, che aggiungono: «Chiediamo un puntuale intervento da parte della Direzione Generale per il Trasporto marittimo e per Vie d’acqua interne del Ministero dei Trasporti, nonché delle istituzioni territoriali, al fine di garantire mobilità per i passeggeri dello stretto, occupazione per il personale che svolge servizio di navigazione e adeguate sovvenzioni per chi intenda fare impresa nell’ambito dei collegamenti nell'area dello Stretto, in un territorio che negli anni ha subito i danni di una classe politica assente».

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