Le Barette, una tradizione antica. DIRETTA VIDEO

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Vittorio Tumeo

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venerdì 19 Aprile 2019 - 09:16

Si fa risalire tra il XV e il XVI secolo. Curiosa l'etimologia, da "piccola bara" o dal verbo spagnolo "varar", cioè"portare in processione"

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Si rinnova oggi il secolare appuntamento con la processione del Venerdì Santo, una delle più antiche e scenografiche espressioni della religiosità popolare della Sicilia legate alle tradizionali celebrazioni pasquali. Al crepuscolo e fino a tarda sera le principali vie del centro storico si trasformeranno in una sorta di circuito sacro lungo il quale la folla immensa dei fedeli ricorderà la Passione di Nostro Signore, mentre le diverse componenti sociali in corteo si autorappresenteranno sul palcoscenico cittadino. Le Barette, che ripropongono le varie scene della Passione, nell’ordine dall’’Ultima Cena fino alla Deposizione di Cristo, seguite dalle autorità religiose e civili, dalle confraternite e da gruppi di devoti, percorreranno un tragitto ben preciso che prende avvio da Nuovo Oratorio della Pace fino al Duomo. La processione è ritmata da preghiere, canti e suoni che contribuiscono a creare un’atmosfera unica, di grande suggestione e di profonda devozione. Storicamente il rituale della processione del Venerdì Santo a Messina si fa risalire tra il XV secolo e il XVI secolo. L’etimo “barette” utilizzato per indicare i vari gruppi statuari che rappresentano le varie scene della Passione sembra derivi dall’utilizzo durante la dominazione spagnola di un simulacro simile a bara per processionare il Cristo morto.

Secondo un’altra interpretazione circa le origini del nome, il termine “barette” potrebbe essere una trasformazione linguistica della parola “varette” che a sua volta deriverebbe dal verbo spagnolo varar, che significa appunto “portare in processione”. Comunque sia, nei secoli che seguirono, la processione acquisì sempre più importanza e il corteo si arricchì via via di nuovi gruppi statuari rievocativi dei vari momenti che scandiscono la Passione di Cristo. Alcuni di queste statue sono degli autentici capolavori artistici. Quest’anno ricorre per esempio, il centenario della realizzazione del gruppo “L’ultima cena” sicuramente tra i più significativi anche artisticamente che, unico tra le Barette, è esposto in Cattedrale. Altri gruppi statuari di apprezzabile fattura sono certamente il Cristo flagellato, l’Ecce Homo, ma anche l’Addolorata e il Cristo in croce.

Ciascuna Baretta è condotta a spalla dai cosiddetti portatori, uomini che appartengono a maestranze, famiglie o confraternite in qualche modo legate per devozione alla Baretta che abilmente conducono in processione. I battitori con colpi secchi di martello ne coordinano l’ordinato incedere. Un ruolo importante nella processione è sicuramente rivestito proprio dalle confraternite ben distinguibili con i loro sai penitenziali. Per questi sodalizi, le celebrazioni del Venerdì Santo rappresentano il momento più significativo dell’anno. Confrati e consorelle sfilano mesti pregando per il Cristo morto: un rituale che si ripete da secoli. “Le varie confraternite cittadine sfilano con i loro abiti tradizionali, ma in segno di lutto, senza stendardo che invece viene portato in processione per la Madonna della Lettera o per il Corpus Domini. Dopo la croce metropolita dell’Arcivescono sfilano i seminaristi, i sacerdoti, il Capitolo della Cattedrale, l’Arcivescovo ed un baldacchino violaceo sostenuto dall’Arciconfraternita di San Basilio degli Azzurri e della Pace dei Bianchi con sotto un canonico del Capitolo con il mano la Reliquia della Santa Croce e non il Santissimo Sacramento” spiega Marco Grassi, Vice Presidente del Centro Interconfraternale Diocesano. A volte, nei secoli passati, la processione del Venerdì Santo ha subito interruzioni a causa ora dei terremoti, ora delle guerra ma il popolo messinese, indomito, è sempre riuscito a conservare e riproporre nel palinsesto delle delle sue tradizioni questa antica solennità. A conclusione della lunga processione, in piazza Duomo, l’arcivescovo come da tradizione impartirà la benedizione, mentre le Barette rientreranno nella chiesa del Nuovo Oratorio della Pace.

Vittorio Tumeo

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