Le primarie. L'emergente Schlein testa a testa con Bonaccini ma la vera sfida sarà rifare il Pd

Le primarie. L’emergente Schlein testa a testa con Bonaccini ma la vera sfida sarà rifare il Pd

Marco Olivieri

Le primarie. L’emergente Schlein testa a testa con Bonaccini ma la vera sfida sarà rifare il Pd

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sabato 18 Febbraio 2023 - 08:08

Primarie aperte del Partito democratico: anno zero in vista di una rinascita o ennesima occasione perduta?

Primarie del Partito democratico: anno zero in vista di una rinascita o ennesima occasione perduta? Non dipenderà solo da chi vince, come segretario, ma da un insieme di forze, classi dirigenti e militanti, capaci di spingere verso un cambiamento credibile o verso l’abisso. In vista delle primarie aperte ai non iscritti, nei gazebo, il 26 febbraio, tutto è ancora possibile. E non deve ingannare l’attuale distanza tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein: il primo al 52,54%, con 23.867 voti, la seconda al 34,99% con 15.898 voti, in attesa che si esprimano i circoli del Lazio e della Lombardia il 19 febbraio. Se il presidente della Regione Emilia-Romagna può contare sull’attuale vantaggio, e sulla sua fama di amministratore pragmatico, la parlamentare può essere favorita dal voto dei non iscritti. Non iscritti orientati a sinistra ma in attesa del partito che non c’è.

Classe 1985, già europarlamentare e ora eletta alla Camera dei deputati, Schlein ha un profilo di sinistra più netto. Un profilo, aperto alla sensibilità ambientalista e dei diritti civili, che la rende più appetibile a chi chiede al Pd di cambiare davvero. Magari non avrà la preparazione culturale e politica di Gianni Cuperlo, terzo alle primarie con il 7,83%, mentre l’ex ministra Paola De Micheli è arrivata quarta con il 4,64%. Tuttavia, l’ex vicepresidente della giunta regionale emiliana potrebbe rappresentare una ventata d’aria fresca in una classe dirigente ingessata, afona, pigra e spesso incapace d’incarnare i valori progressisti, a Messina come a Roma. Tuttavia, l’uomo o la donna al comando non basta per invertire la rotta. Come dimostra il disastro post ideologico degli ultimi trent’anni, servono idee, capacità d’ascolto, umiltà, progettualità e senso della visione per interpretare il presente e immaginare un futuro, mettendo al centro il tema del lavoro. Questa è la sfida che attende Bonaccini o Schlein: rifare un partito o farlo nascere davvero.

Se la parola d’ordine è ricostruzione, ancora di più in un territorio messinese con pochissimi iscritti e nessun entusiasmo popolare, la propensione per Schlein, in alcune zone siciliane, potrebbe essere il segnale di un’apertura verso la realtà, lontano dalle stanze di circoli spesso deserti. Non a caso la deputata risulta prima nelle province di Catania e Caltanissetta e vince nettamente a Messina città, Catania, Agrigento, Marsala, Termini e Mazara. E mette in risalto Armando Hyerace, coordinatore dei comitati per Schlein: “Anche a Messina e provincia, il voto dei circoli premia Elly Schlein che sfiora il 65 per cento delle preferenze nella città capoluogo. Su trentadue circoli, Elly Schlein è risultata la più votata ad Antillo, Giardini Naxos, in tutti i circoli della città di Messina, e a Sant’Angelo di Brolo: dati che dimostrano il crescente entusiasmo per la mozione Parte da noi e la voglia di costruire un nuovo Partito democratico davvero progressista, riformista, femminista e di sinistra. Ciò è un impulso ancora più forte per affrontare le primarie aperte del prossimo 26 febbraio il cui esito, anche alla luce di quanto avvenuto in tutta Italia, non è per nulla scontato”.

Al contrario, Il segretario provinciale del Pd Nino Bartolotta sostiene il presidente della Regione Emilia-Romagna “per la sua lunga esperienza da amministratore d’ente locale e regionale. Ma anche per la concretezza dei programmi e del nuovo corso che intende dare al Pd. Ritengo, altresì, che dopo una stagione in cui il Partito democratico non è riuscito a costruire una valida alleanza di centro-sinistra, Stefano possa essere il segretario ideale per un Pd inclusivo”.

In ogni caso, costruire un partito, un’ideologia (non è una parolaccia) di riferimento, un profilo laburista e moderno, concreto e non governista a tutti costi, altra cosa è la cultura di governo, è una sfida da fare tremare i polsi. Ma o la politica, e questo non riguarda solo il Partito democratico, torna ad affrontare le emergenze quotidiane con più forza, e senso della visione, o prevarranno sempre di più l’astensionismo e il rifiuto. A questo servirebbero, ancora, i partiti.

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Un commento

  1. Voterò per la Elly Schlein per far rinascere il PD. Complimenti all’autore dell’articolo ben scritto.

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