L'enorme nuvola di polvere espulsa dal Sahara ha invaso il Mediterraneo

L’enorme nuvola di polvere espulsa dal Sahara ha invaso il Mediterraneo

Daniele Ingemi

L’enorme nuvola di polvere espulsa dal Sahara ha invaso il Mediterraneo

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martedì 23 Aprile 2019 - 11:55

Messina come Khartoum, cieli giallastri e atmosfere sahariane, ecco gli effetti della nuvola di pulviscolo desertico che ha invaso il Mediterraneo

Attesa da giorni l’enorme nuvola di polvere e pulviscolo desertico espulsa dai deserti sabbiosi dell’Algeria meridionale e della Libia occidentale ha invaso l’intero bacino centrale del Mediterraneo, offuscando la coltre celeste e provocando riduzioni di visibilità. Una parte di questa polvere nella serata di ieri è riuscita a depositarsi al suolo con la pioggia (appena poche gocce), sporcando ogni oggetto presente all’aperto.

Quella che in queste ore sta interessando un po’ tutta l’Italia, e in modo particolare le regioni meridionali e la Sicilia, è una intrusione di polvere desertica davvero molto intensa, caratterizzata da altissime concentrazioni di pulviscolo per metro quadrato. Alcune di queste particelle raggiungono dimensioni di 500 micron, ossia mezzo millimetro. Si tratta di particelle di polvere microscopiche, ma ben addensate fra loro e per questo capaci di arrossare i cieli e le nuvole, specie nelle ore che precedono l’alba o il tramonto, quando i contrasti cromatici diventano molto intensi.

Tale fenomeno è più comune di quanto si pensi, in genere si manifesta con maggiore frequenza nei mesi primaverili e all’inizio dell’estate, anche se molto spesso può anche verificarsi in autunno o nel cuore della stagione invernale, quando l’Italia è attraversata da impetuosi venti di ostro e scirocco che risalgono direttamente dall’entroterra desertico algerino e libico. Sulle regioni dell’Italia meridionale e centrale, come per le isole maggiori, le nuvole di polvere provenienti dal Sahara si associano quando sull’entroterra nord-africano, fra l’area del Maghreb e la Tunisia e la Libia, si vengono a strutturare delle circolazioni depressionarie autonome.

Tali circolazioni depressionarie solitamente, prima di interessare le nostre regioni meridionali, portano severe ondate di maltempo tra Marocco e Algeria, con piogge e spesso anche intense manifestazioni temporalesche, specie nella stagione autunnale. Una volta formata sviluppate queste aree di bassa pressione attivano venti molto forti che battono la superficie desertica, sollevando per aria ingenti quantità di polvere e persino sabbia molto fine e pulviscolo desertico fatto turbinare dalle intense raffiche di vento. Le particelle di polvere e pulviscolo più leggere vengono sollevate a quote particolarmente elevate, sopra i 3000-4000 metri. A tali quote queste nubi di pulviscolo vengono a loro volta agganciate dai sostenuti venti meridionali dominanti lungo il lato anteriore (quello orientale) della circolazione depressionaria nord-africana, i quali tenderanno a spingerle verso l’area mediterranea e l’Italia.

In questa fase si sviluppano intense correnti ascensionali capaci di aspirare ingenti quantità di polvere e pulviscolo dall’entroterra desertico algerino, alcune volta persino dal deserto libico e cirenaico. Le “nuvole di polvere”, muovendosi verso nord in direzione del Mediterraneo, invadono i nostri cieli dando alla coltre celeste quell’aspetto fosco e rossastro. Se accompagnate alle precipitazioni il loro effetto è ancora più visibile visto che aggregandosi agli altri nuclei di condensazione, già presenti all’interno delle nubi, raggiungono il suolo sotto forma di gocce di pioggia sporche, che ricoprono di fanghiglia ogni oggetto ubicato all’aperto. Nei mesi estivi, invece, le nuvole di polvere che interessano il Mediterraneo vengono sollevate dai sostenuti venti orientali che spazzano tutta l’area del Sahara, sul settore a nord della linea dell’ITCZ (“fronte di convergenza intertropicale”) attestata sull’Africa sub-sahariana.

In genere queste particelle di polvere, molto leggere e sottili, una volta agganciate dalle correnti ascensionali che si originano nell’area poco a nord dell’ITCZ (dove l’attività convettiva è molto forte), tendono a salire di quota aggirando dal bordo meridionale e occidentale il possente anticiclone sub-tropicale libico-algerino, che in quel periodo dispone i propri massimi barici al suolo ed in quota sull’entroterra desertico algerino, a sud della catena montuosa dell‘Atlante. Quando il promontorio anticiclonico nord-africano si protende sul mar Mediterraneo queste nuvole di pulviscolo risalgono dal suo bordo occidentale per raggiungere la Spagna, il “mare Nostrum” o l’Italia, dove il loro passaggio in quota contribuisce a velare i cieli o a dargli quell’aspetto lattiginoso da tutti osservato durante le ondate di calore che caratterizzano giugno, luglio e agosto.

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