Lettera di una siciliana che ha dovuto lasciare la sua terra

Lettera di una siciliana che ha dovuto lasciare la sua terra

Chiara Cenini

Lettera di una siciliana che ha dovuto lasciare la sua terra

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sabato 30 Ottobre 2021 - 15:43

La fuga dalla Sicilia per cercare lavoro assume dimensioni sempre più drammatiche. La nostalgia di chi è costretto a partire.

Quella che segue è una delle tante testimonianze che possiamo ascoltare, da sempre, dai tanti siciliani che da anni partono dalla propria terra per trovare fortuna altrove.

Cara Sicilia, non avrei mai creduto che un giorno mi saresti mancata così tanto ma, purtroppo, quando una cosa ce l’ hai a disposizione, spesso non dai peso a quanto sia preziosa.

Bella e povera Sicilia, come tanti poeti e scrittori l’ hanno sempre descritta, profumata di zagara e agrumi, abbracciata dal mare e accarezzata costantemente dal sole.

Ma per quanto sei bella Sicilia, altrettanto sei avara con tanti dei tuoi figli che ogni anno devono partire per ottenere la più importante delle cose che la vita possa regalare: ” UN LAVORO” .

Dal 2017 circa 10mila giovani si sono trasferiti al nord per trovare quell’indipendenza di cui ormai non potevano più fare a meno. Per non parlare poi di quanti trovano lavoro all’ estero . Le vittime primarie di questa “migrazione della speranza” sono proprio i giovani, ragazzi con valigie piene di sogni, che trovano il coraggio di pretendere una vita migliore.

La forza della paura diventa il movente per la fuga, quella paura di non poter vivere una vita all’altezza delle aspettative, di dover rinunciare a ciò che magari gli altri possiedono, di dover viver all’infinito a carico di genitori anziani o semplicemente di non riuscire a realizzare il desiderio di metter su famiglia e vivere una vita dignitosa.

Tanti dichiarano di avercela fatta, di essere felici e realizzati lontano dalla propria terra, molti hanno trovato un lavoro stabile, hanno potuto comprare una casa, hanno avuto tanti bambini, più semplicemente “VIVONO”. Tutti quanti, però, sono accomunati dalla stessa nostalgia e porteranno per sempre nel cuore quel pezzo di isola di forma triangolare abbracciata dal mare, sul quale si appoggiano spettacolari tramonti, un’isoletta, un piccolo puntino nel mondo, che, tutti da essa incantati, chiamano SICILIA.

CHIARA CENINI.

7 commenti

  1. tu non sai quanto hai fatto bene a lasciare questa terra, qui saresti morta molto tempo prima del dovuto

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  2. Felicissimo di aver lasciato la Sicilia con la famiglia nel 2013 a quasi 40 anni per mancanza di prospettive lvorative stabili. Ora ho una carriera di successo, fuori dall’Italia, con tanti riconoscimenti, lavoro top di gamma, attività di leadership in uno dei posti più famosi del mondo. Attività clinica primariale, di insegnamento universitario, leadership sopraregionale, tribunale e attività privata a raddoppiare un discreto stipendio. Famiglia, vacanze all’estero e figli in scuole private. Cosa potevo fare restando in Sicilia? Zero. Cosa provo per chi è rimasto? Tanta pena. Cosa provo per la Sicilia? Gratitudine per avermi fatto capire che lasciarla era di gran lunga la migliore delle opzioni? Rimpianti? Andare via prima. Mi manca la Sicilia? Forse una volta ogni due o tre anni. Ci ritornerei se non per trovare familiari o vacanze low cost da meno di 10 giorni? Neanche morto.

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    1. Top di gamma e leadearship non si possono proprio sentire come termini.
      Che il posto nel quale lavora sia famoso, non ha alcuna importanza, se non per lei che ci tiene a puntualizzarlo.
      Bisogna essere sinceri e schietti nel mostrare i difetti della propria terra, non sprezzanti.
      Comunque vedo che nonostante tutto legge TS. Segno che forse il top non sostituisce le radici.
      Se è qui oggi a scrivere un motivo ci sarà pure.

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  3. antonio d'angelo 31 Ottobre 2021 08:15

    purtroppo l’emigrazione è una costante del meridione. il fatto che ci siano persone che si impongono nel mondo del lavoro è la conferma che non siamo secondi a nessuno. molto probabilmente la Sicilia non può offrire opportunità di lavoro/professionali a tutti i suoi figli.
    però chi rimane avrebbe il dovere e l’orgoglio di gestirla e mantenerla adeguatamente.

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  4. Le zagare in Sicilia sono state sepolte, sotto il cemento e dove rimaste il loro profumo è coperto dal tanfo dei rifiuti abbandonati.
    La Sicilia delle narrazioni romantiche con zagare fichi d’india e scorci da sogno è quasi morta. È un luogo della nostalgia che non esiste più.
    Occhio a cadere in questa trappola.

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  5. Vincenzo Ricciardi 31 Ottobre 2021 22:38

    Anche io ho lasciato la Sicilia per lavoro, ma non faccio tante lagne

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  6. Uno che lascia il luogo in cui è nato e trova lavoro e realizzazione personale in un altro luogo non è una vittima.
    Nel 2021, pretendere di lavorare in un luogo specifico scelto in base ai nostri gusti è semplicemente fuori dalla realtà. La vita reale del 2021 non è così.
    Poi può anche succedere che uno si realizzi personalmente e professionalmente nel luogo che preferisce. Ma non si può pretenderlo, specia si si fa riferimento a luoghi come Messina lontani anni luce da un livello minimo di accettabile contesto economico e produttivo.

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