Perché MessinaServizi non dev'essere liquidata e privatizzata

Perché MessinaServizi non dev’essere liquidata e privatizzata

Francesca Stornante

Perché MessinaServizi non dev’essere liquidata e privatizzata

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lunedì 06 Agosto 2018 - 13:48

E' il quasi ex amministratore unico della MessinaServizi Bene Comune Beniamino Ginatempo a scrivere una lunga lettera al sindaco De Luca prima di lasciare la società. In dieci punti tutti i motivi per cui la società deve rimanere così com'è. E poi tutto quello che è già stato fatto

Una lunga lettera scritta per puntualizzare alcuni aspetti che riguardano la MessinaServizi e per consegnare un quadro chiaro su quale strada era stata seguita in questi mesi per disegnare una nuova gestione dei rifiuti in città dopo l’addio a Messinambiente. La firma in calce è quella del quasi ex amministratore unico Beniamino Ginatempo che prima di lasciare il campo vuole dire alcune cose al sindaco De Luca, alla sua amministrazione, al consiglio comunale e ai cittadini. Mercoledì ci sarà l’assemblea dei soci per deliberare il passaggio da amministratore unico a Cda, la revoca del mandato di Ginatempo e la nomina dei nuovi amministratori scelti da De Luca, quindi per Ginatempo ormai il tempo è scaduto.

«Accolgo con grande serenità e rispetto la legittima scelta di revocare il mandato. Ma è difficile da comprendere il perché della scelta del passaggio da un amministratore unico a un Cda a 3 componenti (a parte il possibile aumento dei costi), dal momento che avete espresso ufficialmente con la delibera di giunta del 29 giugno scorso la volontà di liquidare MessinaServizi Bene Comune e di affidare il servizio ad un gestore privato, nonostante il contratto di servizio debitamente sottoscritto il 27 luglio 2017 e valido per 9 anni.

Ginatempo non intende assistere in silenzio all’ipotesi di liquidazione e privatizzazione della società. «È mia opinione che tale scelta sia basata sul luogo comune che il privato sia più efficiente, efficace ed economico del pubblico, scelta smentibile con i fatti e anacronistica se si guarda allo scenario nazionale. Elenco a titolo di esempio:

1) Il trend nazionale è la trasformazione in house o comunque la pubblicizzazione di tutte le imprese di gestione ambientale;

2) L’impresa ambientale migliore in Europa, non solo in Italia, e che è additata ad esempio di virtuosità è Contarina S.p.A. pubblica in house providing – come MSBC -, che serve 50 comuni del trevigiano (554.000 ab.), e che ha le tariffe ed il costo pro capite del servizio più bassi d’Italia.

3) Il vantaggio della impresa pubblica su quella privata è che gli utili di gestione sono del socio unico (il Comune), e possono essere usati da questo per ridurre la TARI o erogare altri servizi ai cittadini, mentre gli stessi utili sono il profitto dell’impresa privata.

4) ASIA, la società che gestisce l’igiene urbana a Napoli, ha raggiunto livelli di RD impensabili sino a qualche anno fa, ed è una S.p.A. pubblica con un solo amministratore unico, nonostante le dimensioni dell’azienda siano 5 o 6 volte quelle di MSBC.

5) Il piano ARO di Messina, approvato sia dalla regione che dal consiglio comunale, sceglie l’opzione di affidamento a società in house in quanto si stima un risparmio di circa 4 milioni di euro l’anno, rispetto ad una gestione privata. Dati che qualunque impresa privata voglia partecipare ad una gara di queste dimensioni non potrà non leggere.

6) L’affidamento a privati del servizio deve passare da un nuovo piano ARO e dalla relativa approvazione del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, nonché del consiglio comunale. Sempre che gli ARO non saranno soppressi, ove entrasse in vigore il DDL regionale 290, approvato dalla Giunta Musumeci il 20 giugno 2018 ed al momento in esame all’ARS. Nel qual caso verrebbero prorogati gli attuali affidamenti ARO fino alla realizzazione dei nuovi assetti.

7) Se approvato il DDL 290, la nuova autorità d’ambito dovrà assegnare il servizio di igiene urbana ad un unico gestore per tutti i comuni della provincia, privilegiando l’opzione di S.p.A. pubblica in house. In tal caso MSBC potrebbe giocare lo stesso ruolo che AMAM avrà per il servizio idrico.

8) Non è vero che se subentrasse un privato si potrebbe subito eliminare il 30% dei dipendenti in preteso esubero, in quanto dovrà osservare la L.R. 9/2010, il D.lgs. 152/2006 (TULA) ed il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), che espressamente prevedono la salvaguardia dei livelli occupazionali, cioè in caso di cambio di affidamento/appalto (art. 6 del CCNL) tutti i lavoratori del bacino che devono transitare alla nuova società, pubblica o privata che sia.

9) Nel nuovo affidamento/appalto, saranno quindi le stesse identiche maestranze (operatori, autisti, impiegati, funzionari, quadri e dirigenti) che effettueranno il servizio. Senza ulteriore formazione ai nuovi compiti, procedure e metodi.

10) La sua dichiarazione che passando al privato si potranno raggiungere immediatamente i livelli di legge sul raggiungimento delle percentuali di RD è smentita dai fatti. Basta infatti guardare ai casi vicini a noi di Catania, Siracusa, Barcellona, Milazzo, Sant’Agata di Militello ecc., in cui le percentuali di legge sono ben lungi dall’essere raggiunte, oltre agli altissimi cumuli di spazzatura per le strade. Ciò perché è indispensabile anche la motivazione e la formazione dei cittadini alla raccolta differenziata ed al recupero di materia dagli oggetti dismessi dopo il consumo».

In dieci punti Ginatempo dice a De Luca perché l’ipotesi del privato appare fallimentare. A questo l’ex amministratore unico della MessinaServizi aggiunge delle considerazioni sui risultati fino ad oggi raggiunti dalla società e dalla sua governance.

«È la ferma convinzione che il mio lavoro in questi 16 mesi sia stato utile per la società e per la città che mi vieta di presentare le dimissioni da amministratore unico. Da tempo immemore una partecipata del comune non presentava in anticipo sui tempi di legge (8 invece che 30/06/2018) il bilancio consuntivo, come ha fatto MSBC per il 2017, corredato di tutte le certificazioni e revisioni previste per legge e da circa 20 anni un bilancio di una società partecipata non era in attivo, come quello di MSBC (seppure di poco), nonostante la gravosa e complessa fase di start-up, oggi in via di completamento. Ha senso liquidare una azienda finanziariamente sana che sta dando vita ad un nuovo corso?

MSBC ha appena traslocato nella nuova sede operativa, per accorpare gli uffici di ex ATO ME 3 ed ex Messinambiente, con un dimezzamento dei costi di locazione da €120.000/anno a €60.000/anno. La chiusura di MSBC potrebbe provocare la rescissione del contratto in danno.

• MSBC ha sbloccato l’impianto di valorizzazione del secco di Pace, consentendone l’apertura mediante una laboriosa e osteggiata convenzione con SRR Messina Città Metropolitana e ATO ME 3 e stipulando un contratto d’affitto con ATO ME 3, che ovviamente decadrebbero alla chiusura di MSBC.

· La società ha stipulato un protocollo d’intesa con la Caserma Ainis per procedere alla raccolta differenziata in questo grande complesso, protocollo d’intesa che potrà essere esteso ad altre grandi utenze, con cui si è già preso contatto, c’è una convenzione con il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina. Mediante una borsa di studio – che ha consentito ad un cervello messinese di non fuggire all’estero per un anno, MSBC ha avuto già in cambio la pagina Internet www.messinaservizibenecomune.it, e una applicazione, in fase di test, per smartphone e iphone, mediante la quale i cittadini possono segnalare con un semplice clic microdiscariche e/o disservizi ed ottenere la pulizia del sito e una risposta di intervento effettuato, sempre sul telefono, compreso il tempo di risposta alla segnalazione. Seguiranno, sempreché MSBC non venisse liquidata, in base alla stessa convenzione un sistema di tracciamento dei rifiuti nella raccolta PAP che sarà la base della compilazione della tariffa puntuale.

Cosa ne sarà di questi risultati e progetti, che hanno prodotto e produrranno crescita e risparmi per la collettività, e che consentiranno ad altri brillanti giovani messinesi di restare nella loro città?».

Ginatempo parla anche degli investimenti che servono per incrementare e migliorare i servizi, parla dei 5 milioni che già la società aveva contato di impegnare, investimenti possibili grazie al fatto che la società è finanziariamente sana e che il contratto di servizio la rende solvibile, stante la pochezza (€300.000) del capitale sociale.

«Questa è una delle principali differenze di MSBC con la precedente Messinambiente, il cui stato finanziario e la natura delle proroghe emergenziali senza contratto di servizio non consentivano programmazioni ed investimenti. Metterla in liquidazione MSBC, come deliberato, significa creare alla società grossissimi problemi di apertura di credito presso i finanziatori. Anzi la delibera del 29 giugno ha già fatto danni notevoli a MSBC ed alla città tutta, in quanto senza poter accedere a mutui per ulteriori investimenti non si potranno migliorare i servizi. Quale banca è oggi disposta a erogare mutui pluriennali, sapendo che la volontà del socio unico è quello di liquidare la società? E ciò per i 2 anni della procedura di liquidazione, pertanto quella delibera precipiterà MSBC nello stesso limbo di Messinambiente, reiterando lo stesso errore di precedenti amministrazioni.

Signor sindaco, se il rendere in tal modo inoperativa MSBC strangolandola, e l’imporre targets di difficilissimo raggiungimento senza gli investimenti facesse parte di un suo disegno complessivo per giustificare la liquidazione e la privatizzazione del servizio, sarebbe legittimo da parte sua ma contrario agli interessi dei messinesi. Oso sperare che così non sia e si possa rimediare, anche con l’intervento del consiglio comunale, a questo vulnus al servizio ed alla città.

F.St.

2 commenti

  1. L’unica cosa buona che hai scritto :che vai via aggiungo non tornare più.

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  2. mezzaconpanna 7 Agosto 2018 06:34

    IL PECCATO ORIGINALE.
    Prof. Ginatempo, la colpa non è sua se è stato nominato come amministratore unico senza averne le competenze, ma del famoso avviso che stavolta grazie ai suoi amici Ialacqua e ad Accorinti, non richiedeva esperienze specifiche da amministratore ma bastavano quelle gestionali. Cosi facendo un esperto di amministrazione e organizzazione dirigerà il dipartimento di fisica. Entriamo nel merito, la scelta di un sindaco serio e competente quale Cateno De Luca di privatizzare il servizio, è proprio mirata a non esporre, in una prima fase, un’altra società partecipata, a rischi determinati da costi del personale molto al di sopra degli standard con l’aggravante costituita dall’assenza di esperienza operativa della new co.

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