Lezione d'informazione... al Comune di Reggio?

Lezione d’informazione… al Comune di Reggio?

mario meliado

Lezione d’informazione… al Comune di Reggio?

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mercoledì 30 Giugno 2021 - 18:09

Più difficile l'attività dei giornalisti: interviste in tempi e modi predefiniti, ridotti (e ostruiti) gli accessi all'Aula, stop alle dirette integrali

Nelle stesse ore, si verificano in Consiglio comunale due cose entrambe poco piacevoli per chi fa informazione. Vediamo rapidamente di che si tratta.

Interviste? Da concordare

Intanto, a causa d’intemperanze non meglio precisate, in apertura di sessione d’Aula arrivano alcune puntualizzazioni dal presidente del Consiglio comunale. Il piddino Enzo Marra precisa: eventuali interviste audiovideo a margine dei lavori andranno «concordate con l’Ufficio stampa». E questo, per «contemperare le esigenze della comunicazione e dell’informazione». (Sarà il caso di evitare ogni equivoco: chiaro, vanno “concordate” le interviste quanto a tempi e modalità. Non certo i destinatari, i bilanciamenti politici né tantomeno i contenuti. E nessuno, siamo certi, oserebbe pensare il contrario. Parliamo quindi di “modi e tempi predefiniti” delle interviste da realizzare).
In più, si fa presente, non si potranno realizzare dirette integrali dei lavori d’Assemblea. Legittimo; ma, oggettivamente, un altro “lacciuolo”.

Il precedente

Ora, se tutto questo accade è colpa nostra. Nostra, cioè dei giornalisti individualmente e (soprattutto) degli organi che li rappresentano. Perché c’è il precedente grave del Consiglio regionale, dov’è avvenuta in pratica la stessa cosa, col pretesto di dare ordine ai lavori d’Aula. (Gli stessi lavori d’Aula che a Palazzo Campanella talvolta sono iniziati anche con 14 ore di ritardo rispetto all’orario preventivato, eh). E purtroppo già in quella sede non s’è registrata alcuna reazione – anche ordinistica – degna di questo nome. I professionisti dell’informazione non dovrebbero mai essere trattati in questo modo, per nessun motivo. Ma è vero pure che sarebbe strumentale fare differenze tra Ente ed Ente. E a Palazzo Campanella, va detto, per certi versi questa situazione è ancor più grave.

Ma visto che si vuol dar lezione…

Purtroppo, l’atteggiamento complessivo è di – senza titolo per farne – vuole in qualche modo “impartire lezioni” su come si fa informazione, su come dove e quando si fa giornalismo. Storia vecchia, vista mille altre volte.
Ma visto che ci siamo, due-tre cose andranno pur chiarite.
La prima: c’è stato qualcuno che ha oggettivamente sbagliato, violando (la sacralità e) il Regolamento interno dell’Assemblea? Beh, questo gli va contestato. Sùbito, e individualmente. Tra l’altro, ci sono anche organi che potrebbero irrogare sanzioni disciplinari a un iscritto all’Ordine che violi il decoro nello svolgere la professione.
Certo, c’è un secondo scenario: e se il soggetto di turno non fosse iscritto all’Ordine dei giornalisti? Si prega di rileggere le righe scritte sopra: sarebbe strumentale fare differenze tra Ente ed Ente… Quindi, se il Consiglio comunale vuol regolamentare aspetti prima non regolamentati, innanzitutto dovrebbe passare per una doverosa concertazione. Quantomeno, con gli organi che rappresentano i giornalisti. E poi, mutuare le regole saggiamente adottate in Consiglio regionale: in primis, badge e regolare accredito. A seguire nome, cognome, numero di tessera, documentazione che certifichi regolarità del Durc e accensione di almeno un contratto giornalistico in capo alla singola testata.
Ecco, una cosa fatta così ci può stare. Ed è appena il caso di ricordare che Ordine e Fnsi (il sindacato dei giornalisti) sottoscrissero senza problemi un documento in questo senso coi vertici del Consiglio regionale e poi con alcune importantissime realtà sportive di Reggio Calabria.
Terzo punto, però: cosa c’entrano le esigenze della comunicazione? Il riferimento, varrà la pena sottolinearlo, ha validità solo se riferito a esigenze tecniche. Ogni altra esigenza della comunicazione istituzionale non c’entra. E rigorosamente non può interferire con l’esercizio della libera informazione e la libertà di pensiero.

“Secondo tempo”

Ma c’è anche un secondo tema ampio.
Prima che il Consiglio comunale inizi, il presidente Marra sbraita contro un cronista reo d’attraversare il sacro pavimento del Consiglio per uscire dall’Aula e realizzare un’intervista.
Noi siamo certissimi che il presidente fosse confuso, preso da altri problemi. Contestare – in pubblico, attenzione – un ipotetico comportamento inadeguato prima che i lavori siano cominciati è come pretendere che l’arbitro sanzioni un fuorigioco prima del calcio d’inizio. Ma vabbè, su un capitombolo si può passare sopra.

Accesso consentito. Ma ostruito (!)

La questione paradossale riguarda invece gli accessi. Nello stesso contesto, fa presente Marra che agli operatori dell’informazione sarà d’ora consentito d’accedere in Aula solo dagli ingressi laterali. Rimane riservato a consiglieri e personale l’accesso principale. Come sempre è stato, in realtà. A maggior ragione, non vediamo problemi né interferenze di sorta in questa decisione.
…Solo che l’accesso laterale da sempre usato per transitare e realizzare poi le interviste viene maldestramente ostruito da un enorme schermo. Funzione dello schermo: ritrasmettere a beneficio dei consiglieri le immagini di quanti – consiglieri e dirigenti – intervengano “da remoto”. Naturalmente, non si può con la sinistra vietare ai giornalisti d’entrare dall’accesso principale e con la destra ostruire quello consentito (col concreto rischio d’inciampare e magari danneggiare costose attrezzature, proprie o dell’Ente).
Forse un ripensamento complessivo non sarebbe male. Magari accompagnato da una migliore lucidità. Da un diverso posizionamento dell’ingombrante schermo. E dallo spostamento anche delle telecamere “istituzionali” per riprendere la seduta (che a Palazzo Campanella ci sono pure, ma non ostacolano il lavoro di giornalisti e cameramen).

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Un commento

  1. Giusi Tirnabene 1 Luglio 2021 14:33

    In ogni situazione Comunale c è solo da ridere, visto che le lacrime le abbiamo esaurite…..

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