Ciacci rompe il silenzio ma nega gli atti anche alla giunta. E spunta un precedente del 2007

Ciacci rompe il silenzio ma nega gli atti anche alla giunta. E spunta un precedente del 2007

Francesca Stornante

Ciacci rompe il silenzio ma nega gli atti anche alla giunta. E spunta un precedente del 2007

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venerdì 10 Aprile 2015 - 23:26

In una nota il liquidatore di Messinambiente fornisce alcune spiegazioni sul licenziamento del dirigente Natale Cucè ma non ha intenzione di consegnare tutti gli atti né all'amministrazione né alla Presidente del Consiglio. A Palazzo Zanca intanto va avanti il dialogo in cerca di una soluzione. Nel 2007 fu licenziato un altro dirigente che alla fine incassò 110 mila euro di risarcimento danni.

«Le motivazioni che hanno reso necessario l’interruzione del rapporto di lavoro con l’ingegnere Cucè sono ricondotte a gravi mancanze nei suoi ruoli di Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione dei Lavoratori e di Direttore Tecnico, da atti e fatti tali da compromettere la fiducia nello stesso da parte del sottoscritto, Datore di Lavoro». La firma in calce è quella del Liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci che, a due settimane dal licenziamento in tronco dell’unico dirigente rimasto in via Dogali, rompe il silenzio con una nota inviata al Sindaco Renato Accorinti, al Segretario generale Antonio Le Donne, all’assessore Daniele Ialacqua e alla Presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile. Un documento di due pagine in cui però non ci sono tutti i chiarimenti dettagliati che per esempio nei giorni scorsi aveva richiesto la presidente Barrile, né tantomeno la documentazione legata al drastico provvedimento preso nei confronti dell’ex direttore tecnico Cucè, richiesto sia dalla numero uno del civico consesso che dall’assessore Daniele Ialacqua. Il Comune, socio praticamente unico di Messinambiente, non ha infatti ancora avuto formalmente gli atti sul licenziamento Cucè, anche se la questione sta inevitabilmente tenendo sul filo del rasoio l’amministrazione Accorinti che fin da subito non ha nascosto sorpresa e un pizzico di timore per un provvedimento così pesante e che a quanto pare non era stato precedentemente concordato. Ialacqua prova a gettare acqua sul fuoco e punta a segnare una linea di confine tra l’azione politica e quella gestionale, affidata con la massima fiducia nelle mani di Ciacci. Pesa però come un macigno la nota prodotta dai Revisori dei Conti all’indomani del licenziamento che, pur non citando mai Messinambiente, mette in guarda l’amministrazione dai debiti che possono produrre le azioni amministrative messe in atto dagli amministratori/liquidatori delle partecipate e che intima maggiori controlli. I Revisori in pratica hanno posto la lente d’ingrandimento su modelli gestionali e scelte amministrative che sembrano ignorare il fatto che Messinambiente sia una società in liquidazione. E pesano ancor di più le parole dello stesso Cucè che subito dopo il licenziamento ha annunciato di essere pronto a rivolgersi all’Autorità giudiziaria per far valere le sue ragioni.

A Palazzo Zanca sono giorni di consultazioni e valutazioni sul da farsi, il Sindaco Accorinti ha chiaramente detto che si sta cercando la soluzione più consona, al momento non si esclude nessuna ipotesi, neanche un eventuale passo indietro sul licenziamento.

Nel frattempo è arrivata la prima nota ufficiale del liquidatore Ciacci che fornisce una serie di informazioni sul provvedimento adottato due settimane fa, spiegazioni che però non entrano nel merito specifico della questione e non forniscono quei dettagli necessari ad avere un quadro completo della situazione. Ciacci scrive che «il licenziamento effettuato trova giustificatezza nella perdita del rapporto fiduciario con il dirigente e il suo fondamento nella documentazione in possesso della società» e non teme neanche il contenzioso quasi certo che, scrive, «è stato valutato anche grazie ad un autorevolissimo parere legale e dopo un’attenta valutazione dei costi e benefici dell’operazione, compiendo una scelta che, seppur dolorosa, porterà benefici per la città e per l’azienda». Secondo Ciacci il provvedimento adottato si fonda su circostanze prudenti e pienamente fondate, ma il numero uno di Messinambiente non intende andare oltre queste spiegazioni e rispedisce al mittente (anzi ai mittenti) la richiesta di accesso agli atti relativi al caso Cucè, motivando questa presa di posizione con la “natura sensibile” dei documenti sul licenziamento. A sostegno della sua tesi cita una serie di normative che regolano il diritto di accesso a dati che riguardano la vita privata, la riservatezza di persone fisiche o dati sensibili e giudiziari. E aggiunge di ritenere «inopportuno che la documentazione venga portata a conoscenza di terzi o resa pubblica in quanto Messinambiente dovrà farne il debito utilizzo in sede giudiziaria, stanche la divulgazione dei documenti potrebbe pregiudicare gli interessi di Messinambiente dal punto di vista procedurale in sede giudiziaria».

Ciacci non ha dunque intenzione di retrocedere di un passo. Adesso bisognerà vedere se queste spiegazioni saranno sufficienti a chi a Palazzo Zanca sta provando a far chiarezza su un caso che rischia di avere pesanti conseguenze, anche finanziarie. La presidente Emilia Barrile è già intenzionata a chiedere la convocazione di Ciacci in commissione per consiliare per poter avere un faccia a faccia diretto con il liquidatore, probabilmente anche i Revisori dei Conti incalzeranno l’amministrazione ad avere maggiore contezza di quanto è accaduto in via Dogali. Di certo stranisce che il Comune, socio per oltre il 99% di Messinambiente, non possa avere accesso ad atti così importanti.

Eppure, dando uno sguardo al passato, esiste un precedente che potrebbe aiutare nelle valutazioni sul caso. Era il 10 novembre 2007, Messinambiente non era ancora stata posta in liquidazione e dunque c’erano un Cda e un collegio sindacale che decisero l’interruzione del rapporto di lavoro e il licenziamento per giusta causa dell’allora Dirigente Amministrativo, Finanza e Controllo, Ufficio del Personale e Responsabile dei Servizi Generali, dei Sistemi Informativi, delle Assicurazioni e degli affari Legali. Era stato assunto nel 2001 e, quando nel luglio 2007 il Cda che era presieduto da Nino Dalmazio decise di rivedere ed esaminare le situazioni contrattuali di due dirigenti, venne decretato il licenziamento di uno dei due per giusta causa. Alla base del provvedimento c’era una contestazione disciplinare in cui si contestava che il Dirigente in questione disconosceva i poteri del Direttore Generale, non aveva dato attuazione a delle disposizione di legge omettendo di portare a conoscenza gli organi societari di tali disposizioni, aveva usato espressioni irriguardose nei confronti del Direttore Generale, aveva criticato la politica aziendale e non aveva esibito al Direttore Generale ed al Cda altra documentazione che veniva richiesta. Alcuni mesi dopo, esattamente il 31 luglio 2008, quel dirigente fece notificare un atto di citazione contro il Cda di Messinambiente, il Collegio Sindacale e il Direttore generale. Un contenzioso inevitabile che però sfociò in una transazione dopo la sospensione del primo grado di giudizio. E così nel 2010, a tacitazione delle maggiori pretese che aveva avanzato in sede giudiziaria il dirigente che aveva un costo annuale di 130 mila euro per l’azienda, gli fu riconosciuta la somma totale di 151 mila euro per chiudere la partita, di cui 41 mila a titolo di saldo del Tfr e 110 mila come risarcimento per danno biologico alla salute.

Un licenziamento che dunque costò 110 mila euro di risarcimento danni e che si è trascinata per circa tre anni, tra avvocati e aule di tribunale. Cosa accadrà oggi resta invece ancora con il punto interrogativo.

Francesca Stornante

44 commenti

  1. MI FIDO DI ALESSIO CIACCI. Lo stato pietoso di MessinAmbiente, sia sotto l’aspetto finanziario che aziendale, in cui fu ridotta la partecipata del Comune prima della venuta del nuovo liquidatore è la PROVA PROVATA delle bontà delle motivazioni di questo sacrosanto licenziamento. Ci siamo liberati FINALMENTE di uno dei responsabili del fallimento di MessinAmbiente.

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  2. MI FIDO DI ALESSIO CIACCI. Lo stato pietoso di MessinAmbiente, sia sotto l’aspetto finanziario che aziendale, in cui fu ridotta la partecipata del Comune prima della venuta del nuovo liquidatore è la PROVA PROVATA delle bontà delle motivazioni di questo sacrosanto licenziamento. Ci siamo liberati FINALMENTE di uno dei responsabili del fallimento di MessinAmbiente.

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  3. Dilettanti allo sbaraglio!
    State distruggendo la citta’ con la vostra incompetenza. Strade sporche, servizi insistenti, qualita’ della vita pari a zero, strade ostaggio di auto parcheggiate ovunque, vigili assolutamente assenti sul terrorio, nessuna politica attiva di sviluppo, etc….
    Ps: basta con il solito ritornello: abbiamo trovato una situazione drammatica; i vigili urbani sono sotto organico e tante amenità simili. La città la (non) governate da 2 anni. Ammettete le Vs responsabilità e andate a casa.
    Grazie.

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  4. Dilettanti allo sbaraglio!
    State distruggendo la citta’ con la vostra incompetenza. Strade sporche, servizi insistenti, qualita’ della vita pari a zero, strade ostaggio di auto parcheggiate ovunque, vigili assolutamente assenti sul terrorio, nessuna politica attiva di sviluppo, etc….
    Ps: basta con il solito ritornello: abbiamo trovato una situazione drammatica; i vigili urbani sono sotto organico e tante amenità simili. La città la (non) governate da 2 anni. Ammettete le Vs responsabilità e andate a casa.
    Grazie.

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  5. In tribunale Cucè avrà la meglio su Ciacci , per una serie di deficienze gestionali e giuridiche che contraddistinguono il liquidatore . Se l’autorevole parere legale è a firma di un avvocato non siciliano , qualunque praticante legale messinese lo smonterà . L’inclinazione causistica siciliana è nota agli esperti del settore , regalando conoscenze e logiche giuridiche , agli avvocati isolani , rendendoli invidiati dai colleghi di tutta L’italia . Chi vive di stipendio pubblico queste cose le ignora ahahahaha

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  6. In tribunale Cucè avrà la meglio su Ciacci , per una serie di deficienze gestionali e giuridiche che contraddistinguono il liquidatore . Se l’autorevole parere legale è a firma di un avvocato non siciliano , qualunque praticante legale messinese lo smonterà . L’inclinazione causistica siciliana è nota agli esperti del settore , regalando conoscenze e logiche giuridiche , agli avvocati isolani , rendendoli invidiati dai colleghi di tutta L’italia . Chi vive di stipendio pubblico queste cose le ignora ahahahaha

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  7. Claudio D'Amico 11 Aprile 2015 08:43

    Mi sembra che l’integerrimo “taglia testa”, con le sue dichiarazioni prive di contenuti espliciti e dense di sottointesi, non risponde agli organi istituzionali che gli hanno posto quesiti precisi a cui forse sarebbe stato tenuto a dare ampi e inequivocabili riscontri. Adduce come motivazione di voler serbare fantomatiche armi da sfoderare in tribunale. Spero non si stia consumando una battaglia personale contro lo stimato professionista e ai danni dei contribuenti. Ciò è quanto si intuisce visto l’immotivato accanimento. Io continuo a credere che Cucè sia molto bravo e come i più non cambio idea fino a prova contraria! Temo che questa volta i danni saranno a 6 zeri anche se passerà tempo e il liquidatore avrà già avuto meritate promozioni!

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  8. Claudio D'Amico 11 Aprile 2015 08:43

    Mi sembra che l’integerrimo “taglia testa”, con le sue dichiarazioni prive di contenuti espliciti e dense di sottointesi, non risponde agli organi istituzionali che gli hanno posto quesiti precisi a cui forse sarebbe stato tenuto a dare ampi e inequivocabili riscontri. Adduce come motivazione di voler serbare fantomatiche armi da sfoderare in tribunale. Spero non si stia consumando una battaglia personale contro lo stimato professionista e ai danni dei contribuenti. Ciò è quanto si intuisce visto l’immotivato accanimento. Io continuo a credere che Cucè sia molto bravo e come i più non cambio idea fino a prova contraria! Temo che questa volta i danni saranno a 6 zeri anche se passerà tempo e il liquidatore avrà già avuto meritate promozioni!

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  9. Farne una questione campanilistica sulla valenza degli avvocati tra Nord e Sud è il massimo dei minimi. Quindi non si tratta di cercare giustizia ma di cavillare sulla verità, se questo è quello che siamo mi faccio schifo.
    L’articolo mi appare leggermente tendenzioso non si grassettano 151.000 euro se 41.000 sono di Tfr, in ogni caso non ricordo tutta questa falsa indignazione quando fu licenziato il Dottor Roberto Carlo. Ciacci ha tutto il diritto a riservarsi documenti che saranno atti della causa, nell’interesse dell’azienda. I conti ed i commenti facciamoli alla fine e non ad orologeria.
    In ogni caso faccio notare che se si spendessero 100.000 euro in risarcimento se ne risparmia 150.000 a VITA !!!

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  10. Farne una questione campanilistica sulla valenza degli avvocati tra Nord e Sud è il massimo dei minimi. Quindi non si tratta di cercare giustizia ma di cavillare sulla verità, se questo è quello che siamo mi faccio schifo.
    L’articolo mi appare leggermente tendenzioso non si grassettano 151.000 euro se 41.000 sono di Tfr, in ogni caso non ricordo tutta questa falsa indignazione quando fu licenziato il Dottor Roberto Carlo. Ciacci ha tutto il diritto a riservarsi documenti che saranno atti della causa, nell’interesse dell’azienda. I conti ed i commenti facciamoli alla fine e non ad orologeria.
    In ogni caso faccio notare che se si spendessero 100.000 euro in risarcimento se ne risparmia 150.000 a VITA !!!

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  11. quando si fanno commenti simili sarebbe il caso di mettere anche nome e cognome principalmente per una questione di dignità personale

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  12. quando si fanno commenti simili sarebbe il caso di mettere anche nome e cognome principalmente per una questione di dignità personale

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  13. Ben detto Saverio.
    Soprattutto quando poi ci si firma con l’altrui nome.

    Sempre cordialmente

    Salvatore

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  14. Ben detto Saverio.
    Soprattutto quando poi ci si firma con l’altrui nome.

    Sempre cordialmente

    Salvatore

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  15. L’accostamento con quanto già avvenuto non è tendenzioso è semplicemente inadeguato.
    La prima vicenda è del tutto esaurita e chiarita. Della seconda non si sa ancora nulla.
    Piacerà molto a chi ha viglia di sparlare ma la verità è che mancano gli elementi minimi per una comparazione di qual si voglia tipo.

    Salvatore

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  16. L’accostamento con quanto già avvenuto non è tendenzioso è semplicemente inadeguato.
    La prima vicenda è del tutto esaurita e chiarita. Della seconda non si sa ancora nulla.
    Piacerà molto a chi ha viglia di sparlare ma la verità è che mancano gli elementi minimi per una comparazione di qual si voglia tipo.

    Salvatore

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  17. Mi piacerebbe sapere su cosa è riposta la fiducia. Fino ad oggi, ciacci ha dimostrato solo incompetenza e superficialità. Ma forse, per Mariedit, meritano fiducia tutti gli incompetenti che ha nominato lo scalzo, al di là di inesistenti meriti. E’ evidente che Mariedit, al soldo del tibetano, deve guadagnarsi la pagnotta anche a costo di menzogne evidenti a tutti.

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  18. Mi piacerebbe sapere su cosa è riposta la fiducia. Fino ad oggi, ciacci ha dimostrato solo incompetenza e superficialità. Ma forse, per Mariedit, meritano fiducia tutti gli incompetenti che ha nominato lo scalzo, al di là di inesistenti meriti. E’ evidente che Mariedit, al soldo del tibetano, deve guadagnarsi la pagnotta anche a costo di menzogne evidenti a tutti.

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  19. Se questo GRANLIQUIDATORE è così convinto delle ragioni che lo hanno portato a licenziare Cucè, si esponga in prima persona e si addossi tutte le responsabilità che potrebbero venire fuori in seguito al suo operato. Cioè che paghi di tasca propria nel caso il tribunale desse ragione a Cucè. Per quanto riguarda Mariedit, non continui la tiritera che tutti quelli scelti da accorinti e c. sono barvi buoni belli e intelligenti, ci ha rotto le @@@@@

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  20. Se questo GRANLIQUIDATORE è così convinto delle ragioni che lo hanno portato a licenziare Cucè, si esponga in prima persona e si addossi tutte le responsabilità che potrebbero venire fuori in seguito al suo operato. Cioè che paghi di tasca propria nel caso il tribunale desse ragione a Cucè. Per quanto riguarda Mariedit, non continui la tiritera che tutti quelli scelti da accorinti e c. sono barvi buoni belli e intelligenti, ci ha rotto le @@@@@

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  21. Viene spontaneo chiedersi dove Lei fosse negli ultimi anni, non ricordo tanta preoccupazione per i soldi dei contribuenti. Ad oggi, numeri alla mano, l’unico a preoccuparsi dei contribuenti è Accorinti che a messo li Ciacci. 3.000.000 di euro risparmiati in 12 mesi, prima solo chiacchiere e distintivo.

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  22. Viene spontaneo chiedersi dove Lei fosse negli ultimi anni, non ricordo tanta preoccupazione per i soldi dei contribuenti. Ad oggi, numeri alla mano, l’unico a preoccuparsi dei contribuenti è Accorinti che a messo li Ciacci. 3.000.000 di euro risparmiati in 12 mesi, prima solo chiacchiere e distintivo.

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  23. Perfettamente d’accordo. Si dovrebbero evitare pseudonimi strani e finirla di nascondersi dietro nomi di fantasia.
    Franco

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  24. Perfettamente d’accordo. Si dovrebbero evitare pseudonimi strani e finirla di nascondersi dietro nomi di fantasia.
    Franco

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  25. La nomina dei vertici delle Società Partecipate spetta ai soci, in questo caso il socio è unico ed è il Comune di Messina nella persona del Sindaco.Che Ciacci,nominato da Accorinti, non dia spiegazioni al Sindaco stesso fa venire meno il rapporto fiduciario alla base della nomina. Qualcuno ne dovrebbe trarre le dovute conseguenze. Non sapendo le motivazioni di quanto accaduto, mi stupiscono i commenti di chi considera il lavoratore licenziato come un mero peso economico per l’azienda senza considerare, ricordo che ad oggi non si conoscono le ragioni del licenziamento,l’aspetto umano della vicenda. La storia di Messinambiente è troppo complessa per scaricare la colpa su di una sola persona.

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  26. La nomina dei vertici delle Società Partecipate spetta ai soci, in questo caso il socio è unico ed è il Comune di Messina nella persona del Sindaco.Che Ciacci,nominato da Accorinti, non dia spiegazioni al Sindaco stesso fa venire meno il rapporto fiduciario alla base della nomina. Qualcuno ne dovrebbe trarre le dovute conseguenze. Non sapendo le motivazioni di quanto accaduto, mi stupiscono i commenti di chi considera il lavoratore licenziato come un mero peso economico per l’azienda senza considerare, ricordo che ad oggi non si conoscono le ragioni del licenziamento,l’aspetto umano della vicenda. La storia di Messinambiente è troppo complessa per scaricare la colpa su di una sola persona.

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  27. 1. Se lei negli scorso anni non ha letto di proteste, evidentemente era perché semplicemente NON leggeva
    2. Del risparmio di cui parla in realtà c’è traccia solo nei comunicati stampa. Comunque si vedrà, per il momento le cifre nei bilanci raccontano storie diverse
    3. Non credo che ciacci stia lavorando male, credo che sia insufficiente
    4. Ritengo più che lecito chiedere ed ottenere chiarimenti su un fatto evidentemente grave

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  28. 1. Se lei negli scorso anni non ha letto di proteste, evidentemente era perché semplicemente NON leggeva
    2. Del risparmio di cui parla in realtà c’è traccia solo nei comunicati stampa. Comunque si vedrà, per il momento le cifre nei bilanci raccontano storie diverse
    3. Non credo che ciacci stia lavorando male, credo che sia insufficiente
    4. Ritengo più che lecito chiedere ed ottenere chiarimenti su un fatto evidentemente grave

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  29. voci insistenti che vengono da via salandra dicono che a licenziare l’ing. Cucè non sia stato Ciacci ma bensi’il suo fido braccio destro da 650 euro al giorno.Per puntualizzare per quanto riguarda i fantomatici risparmi vi ricordo che adesso Messinambiente incassa circa 1 milione in piu’ al mese rispetto a quando gestiva De Maria.

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  30. voci insistenti che vengono da via salandra dicono che a licenziare l’ing. Cucè non sia stato Ciacci ma bensi’il suo fido braccio destro da 650 euro al giorno.Per puntualizzare per quanto riguarda i fantomatici risparmi vi ricordo che adesso Messinambiente incassa circa 1 milione in piu’ al mese rispetto a quando gestiva De Maria.

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  31. Al mondo nulla più mi meraviglia, ma che un consulente esterno possa avviare una pratica di licenziamento non l’avevo mai sentita prima.
    Le voci le sentiva Giovanna D’arco.

    Salvatore

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  32. Al mondo nulla più mi meraviglia, ma che un consulente esterno possa avviare una pratica di licenziamento non l’avevo mai sentita prima.
    Le voci le sentiva Giovanna D’arco.

    Salvatore

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  33. Infatti di chiocciole si tratta 😉

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  34. Infatti di chiocciole si tratta 😉

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  35. A casa mia se qualcuno con 650 euro al giorno, me ne fa risparmiare 8.219 al giorno, lo faccio Santo Subito.
    Scrivere che De Maria “gestiva” se non è malafede è un’insulto all’intelligenza.

    La disabitudine nell’avere rapporti con esseri in grado di avere pensieri autonomi, porta taluni a certe riflessioni………

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  36. A casa mia se qualcuno con 650 euro al giorno, me ne fa risparmiare 8.219 al giorno, lo faccio Santo Subito.
    Scrivere che De Maria “gestiva” se non è malafede è un’insulto all’intelligenza.

    La disabitudine nell’avere rapporti con esseri in grado di avere pensieri autonomi, porta taluni a certe riflessioni………

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  37. 1- in un paese con la libertà di stampa al settantesimo posto nella classifica mondiale, preferisco non leggere ed avere un pensiero autonomo.
    2- per fortuna i numeri non sono controvertibili.
    3- concordo, per essere sufficiente bisognerebbe mandare a casa un buon 30% di fannulloni messi li dalla politica.
    4- in questa città vedo gravità e normalità spesso scambiate, a volte pericolosamente o per opportunità. Attendo serenamente l’esito del giudizio che ci sarà.

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  38. 1- in un paese con la libertà di stampa al settantesimo posto nella classifica mondiale, preferisco non leggere ed avere un pensiero autonomo.
    2- per fortuna i numeri non sono controvertibili.
    3- concordo, per essere sufficiente bisognerebbe mandare a casa un buon 30% di fannulloni messi li dalla politica.
    4- in questa città vedo gravità e normalità spesso scambiate, a volte pericolosamente o per opportunità. Attendo serenamente l’esito del giudizio che ci sarà.

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  39. Evidentemente a lei come ad accorinti e company piace prendere calci in bocca. Come si permette a dire che ci siamo liberati di uno dei responsabili del fallimento? Dimostri ciò che dice come a sempre fatto portando numeri e fatti. Non si permetta più senza dare prove altrimenti è un delatore xxxxxxxxx.

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  40. Evidentemente a lei come ad accorinti e company piace prendere calci in bocca. Come si permette a dire che ci siamo liberati di uno dei responsabili del fallimento? Dimostri ciò che dice come a sempre fatto portando numeri e fatti. Non si permetta più senza dare prove altrimenti è un delatore xxxxxxxxx.

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  41. Si Signor Presidente come al solito Lei ha sempre ragione

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  42. Si Signor Presidente come al solito Lei ha sempre ragione

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  43. il Nuovo che Avanza …… ma quanto sei ridicolo

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  44. il Nuovo che Avanza …… ma quanto sei ridicolo

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