L'imprenditore e i migranti in schiavitù, "boom di lavoro nero alle Eolie"

L’imprenditore e i migranti in schiavitù, “boom di lavoro nero alle Eolie”

Marco Olivieri

L’imprenditore e i migranti in schiavitù, “boom di lavoro nero alle Eolie”

domenica 15 Dicembre 2024 - 17:15

Il grave infortunio sul lavoro e le condizioni di schiavitù nell'indagine dei carabinieri. Interviene la Uil di Messina

La schiavitù esiste. Di fatto, è stata abolita solo a livello formale. Esiste e trova terreno fertile in tanti “padroni”, più che imprenditori edili, e non solo, pronti ad approfittarne. Il caso a Panarea dei sette migranti, lavoratori marocchini sottoposti a condizioni disumane a Panarea, e del grave infortunio subito da un cittadino magrebino, abbandonato senza soccorso, richiama l’attenzione sul crimine del caporalato. E sulla necessità di creare sani percorsi di economia legale per tutti, siano italiani o immigrati.

E non si tratta di un reato isolato. In questi ultimi anni abbiamo provato a squarciare il velo dell’ipocrisia. Dietro la copertura degli appelli e delle grida di dolore, “dove andremo a finire, nessuno vuole più lavorare in questo Paese”, spesso si nascondeva il desiderio di smantellare il reddito di cittadinanza e dare libero sfogo alla volontà padronale di sfruttare il prossimo.

Ovviamente senza generalizzare. Esistono gli imprenditori corretti. Ci riferiamo a chi non lo è. Questa è una terra che vive di lavoro nero, di sfruttamento, di precariato e capolarato. E gli inni governativi alla crescita dell’occupazione non tengono conto della qualità del lavoro stesso. Spesso a tempo determinato e insufficiente sul piano del reddito. In più, nel fallimento delle politiche per il lavoro e delle politiche sociali, sfruttare i migranti risulta davvero facile. Magari proprio mentre ci si lamenta di loro, moneta preziosa elettorale e comodo capro espiatorio, si continuano a spremere come i limoni. O come gli ultimi di ogni tempo e storia.

“Il lavoro nero regna sovrano alle Eolie”

Sulla vicenda di cronaca interviene la Uil, con Ivan Tripodi, segretario generale di Messina, e Pasquale De Vardo, segretario Feneal Uil Tirrenica Messina-Palermo: “Da lungo tempo il sindacato denuncia la fortissima presenza di lavoro nero e irregolare nelle isole Eolie. Un esempio su tutti: registriamo cicliche dimissioni con numeri enormi e fuori da ogni parametro “fisiologico” dei già esigui lavoratori regolari di quel territorio. Dimissioni alle quali fanno seguito vertenze che evidenziano la totale assenza di qualsivoglia rapporto di lavoro regolare poiché il lavoro nero regna segna sovrano con percentuali spaventose ed inaccettabili. Pertanto, esprimiamo profonda soddisfazione e un sentimento di sincera gratitudine in merito alla brillante operazione giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, guidata dal dottor Giuseppe Verzera. Procura che, a seguito delle puntuali indagini condotte dagli encomiabili carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro di Messina e del Nucleo operativo gruppo tutela lavoro di Palermo, ha portato all’emissione di una corposa ordinanza di misura cautelare del Gip di Barcellona contro un imprenditore edile di Lipari. Imprenditore che, secondo le accuse della magistratura, avrebbe sfruttato e ridotto in schiavitù un gruppo di almeno sette lavoratori marocchini”.

“Sette lavoratori marocchini obbligati a vivere nel degrado”

Proseguono Tripodi e De Vardo: “Lavoratori che sarebbero stati costretti a lavorare sette giorni su sette, oltre dodici ore al giorno e, addirittura, obbligati a vivere in condizioni di assoluto degrado dentro alcuni container. Tutto ciò sarebbe avvenuto in un quadro di totale mancanza di rispetto delle fondamentali norme contrattuali e, anzi, calpestando i basilari diritti riguardo i riposi, le ferie e, ancora, con una paga
pari a circa 5,70 euro l’ora. Quindi, una situazione raccapricciante e indegna che conferma le nostre reiterate denunce sulle condizioni lavorative che vivono una moltitudine di lavoratori della nostra provincia. Condizioni che specie nelle maestranze non comunitarie si trasformano in vera e propria schiavitù”.

“Quel lavoratore schiavo lasciato senza soccorso. Il caporalato e il lavoro nero dominano nell’edilizia”

Aggiungono i sindacalisti: “Uno degli aspetti più odiosi di questa vicenda, che fra l’altro ha consentito l’avvio della robusta attività investigativa da parte dei carabinieri, riguarda il comportamento dell’imprenditore in questione. Quest’ultimo, a seguito di un serissimo incidente sul lavoro occorso a uno dei lavoratori, schiavi, ebbe il barbaro coraggio di abbandonarlo in mezzo alla strada senza prestargli alcun soccorso, nonostante le gravi condizioni sanitarie dello stesso. Una vicenda che evidenzia un
cinismo sconfinato e una disumanità inaudita. Purtroppo, quanto avvenuto è la punta di un
iceberg di forte illegalità che contraddistingue il comparto dell’edilizia poiché il caporalato e il
lavoro nero, l’elusione e il dumping contrattuale rappresentano le inevitabili conseguenze di un
sistema privo di controlli che produce un esercito di lavoratori fantasma
“.

E ancora: “Le vittime sono gli incolpevoli operai che per il bisogno e la sopravvivenza sono costretti a subire angherie e soprusi fuori da ogni misura. Pertanto, nel ringraziare la Procura della Repubblica di Barcellona e i carabinieri per quanto fatto, come Uil auspichiamo che si prosegua con una forte azione di repressione. Occorre colpire con sempre maggior vigore un vergognoso sistema che in nome del profitto si caratterizza scientemente per sfruttare e calpestare i diritti dei lavoratori, nonché per umiliare la dignità delle persone e per schiavizzare i lavoratori”.

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2 commenti

  1. Tipo i sindacati non sanno niente ? mah mi viene da ridere

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  2. Non è da ora che c’è tantissimo lavoro nero alle isole Eolie! E non solo questo trattamento viene riservato agli immigrati o stranieri , ma anche ai giovani italiani che han voglia di lavorare o han bisogno di lavorare! Sfruttati per 12/13/14 ore per una misera paga e un alloggio da topi dove a starci in una stanzetta angusta prive di ogni comfort o case che tutto hanno che essere in sicurezza e che si possano chiamare così,ci sono gruppi di ragazzi e ragazze! Chissà perché quando arrivava la guardia di finanza per i controlli, spariscono tutti i lavoratori in nero o con contratti in cui dichiarano un tipo di lavoro o di orario lavorativo e invece i lavoratori ne svolgono anche tanti altri e orari che vanno al limite della sopportazione fisica….. chissà perché……

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