L'incidente in cui ha perso la vita il 56enne riaccende l'atttenzione sulla necessità di liberare la città dal traffico pesante. Gli interventi di Visicaro, Fiab e No ponte
di Marco Olivieri
MESSINA – Questa settimana è stata segnata dalla tragedia del ciclista, 56enne Francesco Vita, morto perché finito sotto un tir. Le indagini sull’incidente in via Adolfo Celi, nelle vicinanze dell’incrocio con lo svincolo di San Filippo, sono in corso. Chi per anni si è battuto perché Messina fosse liberata dai Tir è il comitato “La nostra città” di Saro Visicaro. E, per l’occasione, ha dichiarato quest’ultimo: “Sono trascorsi 25 lunghi anni da quando il governo Berlusconi dichiarò l’emergenza Tir per Messina e Villa S.Giovanni. Non sono stati sufficienti 9.100 giorni a tutte le amministrazioni e le istruzioni pubbliche a risolvere un problema che è costato la vita a decine di persone. E continua a procurare danni ambientali incalcolabili e a incidere sulla sicurezza e la gestione di tutta la mobilità urbana”.
Continua Visicaro: “Aldilà se si tratta di Tir di attraversamento o traghettamento, oppure di mezzi pesanti per attività commerciali e attività legate a servizi o per il settore delle costruzioni, il dato di fatto e di sostanza è che non esiste regolamentazione controllo e limitazione dei flussi. Sia in entrata che in uscita. In una città che è un imbuto, e dove le regole neppure esistono o non vengono osservate, i rischi sono altissimi. È semplicemente ridicolo parlare quindi di mobilità sostenibile”.
E ancora: “Sulla questione approdi il comitato La nostra città, dal 2000, ha detto tutto ciò che c’era da dire. Sia sulla Rada S. Francesco, sia sugli appalti per Tremestieri. Sono chiarissime le responsabilità e le omissioni. Oggi ci chiediamo come mai la Procura della Repubblica non abbia ancora sentito la necessità di avviare un’indagine. Si attendono altre vittime?”.
L’eterna incompiuta del porto di Tremestieri e l’invasione dei Tir a Messina
I temi che si intrecciano sono due: quello attuale riguarda l’invasione dei Tir dai cantieri del raddoppio ferroviario, con enorme impatto su Contesse e la Statale 114. Da qui un’ordinanza del sindaco, in ottobre, con stop ai camion del raddoppio Rfi, in via Contesse, durante l’ingresso e uscita da scuola. L’altro è invece quasi eterno per Messina: l’incompiuta del porto di Tremestieri e la presenza costante di Tir in città. “Dopo più di vent’anni ancora esiste il problema. E la zona di Messina Sud è infestata. Sono 3500 mezzi che ogni giorno attraversano Messina. La priorità è imporre l’utilizzo dell’approdo di Tremestieri”, evidenziava sempre Visicaro nel 2023.
“Un’ordinanza anti Tir da modificare”
Lo scorso agosto, invece, a sollevare il problema era stato il consigliere comunale del Partito democratico Alessandro Russo: “Sarà mio impegno attivarmi per chiedere la modifica della vigente ordinanza “anti Tir”, alla luce della ripetuta e documentata sua inapplicabilità, anche per far tornare in capo all’amministrazione comunale, specificamente alla polizia municipale, il controllo costante sul sistema delle deroghe ai tir. E per avere sempre sotto monitoraggio una procedura che prevede il passaggio dei mezzi pesanti in città come eccezione e certo non come prassi ordinaria. Incredibile che, fino a oggi, le amministrazioni abbiano solo assistito senza porsi interrogativi su come migliorare un meccanismo che ormai dimostra strutturalmente una totale inefficacia con conseguenze che solo i messinesi pagano ogni giorno“.
Di sicuro, la priorità a Messina è rafforzare l’idea di una visione di città su misura dei cittadini. E quello dell’attraversamento dei Tir è un tema epocale per una realtà soffocata da sessant’anni di “grande bruttezza” e colpevole trascuratezza.
La sicurezza stradale che non c’è a Messina
L’altro grande nodo è quello della sicurezza stradale. E sulla morte del ciclista Francesco Vita è intervenuta Fiab Messina Ciclabile, con il presidente Fabrizio Murè: “Nel 2024 ci sono stati 15 morti e quasi mille feriti, tra pedoni, motociclisti e automobilisti. Sono numeri inaccettabili. La sicurezza stradale è stata al centro delle nostre iniziative nel corso della settimana europea della mobilità, poco più di un mese fa. Abbiamo ricordato, e continueremo a farlo, che sulla sella di una bici, così come al volante di un’auto o al manubrio di una moto, ci sono innanzitutto persone, molto spesso padri o madri, lavoratori o lavoratrici. Ognuno di noi ha diritto di scegliere come muoversi, nel rispetto delle regole e del codice della strada. Sono temi su cui torneremo a confrontarci presto con chi ha gli strumenti e il potere di intervenire. Per il momento, si impone però la riflessione e il rispetto per la scomparsa di Francesco”.
“Come rilevato da una recente indagine di Legambiente sugli ecosistemi urbani, Messina è all’85esimo posto su 105 tra i capoluoghi di provincia nella graduatoria generale. Ed è addirittura 94esima per dotazione di piste ciclabili, totalmente assenti nella zona Sud della città. È peraltro di pochi giorni fa la notizia della revoca dei finanziamenti regionali al tratto messinese della ciclovia della Magna Grecia, che avrebbe dovuto collegare il centro città con la zona di Mili Marina, garantendo quindi una sede ciclabile protetta lungo un percorso di circa otto chilometri”, conclude Murè.
“La zona Sud invasa dai Tir”
Sull’argomento è intervenuta pure l’assemblea no ponte: “La morte del ciclista travolto dal Tir, che trasportava materiali di scavo provenienti dai cantieri del raddoppio ferroviario, non può essere derubricata a mero incidente stradale. Contro la carovana di camion che hanno invaso la zona sud della città, contro l’inquinamento che causano, contro i rischi che portano, si sono levate alte le voci degli abitanti dei quartieri interessati, ma evidentemente il profitto vale più della vita umana”.
Ricorda l’assemblea: “Ne abbiamo già pianti tanti di morti tra i nostri concittadini negli anni scorsi a causa dell’attraversamento della città da parte dei Tir. A quelli che ordinariamente passano nelle nostre strade si aggiungono oggi i mezzi pesanti utilizzati per i cantieri del raddoppio ferroviario. E si vorrebbe che domani andassero sommati quelli necessari a trasportare i materiali di scavo generati dai cantieri del ponte sullo Stretto. Le strade non sono dei Tir. Le strade sono degli abitanti di questo territorio e gli abitanti di questo territorio devono potere circolare in bici, a piedi, in macchina in tranquillità. Bisogna impedire che i nostri abitanti rimangano ostaggio dei mezzi pesanti. Difendiamo il nostro territorio e le nostre vite”.

Abbiamo voglia di lamentarci per la presenza dei tir sulle strade di Messina, il problema allo stato attuale è irrisolvibile per come viene affrontato il problema.
Come si fa ad impedire ai tir di circolare dopo che sono sbarcati alla rada di San Francesco se devono raggiungere le autostrade? Il problema va risolto e coordinato a valle, ovvero negli imbarchi calabresi, chi deve andare-continuare per la Me-Pa li si fanno imbarcare per la rada di San Francesco e qui li si obbliga a dirigersi verso lo svincolo autostradale di Giostra e comunque un tratto della città la devono pur attraversare, qui parcheggi poi su Viale Giostra……… ! , che deve proseguire per la Me-Ct si obbliga l’imbarco per Tremestieri e da qui diritti al casello autostradale. Certo vi è anche la possibilità che debbano sbarcare merce a Messina ed allora servono due aree di sosta temporanea per le operazioni necessarie, sempre con divieto di dirigersi verso la città. Certo purtroppo l’attracco di Tremestieri spesso è chiuso per via dell’insabiamento e quindi tutto va a rottoli. E non pensate che che il porto in costruzione la situazione cambierà, sarà tale e quale. La versa soluzione del problema sta nella costruzione del Ponte con poi un’area di sosta temporanea per sbarco ed imbarco merci con l’ausilio per la città ci mezzi da trasporto di minori dimensioni. Altro discorso sono i tir cisterna, quelli che riforniscono i benzinai, quelli che li dobbiamo per forza sopportare se vogliamo avere i rifornimenti funzionanti. In ogni modo il buon senso di chi circola su ogni mezzo è auspicabile.
Caro direttore dell’Unità, il ciclista è una vittima collaterale di chi fa circolare liberamente ovunque i ciclisti.
Sempre le stesse cose a Messina
Una vergogna senza fine
La vera necessità è il porto di tremestieri perchè gli imbarchi e sbarchi avverrebbero solo da li con la connessione diretta all’autostrada, basta realizzare il porto, dopo tanti anni di chiacchiere evidentemente qualcuno non lo vuole, il costo del porto è enormemente inferiore al ponte e i disagi per la città sarebbero pari a zero.
I TIR a Messina sono una vecchia storia. Ci si accorge di loro solo quando ci scappa il morto ma invece circolano indisturbati a tutte le ore del giorno e della notte. E non solo nella zona Sud ma sul Boccetta e quindi sul V.le della Libertà ecc…La notte poi c’è la corsa sul Boccetta in discesa per prendere la Caronte. Le ordinanze comunali ci sono e, giuste o sbagliate, devono essere rispettate e fatte rispettare. E’ vero c’è il problema a Villa San Giovanni perchè il divieto dovrebbe essere fatto rispettare anche da chi si imbarca lì. Ma nel 2025 credo ci vogliano pochi minuti per coordinare il tutto anche con la necessaria e obbligatoria cooperazione delle Società di Navigazione che devono negare l’imbarco per la Rada San Francesco a chi non è autorizzato. A Messina, poi, dovrebbero scattare controlli e sanzioni contro i TIR che circolano abusivamente. Come ? I sistemi di riconoscimento delle targhe non mancano. Le risorse ? forse era meglio una pita ciclabile in meno…