Troppi aspetti poco chiari, la Procura assegna una seconda perizia

Troppi aspetti poco chiari, la Procura assegna una seconda perizia

Troppi aspetti poco chiari, la Procura assegna una seconda perizia

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mercoledì 04 Maggio 2011 - 12:31

Il Procuratore aggiunto Merrino ed il sostituto Rende hanno assegnato ai tre consulenti l'incarico per eseguire una seconda perizia. Dalla prima consulenza sarebbero emersi troppi aspetti ancora tutti da chiarire. Ottenuta dalla Procura una proroga di sei mesi nelle indagini

Si allungano ancora i tempi della clamorosa inchiesta sulla lite fra due medici avvenuta nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico il 26 agosto. Un diverbio esploso mentre la signora, Laura Salpietro, 30 anni si accingeva a partorire il primogenito Antonio. Ritardi, malumori ed indecisioni che avrebbero provocato una serie di gravissime conseguenze a cominciare dall’asportazione dell’utero della puerpera alle lesioni subite dal neonato. Depositata la perizia da parte dei consulenti i magistrati titolari dell’inchiesta, il Procuratore aggiunto Ada Merrino ed il sostituto Federica Rende hanno riscontrato una serie di questioni che meritano un ulteriore approfondimento ed hanno chiesto una proroga di sei mesi nelle indagini e disposto una seconda perizia.

Stamattina, nella stanza del Procuratore aggiunto, i due magistrati hanno consegnato una serie di quesiti integrativi agli stessi consulenti che avevano stilato la prima perizia: il medico legale catanese Giuseppe Ragazzi, il professore Fabrizio Demaria, specialista in Neonatologia ed il docente romano di Medicina prenatale Domenico Arduini, direttore della clinica di Ostetricia e ginecologia dell’Università di Tor Vergata. Insieme con i legali dei sei indagati i periti hanno preso visione dei quesiti che scaturiscono dai dubbi innescati dalla prima consulenza.

Vi sono almeno tre aspetti che i magistrati intendono approfondire. I consulenti parlano ad esempio di una “discrepanza se pur di pochi minuti sulla consecutio dei singoli eventi fra le varie parti della cartella” e aggiungono in un’altra parte della perizia che “non sono state adeguatamente prese in considerazione le precauzioni all’uso del gel stimolante che impongono, prima, di sincerarsi sullo stato di salute del feto”. I consulenti manifestano anche dubbi sulla tempistica dei fatti, così come sono stati riferiti dagli indagati, che poi hanno convinto i medici ad eseguire il taglio cesareo. Lacune, dubbi, ombre che hanno indotto i magistrati a chiedere una proroga delle indagini anche perché dalla prima perizia sorgono sospetti che potrebbero far aumentare il numero delle persone indagate ma anche alleggerire qualche posizione. Come si ricorderà l’inchiesta partì dopo la presentazione di una denuncia ai carabinieri da parte di Matteo Molonia, il marito della signora Salpietro.

Molonia raccontò che mentre la moglie aspettava di partorire, esplose un litigio fra il ginecologo Vincenzo Benedetto e l’ormai ex assegnista di ricerca del Policlinico Antonio De Vivo. Quest’ultimo si stava apprestando ad assistere la signora Salpietro nel parto ma Benedetto cercò di allontanarlo non avendo De Vivo alcun titolo per trovarsi lì. Inoltre prima di compiere qualunque intervento avrebbe dovuto chiedere il permesso a Benedetto che in quel momento era il medico di guardia. Trascorsero minuti preziosi ed alla fine si decise di intervenire con il taglio cesareo. Il neonato riportò gravi lesioni, la cui portata non è stato ancora possibile stabilire con esattezza ed alla signora Salpietro fu asportato l’utero.

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