L'ultimo saluto a Providenti, "la sua porta era sempre aperta"

L’ultimo saluto a Providenti, “la sua porta era sempre aperta”

Redazione

L’ultimo saluto a Providenti, “la sua porta era sempre aperta”

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mercoledì 10 Aprile 2024 - 21:40

Oggi i funerali al Duomo del magistrato ed ex sindaco di Messina. Le parole commoventi dei figli

MESSINA – “Voglio ricordare la semplicità di mio padre. L’essenzialità e la chiarezza nel pensiero, nei valori, nel linguaggio. Un modello anche per il mio lavoro di avvocato. Odiava i fronzoli. Lo ha ricordato anche il vescovo Di Pietro: le sue sentenze erano famose per questo. A questo corrispondeva una semplicità incredile della porta aperta. La porta di mio padre era sempre aperta perché non aveva paura di confrontarsi con nessuno. E non faceva mai aspettare le persone dietro la porta. Ciao papà”. Così Salvatore Providenti ha ricordato, alla fine del funerale oggi pomeriggio in Duomo, il padre. Magistrato e sindaco di Messina dal 1994 al 1998, Franco Providenti è stato ricordato con commozione e sobrietà anche dalla figlia Giovanna.

A celebrare il vescovo ausiliare di Messina Cesare Di Pietro. In rappresentanza del Comune di Messina, con la fascia tricolore, l’assessora Alessandra Calafiore, con la polizia municipale e il comandante della polizia metropolitana Giovanni Giardina. Da parte sua Giovanna Providenti ha ringraziato “le persone che ieri, alla camera ardente, e oggi qui sono venute per farci scoprire ancora di più quanto mio padre avesse la porta del cuore aperta. E in tanti ci hanno raccontato come lui, in tutta la sua semplicità, risolvesse problemi, avesse questo desiderio di risolvere i problemi degli altri. Mio padre aveva dentro di sé la bontà, il senso di giustizia, l’amore per la pace, sin da piccolo. E ha trovato negli ideali cattolici di Giovanni XXIII e Paolo VI qualcosa che corrispondeva a quello che sentiva dentro. Come tutte le persone che hanno questi valori di pace e giustizia dentro di loro, mio padre era un ottimista. Credeva in un mondo migliore, trovando corrispondenza tra ciò che c’è dentro e ciò che c’è nella società”.

E, ancora, la figlia Giovanna ha ricordato il suo lavoro di magistrato, anche nella lotta alla mafia, e l’impegno nel sociale, con la Lam (Lega antidroga messinese) e il Tribunale dei diritti del malato. In politica, ha messo in evidenza, era un “progressista e uomo di sinistra che crede in una visione egualitaria della società. Così come, nella lunga storia d’amore con mia madre, è stato un uomo di grande equilibrio, con il suo inguaribile ottimismo”, ha detto commuovendosi.

Chi era Providenti

Aveva 89 anni e da poco aveva perso la moglie Franca Piccione. Franco Providenti era stato un protagonista nel primo maxiprocesso a Messina contro la mafia, come pubblico ministero nella sua città, negli anni Ottanta. E per questo motivo subì un attentato nella sua abitazione. Già presidente della Fuci (Federazione universitaria cattolici italiana), è stato pure punto di riferimento nel sociale. Poi il salto in politica con l’elezione diretta (per la prima volta) come sindaco di Messina, per il centrosinistra, al secondo turno, grazie alle divisioni nel centrodestra.

Primo cittadino dal luglio 1994 al maggio 1998, fu battuto da Salvatore Leonardi e non ebbe la possibilità di fare un secondo mandato. Poi il ritorno all’attività giudiziaria, senza perdere la passione civile e una parentesi come presidente di Atm, fino a concludere la sua carriera come magistrato della Corte di Cassazione.

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