Il Consiglio dà buca all’appuntamento per i debiti fuori bilancio Ato: niente finanziamento

Nulla di fatto. La lunghissima giornata di Palazzo Zanca si è chiusa senza concludere niente. L’ennesima corsa contro il tempo per votare prima dello scoccare della mezzanotte un altro atto importante per le sorti finanziarie del Comune stavolta non è andata a buon fine. Sul piatto c’era l’ultima delibera “last minute” che l’amministrazione Accorinti ha provato a far votare al Consiglio Comunale. Un provvedimento delicato che riguarda l’approvazione dei debiti fuori bilancio con l’Ato3 per gli anni 2007,2009,2010 e 2011, per accedere ad un finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti e coprire in questo modo i debiti con l’Ato, ai sensi dell’art. 33 del dl 66/14. Un fardello da 11.837.604,62 euro, una cifra considerevole e che l’amministrazione si trascina da oltre un anno. Tutti ricorderanno infatti la seduta straordinaria convocata alla vigilia di ferragosto del 2013 per votare proprio questi debiti e accedere al fondo di rotazione regionale per avere liquidità in cassa e iniziare a saldare. In quell’occasione finì senza risultati. Un anno dopo, la possibilità che si è presentata era un altro fondo a cui attingere, ma il copione si è rivelato quasi lo stesso.

Ma partiamo dal principio perché la giornata dei consiglieri comunali è stata lunghissima, anche se inconcludente. In mattinata a poco è servita l’intensa ed estenuante riunione dei capigruppo consiliari che alle 11 si erano riuniti per discutere della mobilità dei lavoratori Ato3 all’Amam e che ben presto si sono ritrovati a dover affrontare lo scottante argomento del giorno. In un’aula che si è popolata di buona parte dei consiglieri, non solo dei capigruppo, l’assessore al Bilancio Guido Signorino, il segretario generale Antonio Le Donne, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, i Revisori dei Conti hanno discusso di questo provvedimento che ha surriscaldato l’inizio della settimana di Palazzo Zanca. Il vicesindaco ha provato in tutti i modi, come già accaduto in diverse occasioni, a convincere l’aula della bontà del provvedimento e della necessità di votarlo entro la mezzanotte, in modo da rispettare il termine perentorio indicato dalla Cassa Depositi e Prestiti che fissava la scadenza ultima al 30 settembre, cioè oggi. A destare scompiglio proprio l’interpretazione di questo termine ultimo. Nella nota dell’Istituto, che agisce per nome e per contro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, si legge infatti che “l’Ente dovrà produrre specifica attestazione (delibera di riconoscimento dei debiti fuori bilancio) in data antecedente la stipula del contratto di anticipazione, che dovrà intervenire entro il termine perentorio del 30 settembre”. Da queste poche righe l’urgenza di approvarla entro le 23.59 di ieri.

Stavolta però il Consiglio si è frantumato e non ha accettato il gioco dell’amministrazione che ormai con regolarità scientifica consegna gli atti finanziari all’ultimo momento utile. Questa delibera ha probabilmente battuto ogni record: è stata siglata sabato, inviata via mail ai 40 consiglieri intorno alle 21 di sabato sera e approdata in commissione Bilancio e poi in capigruppo ieri mattina, senza neanche il parere dei Revisori dei Conti. Un ritardo immotivato, visto che la nota della Cassa Depositi e Prestiti che accorda la possibilità del finanziamento risale addirittura allo scorso 8 settembre, quindi oltre venti giorni fa. Allora perché non portarla in aula prima? Dimenticanza, pressapochismo, inesperienza amministrativa o preciso disegno politico, fatto sta che questa volta il modus operandi dell’amministrazione non è piaciuto. Un atteggiamento che ha fatto storcere il naso a non pochi consiglieri che si sono sentiti presi in giro e beffeggiati da un’amministrazione che si muove senza tenere in grande considerazione l’aula, salvo poi chiedere senso di responsabilità e sostegno quando bisogna votare materie finanziarie. Nonostante tutto però si è deciso di tentare e di portare in aula il provvedimento.

Il Consiglio, fissato alle 12 in seduta di question time, è così stato riaggiornato alle 20, orario concordato con i Revisori dei Conti per il rilascio del parere necessario alla delibera. I lavori sono però iniziati alle 21.45, ma l’aula è rimasta desolatamente vuota. All’apertura della seduta i consiglieri presenti erano 16, l’assessore Signorino non ha avuto neanche la possibilità di illustrare la delibera e l’importanza di votarla subito per non perdere la possibilità di un finanziamento da 7 milioni di euro per coprire i debiti con l’Ato3 che ammontano a quasi 11,9 milioni di euro. Niente numero legale, seduta rinviata di un’ora. Alle 22.55 però stessa identica scena: non più 16 ma 19 i consiglieri che hanno risposto all’appello nominale del segretario Le Donne per votare il prelievo della delibera sui debiti Ato3. Dunque ancora niente numero legale, tutti a casa e seduta che riprenderà alle 12 di oggi. Non è ancora chiaro se questo documento tornerà in aula, visto che secondo quanto ha sostenuto ieri l’assessore Signorino il termine per votarlo sarebbe già scaduto. Si potrebbe comunque fare un tentativo, approvare l’atto e sperare che la Cassa Depositi e Prestiti accetti una delibera che porta la data del 30 settembre. Non è però così scontato un voto favorevole dell’aula, nonostante il parere positivo dei Revisori dei Conti tranne per la parte che riguarda il 2007 che però potrebbe essere corretta con un emendamento. L’astensionismo che si è registrato ieri sera, a parte i soliti che se la fanno spesso alla larga, è stato indicativo del fatto che in tanti non hanno probabilmente voluto assumersi il peso di un debito fuori bilancio di tale entità e che non è stato analizzato dettagliatamente per il poco tempo a disposizione. Mai però, fino ad oggi, su un argomento tanto importante c’era stata una debacle così palese. A rimanere fino alla fine: Elvira Amata, Emilia Barrile, Claudio Cardile, Nino Carreri, Nicola Cucinotta, Daniela Faranda, Lucy Fenech, Nino Interdonato, Franco Mondello, Mariella Perrone, Ivana Risitano, Mario Rizzo, Antonella Russo, Giuseppe Santalco, Donatella Sindoni, Gino Sturniolo, Pippo Trischitta, Daniele Zuccarello. Mancava in massa il Megafono, due soli gli esponenti sugli scranni del centrodestra, tre nei posti di Udc e Dr, sei i presenti di area Pd. Una composizione dell’aula spaiata, segno che non ci sono state neanche grandi consultazioni all’interno dei gruppi per arrivare preparati all’appuntamento. E segno che evidentemente quegli 11,9 milioni fanno un po’ paura. Oggi probabilmente ci sarà il secondo round, ma è tutto da definire in corso d’opera.

Francesca Stornante