Ex scuola Nicholas Green, 22 anni dopo il ricordo ha lasciato il posto alla vergogna. FOTO e VIDEO

Ex scuola Nicholas Green, 22 anni dopo il ricordo ha lasciato il posto alla vergogna. FOTO e VIDEO

Rosaria Brancato

Ex scuola Nicholas Green, 22 anni dopo il ricordo ha lasciato il posto alla vergogna. FOTO e VIDEO

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venerdì 04 Novembre 2016 - 23:03

Chiusa dal 2011 l'ex scuola intitolata al bimbo americano ucciso nel '94 è ridotta ad un letamaio. Nonostante le richieste della circoscrizione l'amministrazione non ha mai risposto. Il presidente della Commissione Zuccarello chiederà di revocare l'intitolazione e trovare un luogo più adatto al ricordo. LE FOTO e IL VIDEO CON CUI AVEVAMO DOCUMENTATO LA SITUAZIONE POCHI GIORNI FA

Se avessimo un po’ di dignità dovremmo togliere quell’intitolazione e dare al ricordo di Nicholas Green il doveroso rispetto che merita. Dovremmo farlo, anche perché non ci sono soldi per ricostruire quasi da zero l’ex scuola a lui intitolata, ridotta ad un ammasso di macerie. E se anche trovassimo le risorse (e ne servono tante), passerebbero altri 10 anni.

Le foto dell’ex scuola Nicholas Green, ridotta a letamaio, vandalizzata, deturpata da erbacce e rifiuti, ignorata dalle ultime due amministrazioni, sono finite all’attenzione dei consiglieri della X Commissione patrimonio, presieduta da Daniele Zuccarello che ha posto l’argomento all’ordine del giorno dopo un sopralluogo nei giorni scorsi.

Assente l’amministrazione, presenti i dirigenti De Francesco e De Leo, l’ingegnere Famà del dipartimento manutenzioni ed il presidente della commissione lavori pubblici della III circoscrizione Cosimo Oteri che ha raccontato come le proposte presentate in 3 anni siano state ignorate dalla giunta Accorinti.

Era il 29 settembre 1994 quando Nicholas Green, in auto sulla Salerno Reggio Calabria con la famiglia, direzione Sicilia, veniva ucciso per errore da due rapinatori. Il piccolo, di appena 7 anni, giunse in fin di vita al Policlinico, ed alla sua morte, poche ore dopo, l’1 ottobre, i genitori decisero di donare gli organi.

Nel ’94 in Italia c’erano appena 400 donatori l’anno e a scelta dei Green fece clamore e fu un esempio che ancora oggi, 22 anni dopo, ricordiamo. A febbraio Reginald Green è stato a Palermo, ad un dibattito promosso da un’associazione di donatori di organi ed ha ribadito: non mi sono mai pentito. Meno male che non è tornato a Messina, perché i suoi occhi avrebbero visto la vergogna della scuola intitolata al suo piccolo diventata rifugio per topi e vandali. In realtà Reginald Green a Messina è tornato nel 2014 e l’edificio era in totale stato di abbandono, così che la cerimonia si è tenuta al Policlinico. Invece di arrossire di vergogna abbiamo fatto trascorrere altri 2 anni senza muovere un dito o una carta. La struttura è così dal 2011 e di mese in mese la situazione va peggiorando.

“La scuola è stata chiusa nel 2011 e poi dismessa definitivamente nel 2012- ha spiegato il dirigente del Dipartimento Pubblica istruzione Salvatore De Francesco- La causa principale erano le gravissime condizioni strutturali. Più volte abbiamo chiesto di ripristinarla come edificio scolastico ma ci è stato risposto che le condizioni tali da non rendere più possibile quell’utilizzo. Il mio auspicio invece è che si trovino i soldi, anche perché abbiamo bisogno di strutture destinate ad uso scolastico”.

A mancare è qualsiasi tipo d’intervento, anche solo per la bonifica o la messa in sicurezza. Eppure le segnalazioni e le proposte dal quartiere non sono mai mancate. A mancare, casomai, è stata la volontà dell’amministrazione d’intervenire.

“Negli ultimi 3 anni abbiamo presentato 3 proposte, tutte ignorate dall’amministrazione- ha spiegato Cosimo Oteri in rappresentanza della III Circoscrizione- Eppure ogni anno ci ritroviamo a votare un Piano triennale delle opere pubbliche che prevede la somma di 300 mila euro per la riqualificazione dell’ex scuola. Il 30 gennaio 2014 abbiamo proposto l’indizione di un bando per affidare la struttura ad associazioni o enti. Abbiamo proposto l’utilizzo per farne uffici del Comune, oppure per realizzare una biblioteca. Fino al mese scorso abbiamo chiesto d’inserirla tra i progetti di riqualificazione della Città Metropolitana. Invece da un professore di Accorinti che ha trascorso tutta la vita con i ragazzi nelle scuole, abbiamo avuto in risposta solo silenzio. Siamo stati ignorati per 3 anni e ci siamo vergognati quando i genitori di Nicholas Green sono tornati a Messina”.

Il dirigente De Leo ha spiegato che in realtà, viste le pessime condizioni dell’immobile, 300 mila euro servirebbero a poco e che fin quando non ci saranno risorse più corpose non si può intervenire: “Abbiamo invece sollecitato più volte almeno gli interventi di immediata messa in sicurezza, come la chiusura dei cancelli e le recinzioni, per le quali basterebbero 10 mila euro, ma siamo ancora in attesa”.

A supporto anche l’ingegnere Famà che è entrato nel dettaglio e che ha spiegato che altri tipi di intervento, come ad esempio l’eliminazione dei rifiuti, sono di competenza di altri dipartimenti. Problematico anche il bando per l’affidamento ad associazioni o enti, sia per motivi economici che di condizioni del plesso.

Insomma, sono passati 22 anni dal dono di Nicholas e noi abbiamo saputo sporcare il ricordo di questa storia esemplare con l’incuria e il disinteresse. E’ inspiegabile che dal 2011 ad oggi, siano trascorsi 5 anni e non sia stato possibile neanche intervenire per chiudere i cancelli ed impedire le incursioni dei vandali.

I consiglieri intervenuti, Mondello, Sindoni, Cucinotta, Santalco, Gioveni, Adamo, Pagano, hanno ribadito tutti l’indignazione generale per le condizioni del sito che pure, come ricordato dall’ex assessore Mondello era stato tolto dal piano dei beni da alienare proprio per poterlo utilizzare. Il coro è stato unanime: è mancata la volontà politica dell’amministrazione Accorinti che ancora una volta è riuscita a fallire in quella che doveva essere la priorità, cioè dare risposte agli ultimi, quali sono sia i bambini che soprattutto quelli delle zone più disagiate, come Valle degli Angeli. Tre anni sono trascorsi invano e non ci sono soldi né la volontà di intervenire.

“Chiederò che venga tolta l’intitolazione a Nicholas Green da quelle macerie e venga intitolato un altro luogo più adatto. Dobbiamo vergognarci di questo disinteresse e delle condizioni in cui versa ‘ex scuola. Farò una richiesta ufficiale come presidente della Commissione” ha concluso Daniele Zuccarello.

A febbraio, alla cerimonia con Reginald Green è intervenuta una donna di 40 anni che grazie a Nicholas è viva. Aveva 19 anni e le avevano dato pochi giorni di vita se non avesse avuto un trapianto di fegato. Oggi ha un figlio di nome Nicholas.

Quel che resta della scuola di Nicholas Green è sporcizia, macerie, sterpaglie. Quel che resta non rende onore ad una città che accolse il piccolo e la sua famiglia nel ’94 e consegnò alla storia un esempio di grandezza umana.

Rosaria Brancato

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