La Prefettura sospende le più alte cariche del comune di Mojo. Intanto agli interrogatori di garanzia...
MESSINA – Si va verso il commissariamento del Comune a Mojo Alcantara, dopo l’inchiesta Affari di Famiglia che ha portato all’arresto del sindaco Bruno Pennisi, la vicesindaca Clelia Pennisi e altri suoi familiari con le accuse, a vario titolo, di concorso esterno e corruzione. La Prefetta di Messina Cosima Di Stani li ha sospesi entrambi e in questi giorni si vaglia la possibilità che al municipio si insedi la commissione prefettizia per l’ispezione che potrebbe condurre allo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose.
Intanto ieri sono cominciati gli interrogatori degli arrestati, che hanno scelto di rispondere all’interrogatorio di garanzia del Giudice per le indagini preliminari Tiziana Leanza, fornendo la loro versione dei fatti. In particolare i Pennisi, Clelia e il fratello Carmelo e Giuseppe, assistiti dall’avvocata Cinzia Panebianco, si sono difesi respingendo tutte le accuse. In sostanza i Pennisi hanno sottolineato che i crediti vantati nei confronti del Comune fossero legittimi e legittimi i rapporti col primo cittadino.
L’accusa più pesante è per Carmelo Pennisi, indicato dal pentito dei Cinturino Carmelo Porto come l’uomo di riferimento del clan per la spartizione dei lavori. Per la stessa accusa era stato coinvolto nell’inchiesta Isolabella ma assolto in primo grado, sempre difeso dall’avvocata Panebianco.