La Camera di Commercio messinese contro la riforma della pubblica amministrazione

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lunedì 21 Luglio 2014 - 14:50

Una delegazione della Camera di commercio di Messina sarà il 23 luglio a Roma per protestare contro gli ultimi provvedimenti del Governo che riguardano gli Enti camerali. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sostengono che il decreto della Pubblica amministrazione, per come è stato concepito, voglia dire “fine dei servizi”.

Ci sarà anche Messina alla manifestazione nazionale di mercoledì 23 a Roma, indetta dalle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil. Sarà presente anche una delegazione della Camera di commercio di Messina per protestare contro gli ultimi provvedimenti emanati ed emanandi dal Governo nazionale che riguardano gli Enti camerali.

Le organizzazioni sindacali sostengono che il decreto della Pubblica amministrazione, per come è stato concepito, voglia dire “fine dei servizi” e chiedono a viva voce “una reale riforma delle Camere di commercio” e, contestualmente, “la difesa dei posti di lavoro”.

Il sistema camerale destina circa il 90% del volume delle proprie risorse al territorio sotto forma di servizi alle imprese: promozione della competitività, internazionalizzazione, corretto funzionamento dei mercati; servizi di e-gov per facilitare il rapporto tra imprese e PA; accesso al credito (Confidi). E, secondo un sondaggio condotto dall’Ispo su un campione di 1.300 imprese per conto dell’Istituto Tagliacarne, la Camera di commercio è l’istituzione pubblica che le imprese italiane considerano più efficiente.

“Abbiamo sempre detto di essere favorevoli ad una riforma del sistema camerale – affermano Carmelo Gatto della Uil Fpl, Giulia Coluccia della Fp Cgil e Nino Scimone della Cisl Fp – e lo siamo ancora. Ma i posti di lavoro e gli emolumenti di chi ha lavorato una vita intera vanno difesi”. I sindacati puntano l’indice contro l’art. 28, che prevede la riduzione del diritto camerale annuale del 50% e del quale chiedono la cancellazione.

“Taglio del 50% degli oneri camerali vuol dire tagliare la principale fonte di sostentamento di un sistema di servizi utile ad aziende che, come emerso da una recente indagine di Confcommercio, per oltre il 70% lo ritengono indispensabile, apprezzando la qualità dell'offerta – proseguono i sindacalisti – inoltre, lo ribadiamo ancora una volta, la riduzione del diritto camerale annuale è insostenibile per le Camere di commercio siciliane, che fungono anche da enti previdenziali. Una parte del bilancio camerale, infatti, viene utilizzato per pagare le pensioni dei propri dipendenti. Diminuendo le entrate, così come previsto dall’art. 28, non sarà possibile garantire gli stipendi e le pensioni”.

Soddisfazione per la partecipazione della delegazione della Camera di commercio di Messina alla manifestazione di protesta, è stata espressa dal segretario generale dell’Ente camerale, Vincenzo Musmeci.

2 commenti

  1. puzza di bruciato 22 Luglio 2014 11:31

    Ecco un altro “stipendificio” scoperto….
    On line si può fare di tutto;
    Perchè continuare a mantenere in vita un ente pieno e strapieno da figli: di sincacalisti, di imprenditori, di politici, parenti amanti ed affini della “vecchia casta”..

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  2. puzza di bruciato 22 Luglio 2014 11:31

    Ecco un altro “stipendificio” scoperto….
    On line si può fare di tutto;
    Perchè continuare a mantenere in vita un ente pieno e strapieno da figli: di sincacalisti, di imprenditori, di politici, parenti amanti ed affini della “vecchia casta”..

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