Mari freddi: al primo caldo possibile il ritorno delle "nebbie di mare"

Mari freddi: al primo caldo possibile il ritorno delle “nebbie di mare”

Daniele Ingemi

Mari freddi: al primo caldo possibile il ritorno delle “nebbie di mare”

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mercoledì 29 Maggio 2019 - 08:36

I mari ancora freddi, oltre ad attutire gli effetti delle prime ondate di calore, potranno agevolare il ritorno dell'affascinante fenomeno delle nebbie di mare

Dopo una lunga primavera fredda e instabile le acque del mar Mediterraneo hanno subito un intenso raffreddamento che in molti settori è andato avanti fino al mese corrente. A risentirne maggiormente sono stati proprio i bacini italiani e una larga fetta del bacino centro-occidentale del Mediterraneo, mentre sul bacino orientale del Mediterraneo, dopo la prima intensa ondata di calore dei giorni scorsi, si iniziano a registrare le prime significative anomalie termiche positive. Le anomalie termiche negative più significative si stanno riscontrando proprio fra il basso Tirreno e il mar Ionio.

Le acque superficiali più fredde hanno sensibilmente mitigando in modo anche drastico il clima delle località e città di mare. Inoltre, la presenza di mari ancora freddi in superfice, nei prossimi giorni, all’arrivo della prima vera avvezione calda di stagione, potranno ancora favorire lo sviluppo delle affascinanti “nebbie di mare”. Le “nebbie di mare”, tecnicamente conosciute come “nebbie d’avvezione”, sono distese di strati sottili (nubi basse di colore bianco) che mantengono la base in prossimità del suolo o della superficie marina. La loro formazione, in mare aperto, solitamente avviene quando una massa di aria calda e sufficientemente umida scorre sopra la fredda superficie marina.

Durante il giorno, quando si attivano i venti termici e le brezze, queste nebbie di mare possono raggiungere la costa e il vicino retroterra, con densi banchi di nebbia capaci di causare drastiche riduzioni della visibilità orizzontale anche in località piuttosto distanti dalle aree litoranee. Sul mar Mediterraneo e sui bacini che circondano l’Italia le “nebbie d’avvezione” sono molto comuni nella stagione primaverile, allorquando dall’entroterra nord-africano, in genere dal deserto algerino e dalla Libia, iniziano ad affluire masse d’aria, d’estrazione sub-tropicale continentale, piuttosto calde, visto il deciso riscaldamento, indotto dal passaggio zenitale del sole, che fra marzo e aprile interessa tutta la fascia sub-sahariana e buona parte dell’immensa distesa desertica del Sahara, con valori termici che sfondano per la prima volta il muro dei +40°C +42°C dopo il periodo invernale.

La vistosa anomalia termica negativa riscontrata sul Mediterraneo centrale

In primavera la superficie del mare, dopo aver smaltito tutto il calore latente accumulato nella precedente stagione estiva, tende a raffreddarsi notevolmente, presentando valori decisamente più bassi rispetto quelli riscontrati sulla terra ferma. In queste circostanze quando una massa d’aria calda e umide transita sopra uno specchio di mare con temperatura più bassa l’umidità contenuta in seno a questa massa d’aria può rapidamente condensarsi, creando un esteso strato di nebbia, con base prossima alla superficie del mare. Proprio in questo periodo dell’anno, i venti di scirocco, ostro e libeccio che risalgono dall’entroterra nord-africano, cominciano a trasportare aria molto più calda che è costretta ad attraversare il Mediterraneo, il quale si mostra ancora piuttosto freddo dopo la lunga stagione invernale, raggiungendo le temperature più basse dell’anno.

Sulle coste nord-africane, tra Egitto, Libia, Tunisia e Algeria, i venti che spirano dai quadranti meridionali si presentano piuttosto secchi, polverosi e poveri di umidità. Una volta scivolati sul Mediterraneo, già sopra Malta, tra il Canale di Sicilia e il basso Ionio, le calde correnti africane, provenienti da Sud, tendono ad umidificarsi notevolmente, fino al punto da trasformarsi in venti umidi e carichi di vapore acqueo. L’umidità raccolta e contenuta in seno al flusso caldo, di matrice sub-tropicale (tipica situazione da avvezione calda sul Mediterraneo), scorrendo sopra la più fredda superficie marina, man mano che sale verso nord, tende a rapidamente raffreddarsi, favorendo così la condensazione del vapore acqueo, con la conseguente formazione dei banchi di nebbia in mare, che altro non sono che estesi strati sottili che mantengono la base a pochi metri dalla superficie del mare.

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