Palazzo Zanca sotto “assedio”. Abitanti di via Alessandria e dipendenti comunali in protesta

Un assedio. Stamane palazzo Zanca si è trasformato in un campo di battaglia. Da un lato i dipendenti comunali che reclamavano il proprio diritto allo stipendio, dall'altro alcuni residenti di via Alessandria, al rione ferrovieri, che sono stati sfrattati dal Comune. Entrate bloccate, corridoi colmi di persone, vigili urbani che faticavano a trattenere le persone.

La situazione è rimasta tesa per ore. Alle 11.30 era prevista la seduta del consiglio comunale con all'ordine del giorno 32 proposte deliberative, tra le quali il bilancio conclusivo del 2011 e la delibera sull'Imu . Ma la seduta è stata ben presto interrotta, intorno alle 12. "Come possiamo pagare nuove tasse, se non arriviamo a fine mese?". Questo il grido dei dipendenti comunali che non hanno permesso che la seduta continuasse. Intorno alle 12.30 i dipendenti comunali hanno parlato coi sindacati. Giovedì si terrà un'assemblea per discutere il problema, ma i dipendenti insistono nel voler risposte immediate. Intorno alle 13 sono ripresi i lavori del consiglio comunale, ma la contestazione non accenna a placarsi nei corridoi di palazzo Zanca. Alle 13.30 la situazione in aula consiliare è più tranquilla e il Comune dirama un comunicato in cui si spiega che il segretario generale, Santi Alligo, e il ragioniere generale, Nando Coglitore, hanno rassicurato i dipendenti. hanno rassicurato i dipendenti. hanno rassicurato i dipendenti: "Non appena il commissario straordinario del Comune di Messina, Luigi Croce, riceverà la comunicazione dall'assessore regionale dell'economia, Gaetano Armao, della prevista ripartizione agli enti locali, della complessiva somma di 60 milioni di euro, quale ulteriore quota delle rate ordinarie di finanziamento spettanti ai Comuni, verrà data immediata disposizione alla ragioneria generale di palazzo Zanca, per il pagamento al personale comunale, degli stipendi di settembre. I 60 milioni che la Regione siciliana ha destinato ai trasferimenti agli enti locali, saranno disponibili e spendibili per fronteggiare le principali emergenze dell'economia e della società siciliana secondo le modulazioni della Giunta regionale di governo".

Ripercorriamo la vicenda. La rabbia dei dipendenti comunali si era scatenata dopo la notizia che i loro stipendi sono nuovamente in bilico. In preventivo dovevano arrivare al Comune 7 milioni e mezzo. 5 milioni e mezzo dovevano servire per il pagamento dei dipendenti comunali, 2 milioni per i lavoratori dei servizi sociali. Ma ora non c’è nulla di certo, anzi. La Regione erogherà agli enti locali siciliani 60 milioni di euro e i segretari generali di Fp Cgil, Cisl e Uil Pa avanzano fondati dubbi sulle possibilità che, di questi, ne arrivino a Messina 7 milioni e mezzo, come preventivato.

“I comuni siciliani – affermano Crocé, Emanuele e Calapai – hanno ricevuto dalla Regione, fino ad oggi, solo 126 milioni, a fronte dei 252 corrisposti nel primo trimestre dello scorso anno e confidavamo nell’erogazione del saldo delle due trimestralità insieme all’erogazione della terza. In questo modo, invece, sono a rischio gli stipendi dei dipendenti comunali, così come quelli dei servizi sociali, per i quali è necessario impegnare le somme per la pubblicazione dei bandi di gara in scadenza il 31 dicembre. Per il personale precario, poi, si allontana sempre più ogni ipotesi di stabilizzazione”.

Il commissario del Comune, Luigi Croce, e il ragioniere generale, Ferdinando Coglitore, avevano ipotizzato l’arrivo a Messina di 48 milioni di euro, così ripartiti: 18 milioni e mezzo di trasferimenti statali, 15 milioni dall’Imu, 3 milioni e mezzo dalla Tarsu, 4 milioni e mezzo dall’Irpef e proprio 7 milioni e mezzo di trasferimenti regionali.

“Non consentiremo – concludono Crocé, Emanuele e Calapai – di lasciare migliaia di lavoratori senza stipendio o addirittura licenziati per chiusura dei servizi. Le funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil annunciano iniziative di mobilitazione e di protesta nei confronti della classe dirigente e politica che ha governato provocando un simile disastro nella gestione delle risorse pubbliche".

E sull’argomento, i consiglieri comunali Carmelo Conti, Gaetano Caliò, Antonino Carreri e Antonino Restuccia, hanno scritto al commissario del Comune, Luigi Croce, ed al presidente del consiglio comunale, Giuseppe Previti: “Secondo un copione ormai consolidato i politici messinesi in particolare e comunque generalmente quasi tutti guardano con indifferenza le sorti di circa 1800 dipendenti comunali e di tutto l'indotto delle società partecipate. La deputazione regionale al pari di quella nazionale nulla può e nulla sembra fare per richiedere allo Stato il riscontro per ciò che lo Stato pretende senza sconti e dilazioni da parte dei cittadini quando deve riscuotere le imposte”.

Il consiglio comunale ha preso atto della necessità di far quadrato attorno al commissario Croce: “Adesso tocca alla rappresentanza nazionale e regionale – scrivono i quattro consiglieri -. La deputazione messinese uscente e subentrante manifesti un atto di impegno per far sì che non si abbia a ripetere la negazione di un fondamentale diritto, ricevere lo stipendio, che offende la dignità dei lavoratori. Il ritardo nei trasferimenti è certamente frutto della crisi sistemica ma è anche sintomo della disattenzione e della carente sinergia tra i rappresentanti della deputazione messinese”.

LA PROTESTA DEGLI ABITANTI DI VIA ALESSANDRIA

23 famiglie residenti in emergenza abitativa in via Alessandria sono state sfrattate dal Comune. E i residenti del rione ferrovieri si sono fatti sentire al Comune. Alcuni sono stati trattenuti fuori, altri sono riusciti ad entrare in attesa di un incontro con il commissario del Comune, Luigi Croce. Le case sono di proprietà della società Gife srl e il Comune le ha prese in affitto per 2 anni, promettendo il rinnovo del contratto. Ieri, però, le 23 famiglie sono state convocate al dipartimento politiche per la casa ed invitate a trovare un'altra sistemazione, con un sussidio di 400 euro al mese per sei mesi. "Sembrerebbe – scrive il consigliere della terza circoscrizione, Libero Gioveni – che la Gife rivoglia indietro l'immobile perché il Comune non ha più pagato l'affitto. Auspichiamo che venga concessa una proroga e che la questione venga affrontata politicamente dalla nuova amministrazione".