"Meno auto, più ciclabili? Messina ha bisogno di altro per la mobilità"

“Meno auto, più ciclabili? Messina ha bisogno di altro per la mobilità”

Redazione

“Meno auto, più ciclabili? Messina ha bisogno di altro per la mobilità”

venerdì 18 Aprile 2025 - 15:30

Gaetano Sciacca, presidente di Messina 3S, risponde ancora all'esperto Giuseppe Saija: "Ecco le nostre proposte per la città"

MESSINA – “Ridurre la complessa questione della mobilità sostenibile alla formula semplicistica “meno auto = più ciclabili” è non solo riduttivo, ma anche fuorviante. La trasformazione del sistema della mobilità urbana richiede ben altro: una visione integrata e interventi concreti”. Così Gaetano Sciacca, presidente del comitato Messina 3S Sviluppo Sostenibilità Sicurezza, replica a Giuseppe Saija, specializzato in mobilità ciclistica all’Università di Verona, oltre che segretario di Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta). “Nel 2021 Messina (220mila abitanti) aveva circa 146mila auto sul suo territorio. Il tasso di motorizzazione è del 64 per cento. In sostanza, ci sono troppe auto”, ha evidenziato l’esperto di mobilità sostenibile.

Gaetano Sciacca

Questa l’opinione dell’ingegnere Sciacca: “Qual interventi proponiamo? Si ritiene utile richiamare alcune azioni fondamentali, non ideologiche ma strutturali:
1) Potenziamento del trasporto pubblico. Messina, con la sua conformazione geografica stretta e lunga, e i suoi 48 villaggi collinari, ha bisogno di un sistema di trasporto pubblico realmente efficace. La vera alternativa alla mobilità privata non può prescindere dal collegamento a pettine dei villaggi collinari, dall’incremento delle vetture tranviarie, dalla realizzazione della metromare a nord, dalla piena attivazione della metroferrovia a sud, dall’incremento delle vetture tranviarie. È bene precisare che i 30 milioni di euro che l’attuale amministrazione sta destinando alla linea tranviaria non rappresentano un reale potenziamento del servizio, ma piuttosto un intervento di manutenzione o restyling”.
2) “Completamento di due infrastrutture strategiche. Il porto di Tremestieri, se pienamente operativo, avrebbe già consentito l’eliminazione del traffico gommato di attraversamento nel centro cittadino. Parimenti, la via Don Blasco rappresenta un’arteria fondamentale per la viabilità urbana. Eppure, dopo sette anni di amministrazione De Luca-Basile, entrambe le opere risultano ancora incompiute, nonostante le numerose “micro-inaugurazioni” sbandierate a mezzo stampa”.
3) “Realizzazione di aree parcheggio adeguate. Servono parcheggi multipiano in aree idonee, come ad esempio il “Fosso” di via La Farina, evitando interventi che restringano arterie stradali o compromettano zone sensibili. La costruzione di parcheggi d’interscambio su coperture di torrenti o su strade strategiche per la protezione civile è una scelta pericolosa, inaccettabile in una città classificata in zona sismica 1 e ad alto rischio idrogeologico. Non è solo una questione urbanistica, ma di sicurezza pubblica”.

4) “Abbattimento concreto della CO₂. Tagliare 57 platani in perfetto stato di salute, lungo il viale Giostra, per realizzare un parcheggio d’interscambio, è una decisione in totale contrasto con ogni principio di sostenibilità ambientale”. Su questo amministrazione comunale e Messina Servizi hanno sostenuto una tesi opposta:  “Gli alberi sul viale Giostra non sono stati abbattuti per il cantiere del parcheggio d’interscambio ma in seguito ad alcune analisi che ne hanno evidenziato il rischio schianto”.

Ma torniamo a Sciacca: “La lotta alla CO₂ non si fa piantumando qualche alberello in centro, peraltro a costi elevatissimi. La vera svolta green si ottiene con una riforestazione urbana seria, in aree degradate, ex discariche o zone colpite da incendi, in prossimità dei centri abitati. In conclusione, è auspicabile un confronto che superi le semplificazioni e si basi su soluzioni sistemiche. Messina merita una visione ampia, pragmatica e concreta per costruire davvero un futuro sostenibile”.

Sul potenziamento del trasporto pubblico e il verde siamo d’accordo ma perché negare l’eccesso d’auto a Messina?

Sul trasporto pubblico e il verde, sulla necessità di non fare passare i Tir dalla città, sul problema (che investe la politica a tutti i livelli) dell’incompiuta del porto di Tremestieri, siamo d’accordo. Ma non si comprende perché dimenticare che l’analisi dell’esperto Giuseppe Saija non è semplicistica. Ma ampia e articolata, seppure nella necessità di una divulgazione giornalistica. E che il numero eccessivo di auto è visibile a occhio nudo. Tra l’altro il primo punto evidenziato da Saija è proprio il potenziamento del trasporto pubblico.

In realtà, bisogna pretendere che questi processi di transizione verso un nuovo modello siano gestiti al meglio da chi amministra. E non invocare una “unicità” messinese che rischia di imprigiornarci nel passato. A Messina esiste uno spazio urbano al quale abbiamo rinunciato in nome della dittatura delle automobili. Un vecchio modello che oggi non regge più (Marco Olivieri).

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4 commenti

  1. Caro direttore, visto che è totalmente a favore delle tesi del sig. Saija perché, insieme è braccetto, non vi trasferite a Copenaghen e rimanete li per tanto tempo.

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  2. Questi vogliono togliere l’introito delle multe con lo street control al Comune. E poi i Vigili come li paghiamo e come aggiustiamo le strade cittadine? Li potremmo licenziare e lasciare le strade con le buche. Non si può fare!

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  3. Come può essere un sistema di trasporto efficiente e efficace con una viabilità tipica della nostra citta in cui vige la regola dei 2 minuti per parcheggiare in doppia fila, e soprattutto usare l’auto pure per comprare il pane sotto casa? L’elemento sicuramente essenziale è un servizio degno di tal nome da parte di chi è (o dovrebbe essere) preposto al controllo della viabilità

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  4. Perche’ non incominciate a togliervi le vostre auto?

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