Messina al bivio tra bellezza e "grande bruttezza"

Messina al bivio tra bellezza e “grande bruttezza”

Marco Olivieri

Messina al bivio tra bellezza e “grande bruttezza”

lunedì 13 Maggio 2024 - 07:16

L'apertura di Parco "Aldo Moro" e Villa Dante è un bel segnale ma occorre potenziare la cura quotidiana del territorio

di Marco Olivieri

MESSINA – Basta un attimo. Basta cambiare prospettiva. O la guardi direzione mare, nel segno dello scenario unico dello Stretto. O vai alla ricerca di palazzi e vie che mantengono l’antica bellezza. Oppure, in alernativa, ne vedi i notevoli segni di declino economico e sociale. Nelle foto, ad esempio, tra la spiaggia del Ringo e gli angoli del viale della Libertà, cogli alla perfezione il contrasto che ha segnato Messina dal gli anni Sessanta in poi in modo più significativo. Da un lato la “grande bruttezza”. Le offese alla sua bellezza, gli scempi edilizi, le baraccopoli, il degrado, le strutture abbandonate.

Dall’altro, una bellezza che, nonostante tutto, rimane e riaffiora. Basta poco o molto, dipende dai casi, per “riprendersi” la città e il suo patrimonio così violentato. Di certo, le imminenti aperture di Villa Dante e parco “Aldo Moro” rappresentano un segnale importantissimo per una realtà terremotata da questa lunghissima operazione di “grande bruttezza”.

Tuttavia, Messina potrebbe vincere la sfida del futuro e davvero rianimarsi se, assieme a un enorme lavoro sul piano sociale e culturale, rafforzasse la cura del territorio. Il Comune, approfittando dei nuovi innesti, deve investire in una nuova dirigenza che, assieme all’organo politico, non molli mai la presa su ogni angolo di questa martoriata città. Dalla cura del verde al controllo sull’esito dei lavori.

La necessità di una cura quotidiana del territorio

Non a caso, in questi giorni, abbiamo ricevuto una segnalazione su piazza Matteotti, trascurata dopo nemmeno due mesi dall’apertura al pubblico. E come dimenticare il cantiere per il parcheggio di Paradiso. In quest’ultimo caso è avvenuto il sequestro perché sul posto era accumulato materiale di risulta, non idoneo ai lavori. Sul piano formale era tutto in regola; sul piano sostanziale ora è in atto la verifica della magistratura.

In sostanza, la parola chiave per Messina è “cura”. La cura del territorio. E investe tutti i soggetti: dagli amministratori ai cittadini. Tra bellezza e bruttezza, tra risveglio e segni di un declino considerato spesso ineluttabile, c’è di mezzo una parola da ricordare: impegno. Impegno collettivo e individuale. Civico e politico.

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8 commenti

  1. Se si dovesse fare malauguratemente il ponte, voluto da quel personaggio che fino ad avantieri ci sputava veleno addosso, Messina imboccherà inequivocabilmente per decenni la via del disastro e della bruttezza.

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  2. Francesco Cardullo 13 Maggio 2024 07:52

    Si chiama anche “manutenzione” ed a volte è compresa nel prezzo dell’appalto.
    Senza una manutenzione giornaliera non esiste alcun progetto, di alcun tipo, bello o brutto che sia, che può resistere e durare nel tempo.
    E la manutenzione non ha…….riscontri di consenso popolare e quindi di riconoscimento politico.

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  3. Emanuele Ferrara 13 Maggio 2024 11:04

    La manutenzione, questa sconosciuta! E’ una piaga tutta messinese! Inaugurano una piazza, un monumento, un giardino e poi l’abbandonano al proprio destino! Manutenzione? Zero! Questa è la prassi in questa città perduta! Tagliano i nastri, si mettono in bella mostra, fanno le passerelle, e la gente pensa che la città migliori. Dopo qualche mese vai nel posto che hanno inaugurato e lo vede già degradato! Di chi è la colpa? Del DNA dei messinesi! Qualcuno narra che durante il terremoto del 1908 un gas inodore sia uscito dalle viscere della terra e abbia colpito i neuroni dei messinesi che hanno ripopolato la città. Ecco perchè oggi siamo circondati da tanto abbandono. Messina è bella certo che è bella, ma i suoi abitanti la violentano e la mortificano tutti i giorni! Non c’è nulla da fare deve essere proprio quel gas che ha cambiato i cervelli dei messinesi. Non si spiega altrimenti tanto degrado. Pensate che c’è gente che di proposito va ai Colli Sanrizzo per buttare la spazzatura! Ditemi voi come dobbiamo chiamare queste persone! Messina è bella certo che è bella, ma non accogliente! Io continuo a definirla una bellissima donna vestita di stracci!

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  4. Il problema è smettere di sorridere alla cattiva educazione dei cittadini

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  5. Condivido pienamente l’ articolo del direttore,così come pure l’ottimo commento del lettore Francesco Cardullo,…. è pressoché INUTILE fare se poi c’è immancabilmente il disfare 😤😖😡….in tutte le opere finora fatte c è un totale abbandono…..basta vedere tutto il verde piantato,le piazzette rifatte e lasciate al degrado, Villa Mazzini senza custode e telecamere già deturpata …..la colpa è di tutti gli incivili laddove deturpano il territorio,ma chi è pagato a vigilare non vigila adeguatamente diciamolo apertamente….che poi vorrei sapere 🤔per quanto riguarda le opere a beneficio del benessere del cittadino, che hanno realizzato dal 2018 ad ora 🤔????? La via Don Blasco stanno cercando ora di portarla a compimento ,per poter esibire le opere compiute viste le imminenti elezioni ( così come il parco Aldo Moro😏)….tempismo perfetto quando vogliono, sennò alle calende greche😖😡!

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  6. Mi dispiace ma ormai non esiste una zona della città che non sia degradata. Serve risanamento a 360 gradi

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  7. Francesco Cappello 13 Maggio 2024 15:34

    Incoraggiare la creazione di associazioni di volontariato (anche sostenendole finanziariamente: basta poco per firnire equipaggiamenti per la pulizia, ad esempio) e realizzare una fitta rete di videosorveglianza. Incrementare il pattugliamento, inviare ogni segnalazione alle istituzioni.
    Solo così, per decenni, si supera il degrado diffuso.

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  8. Perché è calato il silenzio sulla nuova costruzione abusiva a San Paolo denunciata qui da un commentatore con dovizia di particolari?
    I vigili si sono recati per un controllo?

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