Messina. "Caso rimborsi", sequestrati 2 milioni e mezzo di euro all'ex rettore Cuzzocrea

Messina. “Caso rimborsi”, sequestrati 2 milioni e mezzo di euro all’ex rettore Cuzzocrea

Redazione

Messina. “Caso rimborsi”, sequestrati 2 milioni e mezzo di euro all’ex rettore Cuzzocrea

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mercoledì 26 Novembre 2025 - 10:13

La decisione del giudice. Le indagini avevano preso l’avvio a seguito di diversi esposti dal Senato accademico di UniMe

MESSINA – I finanzieri del Comando provinciale di Messina, su delega della Procura di Messina, hanno eseguito il decreto con il quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina ha disposto il sequestro di oltre un milione e seicentomila euro nei confronti dell’ex rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea.

Il meccanismo del peculato per la ricerca

Scrivono i finanzieri: “L’indagine ha consentito di svelare un sofisticato meccanismo, attraverso il quale l’ex rettore si sarebbe appropriato, indebitamente, di fondi destinati alla ricerca scientifica dell’Università, secondo l’accusa. Sicché, allo stato, sono state contestate plurime ipotesi di peculato, essendosi, l’ex rettore, nella qualità di pubblico ufficiale e responsabile scientifico di molti progetti di ricerca affidati, da enti privati o finanziati da enti pubblici, al Dipartimento “ChiBioFaram” dell’Ateneo, appropriato di ingenti somme di denaro. Il tutto utilizzando, a fini di rimborso spese, documentazione contabile artefatta, gonfiata o non inerente ai medesimi progetti di ricerca scientifica, formalmente condotti nel quadriennio 2019-2023″. 

Il sequestro d’urgenza e l’azienda agricola

“Contestualmente, la Procura di Messina ha proceduto, con separato provvedimento, al sequestro preventivo, adottato in via di urgenza, di oltre 860mila euro, con riferimento a ulteriori somme di denaro, di cui lo stesso ex rettore si sarebbe appropriato, in ragione del proprio ufficio, avendo distratto a vantaggio di un’azienda agricola a lui riferibile, beni e servizi, in realtà destinati all’Università e acquisiti con procedure di affidamento diretto gestite dall’Università. Anche in relazione a tale sequestro, sono state contestate svariate ipotesi di peculato”.

L’avvio delle indagini e i riscontri

Le indagini, coordinate dai magistrati del Dipartimento specializzato in reati contro la pubblica amministrazione e delegate al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina, avevano preso l’avvio a seguito di diversi esposti presentati da un membro del Senato accademico dell’Università, Paolo Todaro, “riferiti a presunte irregolarità ascrivibili al rettore pro tempore dell’Ateneo peloritano, in sede di rimborsi spese nell’ambito dell’attività di ricerca svolta”. 

Continuano i finanzieri: “Le complesse attività di indagine si sono articolate, anzitutto, nell’acquisizione di copiosa documentazione, comprensiva delle istanze di rimborso, dei giustificativi di spesa, dei mandati di pagamento effettuati dal Dipartimento di “ChiBioFarAm” a favore dell’ex rettore, per gli anni dal 2019 al 2023, distribuiti su circa venti progetti di ricerca scientifica, dei quali era il responsabile scientifico”. 

Acquisti personali e frode internazionale

“Fra le varie irregolarità riscontrate: la presentazione di scontrini fiscali relativi ad acquisti effettuati, prevalentemente, per spese personali; la richiesta di rimborso di missioni effettuate, asseritamente, per attività di ricerca, ma risultate coincidenti con la presenza dell’ex rettore ad eventi ippici. È emerso, quanto ai rimborsi giustificati tramite la presentazione di scontrini fiscali, che gli acquisti riguardavano materiali non afferenti alle attività di ricerca (ad esempio materiale elettrico, idraulico ed edile); gli approfondimenti condotti dai fornitori hanno consentito di svelare la reale destinazione dei materiali, non a beneficio dell’Ateneo ma dell’azienda agricola riconducibile all’ex rettore”.

“La complessità dell’investigazione si è registrata anche sul versante dell’attivazione degli strumenti della cooperazione giudiziaria internazionale, essendosi resi necessari approfondimenti su fatture provenienti da aziende estere; e ciò atteso che alcuni documenti contabili, riconducibili ad aziende internazionali, avevano sollevato seri dubbi circa l’autenticità delle fatture poste a sostegno delle richieste di rimborso. Sono state, dunque, avanzate richieste di rogatoria internazionale, ritualmente evase, dalle autorità giudiziarie svizzera, statunitense americana e inglese, che hanno consentito di documentare gli artifici contabili operati sulle fatture, essendo stata rilevata, persino, l’alterazione di alcuni documenti, consentendo così di dimostrare l’avvenuto pagamento, in alcuni casi, fatto da persone diverse dal richiedente”. 

Missioni di ricerca e concorsi ippici

“Un’altra delle voci di spesa consistente è risultata connessa all’effettuazione di autodichiarate missioni per conto dell’Ateneo: anche in questo caso, è emerso che una quota significativa dei rimborsi richiesti, a fronte di missioni, riguardava spese di viaggio, vitto e alloggio, sostenute dall’ex rettore e, in alcuni casi, da ulteriori suoi ospiti, in località coincidenti con quelle in cui erano stati disputati concorsi ippici, ai quali lo stesso rettore è risultato aver preso parte. In questo contesto, sono state, inoltre, ricostruite le richieste di rimborso, puntualmente fatturate, per servizi fotografici, riguardanti, contrariamente a quanto rappresentato, documentazione fotografica di eventi ippici, dunque non inerenti all’attività di ricerca”. 

Bonifici sospetti dai ricercatori

Osservano i finanzieri: “Dalla dettagliata disamina dei movimenti di conto corrente, sono emersi insoliti accreditamenti, derivanti da bonifici bancari aventi quale beneficiario l’ex rettore, per un totale di 210mila euro, ordinati da diversi ricercatori, facenti parte del gruppo di ricerca del Dipartimento di “ChioBioFarAm” dell’Università di Messina, con varie causali quali, fra le altre, il rimborso per acquisto di materiale di laboratorio e manutenzione impianti, ovvero di anticipo spese di laboratorio. Le attività di indagine hanno permesso, allo stato, di escludere che vi sia stata l’anticipazione di spese per l’acquisto di materiali utili alla ricerca, da parte dei ricercatori, a causa della non riferibilità, ai ricercatori, delle firme di presentazione delle istanze di rimborso, nonostante fossero state avanzate a loro nome”. 

Il secondo filone investigativo

“Un secondo e complementare filone investigativo – che attiene al sequestro preventivo di urgenza disposto dal pubblico ministero – scaturisce dalla trasmissione al Tribunale, da parte degli attuali vertici dell’Ateneo di Messina, degli esiti della verifica ordinata dalla “Commissione audit straordinaria” incaricata, dal direttore generale dell’Ateneo, di fare le verifiche relative alla legittimità di 61 decreti di pagamento emessi dal “Dipartimento “ChioBioFarAm” (Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali dell’Università di Messina)”.

“Il disposto controllo interno era volto a verificare la conformità, alle norme vigenti, delle procedure di affidamento diretto da parte del “Dipartimento ChiBioFaram”, tra il 24 gennaio 2023 e l’11 ottobre 2023, a società private ovvero a imprenditori individuali, di contratti di fornitura di beni e servizi; anche in questo caso i beni e servizi sarebbero stati forniti, solo formalmente, all’Università per finanziare progetti di ricerca, essendo stati, in realtà distratti, ad opera dell’ex rettore, a beneficio dell’azienda agricola a lui riferibile (Divaga Società agricola srl): le attività investigative hanno permesso di ricostruire le condotte illecite dell’ex rettore, consistite nel proporre la stipula di contratti di affidamento per la erogazione di fondi destinati a finanziare progetti di ricerca universitari di cui era il responsabile scientifico, fondi che l’ex rettore avrebbe  distratto, per fini privati, destinandoli, prevalentemente, alla costruzione di un’importante struttura per attività equestri (diversi campi da equitazione e box ricovero di cavalli), facente capo alla società agricola a lui riferibile”.

Spatari: “Piena fiducia nella magistratura”

“Prendo atto dei provvedimenti giudiziari riguardanti l’operato del professore Salvatore Cuzzocrea. Ferma la presunzione di non colpevolezza, esprimo la mia piena fiducia nell’azione della magistratura e confermo la massima collaborazione dell’Ateneo per ogni eventuale richiesta”. Così la rettrice Giovanna Spatari, in riferimento al sequestro operato nei confronti del suo predecessore.

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Un commento

  1. ex matricola 11186 26 Novembre 2025 15:46

    E’ chiaro, che resta valido, comunque, per me, (e non solo), il principio “IN DUBIO PRO REO” e quindi, prima di commentare aspetto che si arrivi al Terzo Grado di Giudizio. In tutti i casi, comunque questa non è una vicenda che concorre al buon nome del nostro amato ATENEO. Fate come me.

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