Studio Tempocasa sui valori delle case nelle zone vicine al cantiere e in quelle più lontane
L’annuncio del ministro Matteo Salvini sull’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto entro la fine dell’estate 2025 ha acceso i riflettori sul mercato immobiliare della città. Il progetto infrastrutturale ha fatto registrare un ritorno di interesse per alcune zone del capoluogo siciliano: le stime indicano un aumento generale del 25% dei valori al metro quadro.
Le agenzie Tempocasa attive sul territorio raccontano di un settore in movimento, con segnali contrastanti. Da un lato, le zone direttamente coinvolte dai lavori subiscono già da ora un calo di attrattività (e valori in flessione), dall’altro cresce la domanda in quartieri limitrofi non coinvolti direttamente.
«I flussi immobiliari non si fermano: si stanno semplicemente spostando» osserva Emilio Antoniani, direttore franchising Centro-Sud Italia e global manager Campania-Calabria-Sicilia.
«Registriamo un rallentamento delle trattative nelle aree direttamente coinvolte dai cantieri: in alcune di esse il mercato si è quasi del tutto bloccato. Incertezza e paralisi sono le parole chiave: molti potenziali acquirenti evitano di comprare case che potrebbero essere demolite o trovarsi a ridosso di piloni e svincoli autostradali, mentre i proprietari già presenti esitano a vendere sperando in indennizzi più alti in caso di esproprio. In particolare, nelle zone di Torre Faro, Contesse e Annunziata si avverte un atteggiamento attendista, con un allungamento significativo dei tempi medi di vendita, che in diversi casi superano anche gli otto mesi. Sul fronte calabrese, le stime parlano di una rivalutazione immobiliare nell’ordine del 10-15%. La nuova domanda – alimentata da flussi interregionali, pendolarismo e investimenti turistici – porterà a una riqualificazione profonda del tessuto urbano. Le infrastrutture correlate, dall’Alta Velocità ferroviaria all’ammodernamento della SS106, contribuiranno a colmare quel divario di dotazioni storicamente penalizzante per il territorio. È un’opportunità concreta per rilanciare la domanda, attrarre investitori e restituire centralità a una regione che ha tutte le carte in regola per tornare protagonista» spiega il manager.
Ecco una mappa che fotografa, zona per zona, come il Ponte stia ridisegnando le dinamiche immobiliari a Messina.
Centro e centro storico
Le zone centrali e il centro storico, pur rimanendo al di fuori del perimetro dei cantieri per il Ponte sullo Stretto, potrebbero essere tra le prime a beneficiare della nuova geografia abitativa. Il disagio generato dalla cantierizzazione delle aree a nord e a sud della città sta già spingendo molti residenti a guardare con interesse verso il cuore urbano.
«La domanda resta vivace, soprattutto per immobili ristrutturati o in buone condizioni, con valori che si aggirano tra i 1.200 e i 1.600 euro al metro quadro circa, in lieve crescita rispetto al 2024»spiega Giovanni Coma, junior manager e titolare di sei agenzie Tempocasa a Messina e provincia, tra cui due proprio in centro. «Immobili pronti o facilmente abitabili sono i più richiesti. Chi acquista qui cerca qualità abitativa e stabilità. Non si esclude un ulteriore rialzo delle quotazioni nel breve periodo, in particolare per bilocali e trilocali in zone come via Garibaldi alta, via XXIV Maggio e via Cavour».
Riviera Nord
Torre Faro e Ganzirri, storicamente considerate tra le zone più esclusive e quotate della città, oggi fanno i conti con una flessione dei valori immobiliari. L’arrivo dei cantieri per il Ponte sullo Stretto, di cui rappresentano i punti di approdo sul lato siciliano, ha generato un clima d’incertezza che ha raffreddato il mercato: i picchi di 2.500 euro al metro quadro lasciano spazio a valutazioni più contenute. «Le compravendite si stanno gradualmente spostando verso Casabianca o in via Consolare Pompea, nelle zone di Sant’Agata e Pace – spiega Alessio Lupica, junior manager e titolare di quattro agenzie Tempocasa sul territorio – dove le quotazioni si attestano tra i 1.400 e i 1.800 euro al metro quadro, sostenute da una domanda turistica stabile e dal valore paesaggistico del contesto». Una dinamica, questa, che spinge l’interesse su aree ancora incontaminate dai grandi cantieri, ma ben posizionate sul fronte mare.
Riviera Sud
Chi abita a Contesse, in zona sud di Messina – che rappresenta la seconda area di cantiere più estesa dopo Ganzirri – guarda sempre più a Pistunina e Tremestieri come naturale sbocco alternativo. Entrambe si trovano fuori dal perimetro diretto dei lavori e offrono oggi valori compresi tra i 900 e i 1.100 euro al metro quadro.
«Al momento non si registra un incremento dei prezzi – osserva Coma – anzi, in alcune microaree si rileva una lieve tendenza al ribasso. Il mercato rimane comunque attivo, con una domanda stabile e interessanti margini di rivalutazione nel medio-lungo periodo, soprattutto con la realizzazione di opere viarie e ferroviarie compensative legate al progetto del Ponte. In queste zone la competitività resta alta grazie al buon rapporto tra qualità e prezzo e alla posizione ben servita».
Anche secondo Antoniani l’area sud merita un’attenzione particolare. «Tremestieri, Pistunina, Sant’Agata e Paradiso stanno assorbendo parte della domanda, che si sposta dalle zone più critiche. Chi possiede immobili in questi quartieri può permettersi di aspettare: l’arrivo del Ponte, infatti, promette un impatto decisivo sui valori immobiliari, con aumenti significativi all’orizzonte. Parliamo di aree già ben collegate, lontane dai cantieri e con ottime prospettive di crescita nel medio termine» mette in evidenza il manager.
Camaro e Bordonaro
Le quotazioni al metro quadro in zone interne e collinari, come San Martino, Camaro e Bordonaro, sono generalmente più basse rispetto al centro storico o alle aree costiere. Ciononostante, si sta osservando un interesse crescente, legato al potenziale riassetto urbano causato dal Ponte. Il mese scorso, il prezzo medio all’interno della zona Annunziata–San Licandro–Giostra era pari a 955 euro al metro quadro, in flessione del 2,85% rispetto all’anno precedente. «La domanda resiste – sottolinea Coma – e le trattative si chiudono regolarmente, fatta eccezione per le cosiddette “zone rosse”, ovvero quelle soggette a demolizione. Altrove, anche in presenza di incertezze, le compravendite non si fermano e il mercato continua a muoversi con selettività».
Investitori e prospettive
Un altro fronte in fermento è quello degli investitori. Già oggi alcuni imprenditori fiutano il business: «emerge già un crescente interesse da parte di operatori e società strutturate – conclude Antoniani – orientati alla riconversione di immobili in foresterie o alloggi temporanei per il personale coinvolto nei lavori. Questo dimostra che, nonostante l’incertezza, il mercato è tutt’altro che fermo. Siamo convinti che, superata questa fase di transizione, Messina potrà vivere una stagione di forte rilancio, in particolare per le zone comprese tra il centro, la fascia collinare ben collegata e l’area sud riqualificata. Il potenziale di crescita c’è, bisogna solo governarlo con visione e tempestività».
La fotografia scattata da Tempocasa raffigura un mosaico urbano composito, dove l’ombra (e la promessa) del Ponte ridisegna scenari, strategie e aspettative. Con un mattone che, tra cautela e prospettive, si prepara a cambiare passo.
