Messina. I parlamentari ridotti e i maxi collegi, a rischio la rappresentanza

Messina. I parlamentari ridotti e i maxi collegi, a rischio la rappresentanza

Marco Olivieri

Messina. I parlamentari ridotti e i maxi collegi, a rischio la rappresentanza

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sabato 30 Luglio 2022 - 07:13

La riduzione drastica di deputati e senatori comporta una pesante cura dimagrante a danno degli elettori

MESSINA – Che disastro il Rosatellum abbinato alla riduzione dei parlamentari. Collegi sempre più estesi e candidati, scelti dalle segreterie dei partiti, sempre meno radicati. Così risultano a rischio la democrazia e la rappresentanza, con elettori e territori lasciati in balìa di decisioni prese dall’alto. E che cosa avverrà, in particolare, nel territorio messinese?

La legge costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, in conseguenza dell’esito favorevole del referendum costituzionale confermativo del settembre 2020, rende tutto più complicato. Come informa il governo, la norma determina il nuovo numero di parlamentari in 400 deputati e 200 senatori elettivi.

La legge elettorale è rimasta la stessa mentre la geografia elettorale è mutata

Nel frattempo, ben prima che cadesse il governo Draghi, nessuna legge elettorale è stata varata. Il tutto a discapito dei presunti accordi, con il Partito democratico che aveva annunciato l’appoggio alla proposta del Movimento 5Stelle nel quadro di un patto sul fronte elettorale. Ciò comporta, a legislazione elettorale invariata, una corrispondente modifica del numero dei collegi elettorali e dei relativi confini, con una distorsione del sistema democratico.

Nei fatti, domina un ibrido poco convincente. Il sistema misto, con collegi uninominali e liste per il proporzionale, rischia di acuire la distanza dai parlamentari. La riduzione drastica dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori, comporta una pesante cura dimagrante di cui potrebbero fare le spese gli elettori e le elettrici.

I maxi collegi nel Messinese

Cambia la geografia elettorale e ci si ritrova di fronte a collegi estesi da Alì a Villafranca Tirrena per Messina, con 48 Comuni, e Barcellona Pozzo di Gotto con 80 Comuni: questo per quanto riguarda i collegi uninominali per la Camera dei deputati. La logica è ancora più estrema per i collegi uninominali del Senato con 125 Comuni per la zona di Messina.

Dominano insomma dei maxi collegi, come estensione territoriale, che mettono in crisi la logica dell’uninominale. Ovvero, un collegio ristretto dove si coltivi un rapporto diretto tra rappresentante ed elettorato.

Più Comitati elettorali che partiti e una rappresentanza precaria dei territori

A questo aggiungiamo la fragilità e la tendenza autoreferenziale dei partiti. Quasi tutti più comitati elettorali, che partiti, e pronti ad approfittare della logica delle liste bloccate per imporre dall’alto i candidati da eleggere.

E non è finita: il sistema misto tra proporzionale e collegi uninominali, previsto dal Rosatellum, dal nome del parlamentare Rosati, non consente voti disgiunti e desistenze e, in più, non permette di scegliere un candidato all’uninominale non collegato alla lista scelta per il proporzionale.

Con un unico voto , sia esso per il proporzionale o l’uninominale, la legge stabilisce conseguenze non espresse direttamente dall’elettore, come il trasferimento del voto proporzionale all’uninominale e viceversa.

Messina riuscirà ad avere un’adeguata rappresentanza, rappresentando territori più vasti?

Così come i voti delle liste che rimangono sotto l’1% vanno perduti, allo stesso modo, essendoci un maggioritario secco nei collegi uninominali (vince chi ottiene un voto in più), i voti di chi avrà votato i perdenti, per di più in territori super estesi, andranno completamente perduti. Una simile estensione ha un senso per quanto riguarda il proporzionale. Ma non dal punto di vista della logica dell’uninominale.

Ricordiamo che, per la parte proporzionale, i seggi sono divisi tra le liste che ottengono almeno il 3%. Le coalizioni hanno invece una soglia di sbarramento del 10 per cento. La legge permette la candidatura in un solo collegio uninominale e al massimo in cinque proporzionali. Per la prima volta potranno votare per il Senato anche i diciottenni.

In generale, agli elementi critici già presenti, con la modifica costituzionale, si sono aggiunte non poche storture che rendono precaria la rappresntanza dei territori. I partiti e le coalizioni sapranno, per una volta, puntare su personalità di valore e non sulla fedeltà ai capi di turno? Messina riuscirà ad avere un’adeguata e autorevole rappresentanza, capace di fare sintesi in territori più vasti? L’ottimismo sarebbe eccessivo.

Collegi Uninominali per la Camera dei Deputati

Dalla Gazzetta ufficiale

Sicilia 2 – Barcellona Pozzo di Gotto

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Sicilia 2 – Messina

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Collegi uninominali per il Senato della Repubblica

Messina

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5 commenti

  1. Tralasciando se sia stata adeguata e rilevante, sinora Messina è stata mai rappresentata? Dal consigliere di quartiere sino alle votazioni nazionali, gli eletti hanno rappresentato e portato avanti le esigenze del territorio in cui e per cui sono stati eletti?

    7
    2
  2. Visto il contributo che i parlamentari messinesi hanno dato alla città di Messina non è che perdiamo tanto.

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    4
  3. Sarà più difficile promettere posti di lavoro, corsi di formazione, cooperative varie…………….peccato.

    5
    1
  4. protassio virtussio 31 Luglio 2022 10:04

    PER GLI ELETTI NON CAMBIERA’ NULLA …E SARA’ COME “SEMPRE”: “SEMPRE” ALLA FACCIA DELLA GENTE!

    2
    1
  5. Che bello,……tantissimi a casuccia loro…

    2
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