Messina. Previti attacca il Consiglio: "Spieghi alla città perché non discute il Bilancio"

Messina. Previti attacca il Consiglio: “Spieghi alla città perché non discute il Bilancio”

Redazione

Messina. Previti attacca il Consiglio: “Spieghi alla città perché non discute il Bilancio”

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venerdì 28 Gennaio 2022 - 15:36

Il vicesindaco: "Da 51 giorni il Previsionale giace sui tavoli dei consiglieri senza essere discusso"

MESSINA – “Il bilancio di previsione 2022-2024 è stato approvato con delibera di Giunta il 4 ottobre scorso e trasmesso al Consiglio comunale il 7 dicembre. Sono passati 51 giorni e già dal giorno dopo il deposito, un Consiglio comunale responsabile avrebbe potuto esitare l’atto contabile”. Lo ha dichiarato il vicesindaco di Messina, Carlotta Previti, in merito ai tempi di approvazione del bilancio.

“Un bilancio – ha aggiunto Carlotta Previti – che con tutti pareri correlati poteva essere trattato ed approvato entro il 31 dicembre come da normativa vigente, per dare continuità all’azione amministrativa di fatto bloccata dalla gestione provvisoria. Un bilancio che certamente poteva essere emendato per effetto delle richieste tecniche dei Dipartimenti o in base alle esigenze che sorgono successivamente, ma che sarebbero sorti dopo l’adozione di un documento cardine per la gestione della città”.

Il vice sindaco Previti ha invitato quindi il Consiglio ad assumersi la sua responsabilità e spiegare alla città perché ha voluto approvare il rendiconto 2020 solo i primi giorni del 2022 e non ha neanche discusso il bilancio di previsione 2022 che da 51 giorni giace sui tavoli dei consiglieri”.

10 commenti

  1. Ho sentito l’intervista al Presidente del Consiglio Comunale durante la quale sostiene che la signora non si presenta in consiglio per illustrare il bilancio e che ci sarebbero delle delibere da modificare e dei tempi tecnici da rispettare; dice pure che non aggiorna i lavori del Consiglio perchè la Giunta non invia delibere al Consiglio e ricorda che l’anno scorso il Consiglio ha approvato ben 700 delibere. A quale delle due campane credere? Risolverà tutto il sindaco con qualche pernacchia e molti insulti o la cittadinanza potrà assistere ad un confronto chiarificatore tra le parti per capire se ci sono colpe e, in questo caso, a chi attribuire le responsabilità politiche? Domando per i messinesi

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    1. Pur non avendone la veste le rispondo alla maniera dei Gesuiti, ponendo a Lei una domanda:
      perché il giorno 5 del mese di gennaio è stato possibile votare una delibera che il Consiglio avrebbe dovuto votare entro il 31 di dicembre?
      Cosa era cambiato da allora? Nulla.
      Spero di essere stato chiaro. cordiali saluti.

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  2. Consiglieri, siete la vergogna di Messina.

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  3. Ma avete capito o no che ormai state sulle scatole a tutti? Non credo che ci voglia granché per capirlo; purtroppo siete al capolinea magico pifferaio e giunta dovete scollarvi dalla sedia buona serata

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  4. Si vuole rifare di tutto il tempo in cui NON HA MAI PARLATO 😏😳🤯

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  5. Come dire .. la verità sta sempre in mezzo ,….il Consiglio non svolge la sua funzione ( da capire se non vuole o non sa….), La Giunta tira dritto senza confronti,… dialogo e democrazia che termini da digerire

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  6. Ma con quale faccia si può pensare che un consiglio comunale, che peraltro ha votato qualunque stupidaggine abbia portato la giunta a votare in consiglio, possa votare, dopo essere stato insultato giornalmente dal sindaco in tutti i modi possibili ed immaginabili, un documento così importante, solo perché è il sindaco a pretenderlo? Impari la democrazia e a rispettare le istituzioni, importanti come la sua, la politica è fatta di accordi e se avesse trattato con un minimo di rispetto ed educazione i consiglieri, avrebbero votato senz’altro i suoi provvedimenti, al di là delle ideologie politiche. L’errore è tutto del sindaco

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    1. Gentile signor Riva,
      mi permetto farle osservare che se il dibattito (scontro se preferisce) tra il Coniglio ed il Sindaco è stato acceso, duro, aspro e spesso sopra le righe, non è stato solo il Sindaco ad eccedere; mi pare di ricordare anche parole di volgarità estrema rivolte contro Sindaco e verso componenti della Giunta.
      I Sigg. Consiglieri, però, hanno avuto mille e più opportunità per sfiduciarlo, e con ciò facendo avrebbero riacquistato credibilità e rispetto. Non lo hanno fatto.
      Avrebbero potuto batterlo nelle Iniziative e nei tempi. Non hanno saputo farlo.
      Adesso, frignando, dicono di non avere approvato proposte indispensabili per il buon funzionamento della macchina amministrativa perché risentiti.
      Normalmente chi si ritiene offeso cerca di mostrare il proprio reale valore, non tradisce i propri elettori compiendo azioni che vanno a solo danno della Città (già perché il Sindaco è dimissionario).
      Ho letto il suo pensiero pro Consiglio garbatamente espresso e mi sono permesso di sottoporle, in forma di dialogo, un diverso modo di valutare i fatti.
      Cordialmente

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      1. Le rispondo anch’io col garbo che la contraddistingue, dicendo che il consiglio
        comunale è organo di controllo, più che di iniziativa, nel senso che di solito il
        suo compito è votare ed approvare o meno le iniziative poste in essere dalla
        giunta, raramente pone iniziative politiche che incidono sulla città.
        E’ certo che non abbiano sfiduciato il sindaco, perchè sono comunque anche
        loro attaccati alla poltrona, ma cosi’ facendo, hanno fatto il male di questa
        città, subendo un atteggiamento intimidatorio da un vecchio democristiano
        camuffato da rivoluzionario, e permettendo per l’ennesima volta ad un politico
        di usare Messina, la Nostra città, per i suoi meri interessi personali, e di sfruttarla
        al solo fine di fare carriera ed avere visibilità mediatica. Abbiamo bisogno di
        un sindaco, che ami veramente questa città, senza motivazioni nascoste, come
        era Renato Accorinti. Il resto lo buttiamo via senza rimpianti

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        1. Mario Riva Accorinti era un sindaco per caso, De Luca un sindaco di professione (nella peggiore accezione del termine); Messina ha bisogno di un sindaco che amministri non di un falso profeta o, peggio ancora, di un piccolo despota ineducato circondato dalla sua corte di servitori e portaborse

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