Messina: scuola post Covid. Allarme classi pollaio, ipotesi doppi turni?

Messina: scuola post Covid. Allarme classi pollaio, ipotesi doppi turni?

Emanuela Giorgianni

Messina: scuola post Covid. Allarme classi pollaio, ipotesi doppi turni?

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mercoledì 08 Luglio 2020 - 14:11

Il problema principale per le scuole messinesi è lo spazio. Da oggi si lavora alle soluzioni possibili.

“A settembre si torna a scuola in presenza e sicurezza”, questo è il cuore delle Linee guida per la ripartenza delle scuole, presentate dalla Ministra Lucia Azzolina insieme al Presidente Giuseppe Conte. Il 14 l’avvio ufficiale delle lezioni”. Ma è davvero possibile per le scuole ripartire in presenza e sicurezza? Nella Sala Consiglio del Comune di Messina, si parla di politiche scolastiche in commissione consiliare; per ripartire a Messina, tra difficoltà, esigenze e tempistiche che non aiutano.

Distanziamento e sicurezza

“L’inizio della scuola il 1° settembre è già una richiesta troppo impegnativa, si poteva piuttosto posticipare ad ottobre per permettere un intervento efficiente”. Il Presidente Pietro La Tona presenta il quadro generale, i cambiamenti, gli interventi da svolgere.

Orari ridotti e banchi mono posto

Prima di tutto garantire il distanziamento: orari ridotti e solo parzialmente a distanza, più che altro, però, per le scuole superiori. Bisogna migliorare e recuperare lo spazio negli Istituti, mantenere la distanza tra «le rime buccali», cioè tra le bocche e dunque le teste degli studenti. Per questo i banchi dovranno essere mono posto. Ma le spese per i banchi singoli di nuova generazione, considerati una priorità per il ministero, non sono sempre affrontabili. “E i banchi biposto dove li mettiamo?” si domanda La Tona. Se possibile per gli spazi, consigliano gli ingegneri, sarebbe auspicabile mantenerli con un solo alunno per banco, garantendo le distanze in ogni caso.

Screening e test

Lo Stato ha destinato degli investimenti all’assunzione di più docenti e personale ATA, così da evitare classi sovraffollate. “È predisposto l’aumento dell’organico che, però, possiamo assumere per poi licenziare entro il 31 dicembre, mi sembra un beffa” sottolinea. Per la sicurezza, invece, professori, alunni e operatori della scuola dovranno fare screening e test. Le scuole verranno pulite costantemente, munite di tutti i prodotti igienizzanti necessari e di nuovi arredi. Come fanno notare i consiglieri stessi: “cerchiamo il distanziamento in aula degli studenti il più possibile, ma poi in ricreazione si spostano liberamente dove vogliono?”

Troppe classi pollaio

“La situazione è di difficile soluzione, poiché i requisiti richiesti non sono facilmente raggiungibili, per di più in così poco tempo. Stiamo lavorando a mettere in piena sicurezza tutte le scuole cittadine ma mancano gli spazi. Il piano normativo c’è, ma il suo soddisfacimento sta nella realtà delle cose, che è molto complessa. Stiamo facendo una ricognizione dello stato dell’arte, quanti allievi frequentano le scuole e quanti metri quadrati ci sono. Una parte dei dirigenti scolastici è stata ascoltata, ma tutti mi manifestano l’impossibilità di aprire alcune scuole, perché non presente alcun ambiente che possa soddisfare i requisiti. Abbiamo le cosiddette “classi pollaio”, non per i troppi studenti ma per i piccoli spazi” afferma il presidente.

Da scuola a scuola le problematiche variano molto, alcune hanno boom di iscrizioni altre no. “Scuole perfettamente a norma, come la “G.Martino” o la “S. Francesco di Paola”, si trovano a non avere gli spazi. Ma i dirigenti sono propositivi e cercano soluzioni alternative, come i diversi turni”.

I turni differenziati

Per evitare esagerati assembramenti va garantita, infatti, la frequenza a turni differenziati: gli studenti verranno divisi tra la mattina e il pomeriggio e così verranno rimodulati anche i servizi delle linee di trasporto. Secondo il presidente, però, l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa classe è sconveniente e da evitare, andando a dividere ragazzi cresciuti insieme, con abitudini e legami. Preferibile una rotazione fatta tra classi diverse e diversi anni di corso. “Dividerò il 75% delle classi in mattinata, il 25% nel pomeriggio, per poi scambiarsi. Per farlo è necessario valutare attentamente, caso per caso, il numero di aule, l’adeguamento al contenimento degli studenti, e anche le esigenze dei docenti cui non possiamo chiedere l’impossibile”.

E i bus?

A questi turni si adegueranno anche i trasporti: “il servizio di trasporto verrà calibrato sulle effettive esigenze, le corse delle 7-9/12-14 sono micidiali, corrispondendo all’ingresso e all’uscita. Servono più bus, doppi turni, stiamo elaborando un piano con Messina Social City e l’Atm per affrontare le varie criticità. È un’eccezionalità mai successa, ma dobbiamo garantire mobilità a tutti” dichiara il Vice Sindaco Salvatore Mondello.

Trovare gli spazi

Tramite la ricognizione va delineato un quadro chiaro della situazione di ogni scuola e dei vari finanziamenti che arriveranno. Servono indicazioni precise, e l’incontro con tutti i dirigenti per programmare insieme gli interventi, quali portati avanti dai dirigenti stessi e quali dal Comune. Le scuole possono comprare pc, presidi sanitari, in accordo con gli Enti locali anche gli arredi, ma non possono svolgere il grosso degli adeguamenti strutturali. Secondo il presidente pensare di utilizzare gli spazi aperti è utopistico, andrebbero attrezzati e manca il tempo, “va sfruttato opportunamente quello che abbiamo”.

Parla l’assessore Trimarchi

L’Assessore Trimarchi espone i tanti interventi urgenti che si stanno svolgendo per trovare nuovi spazi, senza dimenticare gli istituti comprensivi e la faticosa gestione delle scuole in reggenza. “La problematica sta nell’inutilizzabilità di diversi ambienti o la loro posizione troppo fuori mano, dove manca l’utenza. Si pensa di riprendere la vecchia sede del Provveditorato, in affitto momentaneo per allocare le classi; o una sede a Contesse che risolverebbe il problema della “Salvo D’acquisto” e di tutta la zona di Tremestieri; e un’altra sede in centro, nella zona oltre il tribunale. O, ancora, gli Istituti privati, come il Don Bosco, che è, però, proprietà della Curia e non delle suore”.

Ipotesi alternative

Non mancano le proposte da parte dei consiglieri. Libero Gioveni chiede di recuperare alcune scuole dismesse su tutto il territorio comunale (dalla “Capitano Traina” di Santo Bordonaro fino alla scuola chiusa da anni di Ortoliuzzo) e di chiedere alla Curia l’utilizzo temporaneo di alcuni locali parrocchiali visto che di mattina non si svolge l’attività di catechesi o di oratorio. “Comprendo bene la difficoltà per entrambe le soluzioni – evidenzia Gioveni – ma credo che trattandosi di un evento straordinario ed inimmaginabile quello dell’emergenza Covid, occorre sforzarsi di trovare più spazi possibili esistenti per garantire il diritto allo studio visto che risulta improponibile la strada dell’adeguamento strutturale o logistico degli ambienti, sia in termini di risorse che di tempi rispetto anche alla complessità delle vigenti norme edilizie”.

La consigliera Cristina Cannistrà, infine, considerando come ogni territorio abbia contezza della propria realtà e possa essere stimolo per le soluzioni, propone di riaffrontare l’argomento interloquendo con gli enti e convocando le municipalità.

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