Messina tra passioni romantiche e dolore nel disastro del 1908 con i testi di Cettina Natoli

Messina tra passioni romantiche e dolore nel disastro del 1908 con i testi di Cettina Natoli

Redazione

Messina tra passioni romantiche e dolore nel disastro del 1908 con i testi di Cettina Natoli

martedì 29 Marzo 2022 - 07:24

La Lute di Venetico riscopre la nobile scrittrice messinese in una serata all’insegna di musica, danza e cultura

“Tale è questa nobile donna, dal profilo signorile, dall’occhio dolce e fiero. Tale è questa aristocratica figura che s’illumina tutta in un sorriso di cortesia, una donna nella vita e nell’arte”. Lo studioso Gioacchino Chinigò così descrive Cettina Natoli Ajossa (1867- 1913), colta nobildonna messinese, oggi misconosciuta, autrice di romanzi dannunziani e di una commovente cronaca del terremoto del 1908.

La Lute di Venetico, nell’ambito del progetto La Sicilia delle donne, ha dedicato la serata del 26 marzo alla narrazione di questa significativa personalità intellettuale, coinvolgendo esperti del settore, attori, e musicisti in un progetto multimediale che ha riscosso un grande successo nel folto pubblico, presente all’evento nei locali della Lute.

Cettina Natoli

Il titolo della serata, Cettina Natoli, esperta narratrice di passioni tardoromantiche e autenticità del dolore: la tragedia del terremoto di Messina, illustra a dovere le due componenti della scrittura di Natoli: da un lato la raffigurazione della nevrosi e inettitudine nei raffinati protagonisti di Margherita Royn (1886), simboli della crisi del mondo aristocratico e delle idealità ottocentesche, confinati in un mondo di pura letteratura; dall’altro la rappresentazione autentica e appassionata dell’atroce tragedia derivata dal disastro del terremoto messinese, in cui Natoli perse una figlia giovanissima. Le mie cinque giornate di Messina 28- 12- 1908/ 1- 1- 1909, pubblicato a Napoli nel 1913, è un testo che meriterebbe di essere riproposto al vasto pubblico: “Nient’altro che la verità, semplicemente raccontata”, dichiara la scrittrice, ed è una verità che ancora oggi fa pensare e commuovere. Ad Alfrida Ajossa i genitori affranti intitolarono una scuola, ancora oggi esistente in via Consolare Pompea.

Lute di Venetico

Le relatrici, Daniela Bombara e Barbara Sisalli, la prima autrice di vari articoli scientifici su Cettina Natoli, hanno esposto al pubblico con chiarezza e forza comunicativa le circostanze della vita della scrittrice e le caratteristiche delle opere, coadiuvate dalle esperte lettrici Maria Rita Gitto, Valentina Gangemi, Chiara Schinello, che hanno ricreato per noi l’atmosfera struggente di un mondo scomparso. La danzatrice Antonella Gargano ha egregiamente interpretato sulla scena la sofferenza e il tormento di Margherita, distrutta da un amore impossibile e oppressa dal marito geloso e violento. Infine i Malanova, gruppo musicale che con grande capacità rielabora e innova la musica etnica siciliana, ha offerto agli ascoltatori tre canzoni di amore tradito, di solitudine, di dolore, sottilmente legate alla tematica di fondo della presentazione. L’insieme è stato abilmente coordinato e diretto da Nella Trimarchi, responsabile della sede della Lute di Venetico.

Iniziative di questo genere sono importanti e doverose, per recuperare alla memoria della città, e della comunità nazionale, autrici e autori di grande valore culturale, che hanno saputo interpretare le passioni e le inquietudini di un mondo ormai scomparso, ma ancora vivo e presente nei nostri ricordi e nelle nostre azioni. La serata è stata presentata in diretta Facebook ed è disponibile sul sito della Lute di Venetico e sul sito della Sicilia delle donne.

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