La denuncia della famiglia sulla morte in cella a Catanzaro. Il legale chiede chiarezza anche sugli appelli non accolti per le cure
Messina – Ci sono troppe ombre sulla morte di un 28enne messinese avvenuta nel carcere di Catanzaro nella tarda serata di ieri. Perché i certificati medici parlano di arresto cardiaco ma secondo la mamma è stato picchiato, lo dimostrerebbero le foto. Ma soprattutto secondo il suo avvocato non avrebbe mai dovuto stare in carcere. Perché l’uomo, detenuto per droga, una lunga fedina penale, era tossicodipendente, aveva problemi psichiatrici e più volte il legale ha provato ad avvicinarlo alla famiglia e assicurargli le cure, ma senza riuscirci. “Chiediamo che sia fatta chiarezza sulla sua morte – spiega l’avvocato Pietro Ruggeri – e sul perché questa tragedia non è stata evitata. Sono rimaste inascoltate le nostre istanze e anziché essere curato il ragazzo è stato trasferito di carcere in carcere, la sua situazione è andata peggiorando fino al tragico epilogo”.
L’emergenza carceri
Il caso del 29enne messinese del quartiere Giostra scoppia nel giorno in cui monta la polemica sulle dichiarazioni del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro che, alla presentazione a Roma di una nuova auto per il trasporto dei detenuti al carcere duro avrebbe detto: “Non lasciamo respirare chi è dietro quel vetro”. Ed è tragicamente esemplificativo di quelle che sono le emergenze del carcere oggi, in primis appunto il problema della droga dietro le sbarre e della detenzione di coloro i quali invece in carcere non dovrebbero starci.
Una vita da tossico dietro le sbarre
Questo sarebbe, secondo la famiglia, quel è accaduto al 29enne messinese. Diversi precedenti per droga, una vita consumata dietro le sbarre più che a piede libero, il ragazzo era tossicodipendente ed aveva problemi psichiatrici. Per questo a più riprese l’avvocato Ruggeri ha presentato istanze per ottenere i domiciliari, o quanto meno l’avvicinamento alla madre a Messina, e la possibilità di ottenere cure psichiatriche. Tutte respinte dai diversi giudici che si sono occupati di lui. Perché in questi anni il 29enne è stato anche trasferito di penitenziario in penitenziario: da Trapani a Palermo, da Palermo a Rossano, da Rossano a Catanzaro.
Quelle 60 foto che gettano dubbi sulla morte
E’ qui che ieri sera il legale è stato avvisato che il giovane era morto. Arresto cardiaco o abuso di sostanze stupefacenti, dicono i certificati medici redatti. Ma la scena che la madre si è trovata davanti, andando stamane a recuperare il corpo, dipingerebbe un quadro ben diverso. L’uomo è letteralmente ricoperto di echimosi, lividi e ferite, dal capo agli arti inferiori, passando per il busto. La donna ha scattato quasi 60 fotografie, che l’avvocato Ruggeri allega alla denuncia: “Chiediamo che sia fatta luce su quello che è accaduto ieri in carcere – spiega – ma anche sulla trafila giudiziaria di questi ultimi anni e le cure negate. E’ possibile morire di overdose in carcere?”. L’ultima istanza del legale è stata respinta a dicembre 2023, dopo essere rimasta sul tavolo del giudice, tra tempi decisori ed errori di notifica, diversi mesi.

Povero ragazzo, non meritava questa brutta fine, spero che i responsabili di quelle lesioni la paghino fino all ultimo!! Confido nell Avvocato Ruggeri
I giudici, i responsabili del carcere e tutti quelli che dovevano prendersi cura del ragazzo, viste le condizioni in cui versava, andrebbero incriminati, ma in questo paese di ….. loro sono loro e il ragazzo non è un …..!
Condivido il commento di Franco Fabiano…..aveva problemi psichici ed era detenuto in carcere????? Non andava curato ?????In carcere ha assunto droga, tant’è che è finito in overdose, ma com’è stato possibile
ciò?????I segni di percosse evidenti sul suo corpo mi riportano alla mente il caso di Stefano Cucchi…..Ci sono vari colpevoli in questa vicenda che non avrebbe dovuto avere un epilogo così tragico per questo sfortunato ragazzo, che visti i problemi seri di salute, non doveva stare dove stava .È pur vero che lo Stato di fatto e la sanità purtroppo, a mio avviso, non garantiscono la cura della salute psichica ….. non ci sono ,sparse sul territorio,per come invece dovrebbero esserci, strutture di ricovero adeguate per curare,e tenere sotto controllo tutti quelli che soffrono di disturbi mentali .
Povero ragazzo! Ormai non c’è rispetto più di nessuno. E la dignità umana sotto i piedi.
Sono legittimati a fare quello c’è vogliono.
D’altra parte basta guardare da che individui siamo governati.
Vergogna! Vergogna! Vergogna.
L’overdose in carcere? E come c’è arrivata la droga???
Bah. Vergogna
Come il caso del povero Stefano Cucchi.
Spero che andiate in fondo e gli abusi siano puniti in maniera esemplare.
Sperando che venga fatta luce al più presto su questa vicenda. Droga e altra roba in carcere , si sa che entrano tranquillamente, purtroppo. Lesioni se ci sono che sia trovato il o i responsabili. Ma non puntiamo subito il dito contro gli Agenti. La gente lì dentro fa di tutto e di più per fare ricadere la colpa sugli agenti. E si fa subito ad insorgere contro lo stato.
Quando i rappresentanti dello stato là dentro, sono picchiati e minacciati, nessuno parla o li difende.
Teniamo in considerazione molte più cose, delle solite apparenze.