Meteo. Sicuri che le mappe “rosse” siano il problema? La vera incognita è il clima

Meteo. Sicuri che le mappe “rosse” siano il problema? La vera incognita è il clima

Daniele Ingemi

Meteo. Sicuri che le mappe “rosse” siano il problema? La vera incognita è il clima

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domenica 07 Settembre 2025 - 07:30

C'è il rischio di distogliere l’attenzione dai cambiamenti climatici

Negli ultimi anni, le mappe meteorologiche hanno assunto un ruolo centrale nella comunicazione del tempo e del clima, diventando strumenti essenziali non solo per i meteorologi, ma anche per il pubblico generale. Tuttavia si è diffusa una tendenza a confrontare le mappe termiche attuali, spesso caratterizzate da tonalità accese, come il rosso o il viola, con quelle del passato, che utilizzavano colori più neutri e sfumature meno intense. Questi confronti, spesso accompagnati da toni polemici, suggeriscono che le mappe moderne siano volutamente allarmistiche, progettate per impressionare o spaventare.

Ma è davvero così?

Il vero problema, come vedremo, non risiede nel colore rosso delle mappe, ma nel caldo sempre più intenso e frequente che quel colore rappresenta nella grafica elaborata dai supercomputer (processi che durano in media 6 ore).

Negli anni ’80 e ’90, le previsioni del tempo in televisione si basavano su grafiche semplici: frecce, simboli di sole o nuvole e temperature indicate in numeri chiari. I colori erano spesso tenui, con tonalità di verde, giallo o azzurro per rappresentare temperature moderate o fresche. Oggi, invece, le mappe meteorologiche sono più complesse, ricche di sfumature e dettagli, e spesso dominano colori come il rosso, l’arancione o il viola per indicare temperature elevate o condizioni critiche. Questo cambiamento grafico non è casuale, né dettato da un desiderio di sensazionalismo. È il risultato di un’evoluzione tecnologica e scientifica, oltre che di un cambiamento reale nelle condizioni climatiche.

geopotenziali
Il colore della mappa evidenzia la presenza del promontorio anticiclonico africano, con valori di geopotenziale fino a oltre i 584 dam. Segno della presenza a 5000 metri di una massa d’aria molto calda per il periodo.

Le mappe moderne non si limitano a mostrare la temperatura in un dato momento, ma integrano informazioni complesse come l’indice di calore (temperatura percepita), l’umidità, la durata delle ondate di calore e il rischio associato. Il rosso, in particolare, è un colore standardizzato, utilizzato universalmente per segnalare situazioni di attenzione o pericolo, come nei semafori o nei bollettini di protezione civile. Non è scelto per spaventare, ma per comunicare in modo immediato e universale che le condizioni rappresentate possono avere un impatto significativo sulla salute, sull’ambiente e sulla vita quotidiana.

Facciamo un esempio concreto

Immaginiamo una mappa meteorologica che mostra una temperatura di +35°C in una città come Messina. Negli anni ’90, una giornata con questa temperatura sarebbe stata un evento raro, magari isolato, e rappresentato con un colore giallo o arancione. Oggi, con il riscaldamento globale, temperature di +35°C o superiori possono persistere per giorni, accompagnate da notti tropicali (temperature minime sopra i +26°C) e alti livelli di umidità. Una mappa moderna userà il rosso per segnalare non solo la temperatura, ma anche il disagio fisico e il potenziale rischio per la salute, specialmente per anziani, bambini o persone con patologie. Questo colore non è un’esagerazione, ma un riflesso della realtà climatica attuale.

caldo
L’ondata di calore di fine luglio, quando a Paternò si raggiunsero i +45°C.

Perché il rosso è sempre più frequente?

Il vero cuore della questione non è il colore delle mappe, ma il motivo per cui il rosso è diventato così comune. Il riscaldamento globale ha profondamente alterato il clima, rendendo le ondate di calore più frequenti, intense e durature. Secondo i dati dell’ISACCNR, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Italia, con un’anomalia di temperatura media di +1.46°C rispetto al periodo di riferimento 1990-2020. Questo significa che le temperature estive non sono più quelle di una volta. Un’ondata di calore intensa che un tempo si verificava ogni 10 anni, oggi può ripetersi ogni 2-3 anni.

L’errore comune di concentrarsi sul colore

Confrontare le mappe di oggi con quelle di 20 o 30 anni fa porta a una falsa equivalenza, ossia l’idea che, a parità di temperatura, le mappe moderne siano più “spaventose” solo perché usano colori più accesi. Questa narrazione, spesso alimentata da polemiche sui social media, distoglie l’attenzione dal vero problema: il clima è cambiato, e il caldo di oggi non è più quello di una volta.

Per affrontare questa nuova realtà, serve consapevolezza, non negazione. Le mappe rosse ci avvertono, ci informano e ci spingono a prepararci. Non cambiamo i colori per sentirci più tranquilli, cambiamo il nostro approccio al clima, adattandoci al meglio ad un clima diverso rispetto al passato.

3 commenti

  1. Una delle tante leggende metropolitane per cui il caldo umido fastidioso è causato dai colori usati dai meteorologi. La tecnologia e i social sono utilissimi salvo se usati dagli imbecilli.

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  2. Articolo interessante come sempre, tuttavia una domanda faccio da profano, come mai si parla di cambiamenti climatici e poi piove sempre e solo al CentroNord del paese mentre noi qui siamo al caldo e siccità? Il cambiamento ha colpito sempre i soliti sfortunati come la Sicilia?

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  3. Sono anni che controllano il clima, si fa dagli anni 80, il totem adesso è il cambiamento climatico io 50 fa a maggio facevo il bagno insieme ai miei amici. Signori spegnete la TV e leggete un buon libro, siamo in Sicilia la terra del sole è normale che faccia caldo!!!

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