C'è il rischio di distogliere l’attenzione dai cambiamenti climatici
Negli ultimi anni, le mappe meteorologiche hanno assunto un ruolo centrale nella comunicazione del tempo e del clima, diventando strumenti essenziali non solo per i meteorologi, ma anche per il pubblico generale. Tuttavia si è diffusa una tendenza a confrontare le mappe termiche attuali, spesso caratterizzate da tonalità accese, come il rosso o il viola, con quelle del passato, che utilizzavano colori più neutri e sfumature meno intense. Questi confronti, spesso accompagnati da toni polemici, suggeriscono che le mappe moderne siano volutamente allarmistiche, progettate per impressionare o spaventare.
Ma è davvero così?
Il vero problema, come vedremo, non risiede nel colore rosso delle mappe, ma nel caldo sempre più intenso e frequente che quel colore rappresenta nella grafica elaborata dai supercomputer (processi che durano in media 6 ore).
Negli anni ’80 e ’90, le previsioni del tempo in televisione si basavano su grafiche semplici: frecce, simboli di sole o nuvole e temperature indicate in numeri chiari. I colori erano spesso tenui, con tonalità di verde, giallo o azzurro per rappresentare temperature moderate o fresche. Oggi, invece, le mappe meteorologiche sono più complesse, ricche di sfumature e dettagli, e spesso dominano colori come il rosso, l’arancione o il viola per indicare temperature elevate o condizioni critiche. Questo cambiamento grafico non è casuale, né dettato da un desiderio di sensazionalismo. È il risultato di un’evoluzione tecnologica e scientifica, oltre che di un cambiamento reale nelle condizioni climatiche.

Le mappe moderne non si limitano a mostrare la temperatura in un dato momento, ma integrano informazioni complesse come l’indice di calore (temperatura percepita), l’umidità, la durata delle ondate di calore e il rischio associato. Il rosso, in particolare, è un colore standardizzato, utilizzato universalmente per segnalare situazioni di attenzione o pericolo, come nei semafori o nei bollettini di protezione civile. Non è scelto per spaventare, ma per comunicare in modo immediato e universale che le condizioni rappresentate possono avere un impatto significativo sulla salute, sull’ambiente e sulla vita quotidiana.
Facciamo un esempio concreto
Immaginiamo una mappa meteorologica che mostra una temperatura di +35°C in una città come Messina. Negli anni ’90, una giornata con questa temperatura sarebbe stata un evento raro, magari isolato, e rappresentato con un colore giallo o arancione. Oggi, con il riscaldamento globale, temperature di +35°C o superiori possono persistere per giorni, accompagnate da notti tropicali (temperature minime sopra i +26°C) e alti livelli di umidità. Una mappa moderna userà il rosso per segnalare non solo la temperatura, ma anche il disagio fisico e il potenziale rischio per la salute, specialmente per anziani, bambini o persone con patologie. Questo colore non è un’esagerazione, ma un riflesso della realtà climatica attuale.

Perché il rosso è sempre più frequente?
Il vero cuore della questione non è il colore delle mappe, ma il motivo per cui il rosso è diventato così comune. Il riscaldamento globale ha profondamente alterato il clima, rendendo le ondate di calore più frequenti, intense e durature. Secondo i dati dell’ISAC–CNR, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Italia, con un’anomalia di temperatura media di +1.46°C rispetto al periodo di riferimento 1990-2020. Questo significa che le temperature estive non sono più quelle di una volta. Un’ondata di calore intensa che un tempo si verificava ogni 10 anni, oggi può ripetersi ogni 2-3 anni.
L’errore comune di concentrarsi sul colore
Confrontare le mappe di oggi con quelle di 20 o 30 anni fa porta a una falsa equivalenza, ossia l’idea che, a parità di temperatura, le mappe moderne siano più “spaventose” solo perché usano colori più accesi. Questa narrazione, spesso alimentata da polemiche sui social media, distoglie l’attenzione dal vero problema: il clima è cambiato, e il caldo di oggi non è più quello di una volta.
Per affrontare questa nuova realtà, serve consapevolezza, non negazione. Le mappe rosse ci avvertono, ci informano e ci spingono a prepararci. Non cambiamo i colori per sentirci più tranquilli, cambiamo il nostro approccio al clima, adattandoci al meglio ad un clima diverso rispetto al passato.

Una delle tante leggende metropolitane per cui il caldo umido fastidioso è causato dai colori usati dai meteorologi. La tecnologia e i social sono utilissimi salvo se usati dagli imbecilli.
Articolo interessante come sempre, tuttavia una domanda faccio da profano, come mai si parla di cambiamenti climatici e poi piove sempre e solo al CentroNord del paese mentre noi qui siamo al caldo e siccità? Il cambiamento ha colpito sempre i soliti sfortunati come la Sicilia?
Sono anni che controllano il clima, si fa dagli anni 80, il totem adesso è il cambiamento climatico io 50 fa a maggio facevo il bagno insieme ai miei amici. Signori spegnete la TV e leggete un buon libro, siamo in Sicilia la terra del sole è normale che faccia caldo!!!