Centrale Biomasse: interviene la Federazione dei Verdi

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Serena Sframeli

Centrale Biomasse: interviene la Federazione dei Verdi

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sabato 02 Agosto 2014 - 14:58

Il Portavoce Giuseppe Marano ribadisce il proprio no a questo progetto in un’area dichiarata al alto rischio di crisi ambientale

La Federazione dei Verdi, tramite il portavoce Giuseppe Marano, torna a far sentire la propria voce dopo la notizia della volontà di una azienda di volere realizzare una Centrale Biomassa nella Piana di Milazzo. “Ancora una volta- afferma Marano- come federazione dei Verdi della Provincia di Messina ribadiamo un secco no a tale proposta. Siamo convinti che dietro quest’operazione si stia cercando di intercettare finanziamenti pubblici provenienti dal rilascio di certificati verdi conseguenti alla realizzazione di questa centrale”.
Marano spiega che “una centrale a biomasse è un inceneritore camuffato che brucia la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonchè la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani. Il decreto legislativo 387/2003 consente di trasformare anche le centrali a biomassa in possibili inceneritori perché accomuna la biomassa al Cdr (Combustibile derivato da rifiuti). Come dire che bruciare un tronco d’albero è come bruciare ecoballe o altri combustibili derivati da cicli di produzione del petrolio come il Pet Coke”.
Secondo I Verdi la costruzione di un impianto di questa portata porterà più inquinamento nell’area di Milazzo e, pur bruciando materiale per definizione biodegradabile, “le emissioni di polveri fini ed ultrafini, metalli pesanti, diossine fino a un raggio di circa 20 km saranno sempre presenti, con grave danno per la nostra salute”.
Secondo Marano poi fondamentale sarebbe, inoltre, la questione degli approvvigionamenti: “il nostro territorio non è in grado di fornire le ingenti quantità di colture necessarie per il funzionamento della stessa per cui si renderà necessaria l’importazione di oli provenienti da altri paesi”.
Marano conclude poi affermando che “Milazzo e la Valle del Mela è un territorio dichiarato ad Alto rischio di crisi ambientale dal 2002 e da quando è avvenuta tale dichiarazione con Decreto Regionale il comprensorio non è monitorato come previsto dai dettami Europei; se questo progetto dovesse continuare, come Federazione ci vedremo costretti a presentare regolare denuncia in procura al fine di individuare eventuali responsabilità su chi dovesse rilasciare tale autorizzazione”.

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