Milazzo. D’Amore continua ad interrogare l’amministrazione Italiano

Milazzo. D’Amore continua ad interrogare l’amministrazione Italiano

Milazzo. D’Amore continua ad interrogare l’amministrazione Italiano

venerdì 12 Giugno 2009 - 13:40

Punto del discorso il Borgo Antico

Il clima politico milazzese continua ad essere vivo. Numerose le interrogazioni e le proposte per questa Milazzo, cha da un paio di mesi è un cantiere a cielo aperto.

Questa volta Massimo D’Amore, consigliere comunale appartenente al gruppo dell’Mpa, chiede la revoca di un ordinanza sindacale, ovvero la n° 46 del 9 giugno 2009.

La determina in questione tende a disciplinare le aree del Borgo, Piazza S. Francesco

fino a via Addolorata, facendo riferimento allo stato di disagio “igienico – sanitario” presente, e riferendo che i “residenti del luogo hanno più volte lamentato il comportamento poco urbano tenuto da molte persone che affluiscono in quella zona”, con minaccia per la “incolumità pubblica”.

Al punto 2 e 3 l’ordinanza si concretizza con il “divieto ai titolari e ai gestori di pubblici esercizi …. dalle ore 00.00 alle ore 24.00 di ogni giorno, durante l’attività di esercizio, di vendere per asporto alcolici e superalcolici ed ogni altro tipo di bevanda in bottiglie, lattine e di bicchieri in vetro; …di somministrare al di fuori del proprio esercizio e dei plateaci esterni, alcolici, superalcolici e qualsiasi altro tipo di bevanda”.

Ai trasgressori verrebbe comminata, in un primo caso, una sanzione amministrativa da 25,00 a 500,00 euro; al secondo episodio scatterebbe il Codice Penale con la persecuzione ai sensi dell’art. 650. Di tale ordinanza viene fatta comunicazione a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza per quanto di competenza.

“Il Borgo- inizia a spiegare D’Amore- negli ultimi 10 anni, ha subito profonde trasformazioni tendenti a concretizzare la vocazione turistica della città di Milazzo. Ingenti investimenti pubblici ne hanno reso apprezzabile la conformazione e rilanciato pur, con le difficoltà economiche complessive, l’economia locale attraverso l’insediamento di locali notturni divenuti punto di riferimento per la gioventù milazzese o per quella afferente da altre realtà limitrofe”.

“A tale sviluppo- continua D’Amore- naturale non è seguita di pari passo una politica di servizi da parte del comune che si è limitato a regolamentare il traffico veicolare spesso con carattere sanzionatorio più che preventivo.

In tali strade, ormai da anni, non si vede un servizio di spazzamento e di pulizia proporzionato alle

esigenze malgrado la competenza sia pubblica. Pubblica anche la responsabilità di collocare i cestini per i rifiuti pressoché assenti e il mantenimento dell’ordine pubblico che, in altre zone della città, è stato oggetto di discussioni tra gestori intenzionati ad auto-garantirsi a spese proprie, adeguata vigilanza e sicurezza associandosi tra loro per esercizi contigui”.

“Appare dunque ingiusta- prosegue nella sua spiegazione il consigliere- e sproporzionata l’ordinanza che oltre a limitare (non si capisce quanto legittimamente) un pubblico esercizio nello svolgimento dell’attività ordinaria prevista in licenza, determina un “dovere di vigilanza del gestore sul cliente” che è di fatto irrealizzabile. Come può un banconista vigilare se tra i 100 clienti ve ne è uno che si allontana con una bevanda senza consumarla interamente nel locale? Come può lo stesso gestore essere chiamato a risponderne penalmente?”

Ed è qui che D’Amore parte all’attacco, rivolgendosi direttamente al Primo cittadino.

“Più che adottare- spiega D’Amore- misure così superficialmente e sconsideratamente coercitive, Ella avrebbe dovuto prima verificare se quanto di Sua competenza fosse realizzato; il comune, anche attraverso l’A.t.o. di cui Ella è responsabile in quanto azionista, garantisce adeguata pulizia nelle strade del Borgo? Ne garantisce la disinfezione che appare quanto meno precaria stante le blatte che si sono constatate abbondanti per le vie cittadine? Ha valutato la legittimità (ed il conseguente danno economico) della limitazione alla vendita da asporto per quei locali che possono avere tale fattispecie prevista in licenza?”

Così concludendo, D’Amore chiede:

1) L’immediata revoca della ordinanza n. 46 del 9 giugno 2009;

2) L’istituzione di un servizio di vigilanza nelle aree interessate al flusso turistico notturno a carico del

comune in sinergia con le forze dell’ordine preposte alla sicurezza del territorio;

3) Il collocamento di un numero adeguato di contenitori differenziati per i rifiuti;

4) La pulizia ordinaria delle vie interessate preceduta da interventi straordinari atti a riportare le condizioni igieniche a livelli accettabili per la popolazione, gli esercenti e i turisti.

Assisteremo sicuramente a breve a delle risposte.

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