Milazzo. Lavori di recupero urbanistico ed ambientale nella fascia costiera di Ponente

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Milazzo. Lavori di recupero urbanistico ed ambientale nella fascia costiera di Ponente

mercoledì 13 Maggio 2009 - 13:12

Aree riconsegnate al Comune

A conclusione di un lungo contenzioso con l’impresa appaltatrice Enco srl di Palermo sono state riconsegnate oggi al Comune le aree di cantiere del litorale di Ponente.

Il Comune milazzese da oggi dunque è in possesso delle aree e può disporne in piena autonomia. Nel verbale redatto nella giornata di ieri, il Comune ha obbligato la Enco srl a porre in essere tutte quelle opere necessarie alla messa in sicurezza del cantiere.

Questa mattina la Direzione Lavori ha diramato un ordine di servizio nel quale ordina all’impresa lo svolgimento di tutte quelle opere necessarie alla messa in sicurezza (sgombero delle aree, rimozione di tutti i materiali e relitti, ricolmo dei terrapieni, recinzione dei fossati). L’impresa dovrà effettuare queste opere di messa in sicurezza in 20 giorni lavorativi a decorrere da oggi.

Subito dopo inizierà la fase relativa alle operazioni di consistenza, dove verranno quantificate tutte le lavorazioni effettuate sino all’11 febbraio, data in cui è stata ordinata la sospensione dei lavori. A quel punto gli Uffici comunali procederanno a predisporre un progetto stralcio di completamento con una nuova gara.

Per fare il punto complessivo della situazione, questa mattina, nella sala giunta, il sindaco Lorenzo Italiano ha tenuto una conferenza stampa.

“Un atto doveroso – ha esordito il primo cittadino – al fine di fare chiarezza, contro le strumentalizzazioni artatamente portate avanti da diversi mesi con accuse gratuite nei confronti di questa Amministrazione, che invece ha privilegiato sempre il principio della legalità ed il rispetto delle procedure”.

Italiano ha fatto la cronistoria dell’appalto, aggiudicato dall’Urega di Messina, presieduta dal prefetto Giancarlo Ingrao, nel febbraio 2007.

“I lavori sono iniziati- spiega il Primo cittadino- il 4 luglio 2007 e sono proseguiti sino a marzo 2008 quando al Comune è arrivata una informativa della prefettura di Palermo che segnalava possibili infiltrazioni mafiose collegate all’impresa. A seguito di ciò è stato posto in essere procedimento di recesso del contratto d’appalto. La Encla ha proposto una serie di ricorsi giurisdizionali sino ad arrivare alla pronuncia del Cga dello scorso 28 aprile 2009 che definitivamente respinge le istanze della ditta ricorrente.”

Il sindaco ha spiegato le ragioni per le quali i lavori da luglio 2008 sono proseguiti sino all’11 febbraio.

“A seguito di un decreto- continua Italiano- del presidente della quarta sezione del Tar di Catania, la ditta Encla (iniziale denominazione dell’attuale Enco srl) ha potuto proseguire i lavori nell’area di Ponente. Poi è arrivato un successivo pronunciamento (ordinanza Tar n. 69 del 16 gennaio 2009) che ha rigettato la sospensione dei provvedimenti impugnati dall’impresa e dunque ha sancito il fermo dei lavori. La direzione dei lavori a seguito di ciò con proprio ordine di servizio, notificato l’11 febbraio 2009 ha ordinato l’immediata sospensione di ogni qualsiasi lavorazione previa messa in sicurezza del cantiere. E’ questa la data che per noi segna lo stop ad ogni opera”.

Da allora i lavori sono proseguiti, ma- ha ribadito il responsabile del servizio gare e appalti, Gianni Lombardo, presente alla conferenza- “in modo unilaterale, ossia senza alcun controllo e assistenza da parte della direzione lavori. Ciò significa che nessuna pretesa, anche economica, potrà essere vantata dall’impresa. L’amministrazione farà valere in tal senso i propri diritti nelle sedi opportune”.

A coloro che hanno chiesto le ragioni per le quali il Comune non è riuscito ad entrare in possesso delle aree prima del 12 maggio, il sindaco ha risposto perentorio.

“E’ stato fatto- queste le parole di Italiano- tutto quello che la legge ci consentiva. Oltre ad una serie di diffide e persino una richiesta di provvedimento d’urgenza ex art. 700 al Tribunale, abbiamo informato sin dall’11 febbraio di ogni atto prodotto, l’autorità giudiziaria, i carabinieri, la prefettura e la procura della Repubblica”.

Sul futuro invece il primo cittadino è stato abbastanza esplicito.

“Attenderemo questi venti giorni durante i quali la ditta dovrà mettere in sicurezza il cantiere, a proprie spese; poi faremo la ricognizione dei lavori. Nel frattempo però siamo già operativi per far ripartire il cantiere. L’Amministrazione in questi mesi di contenzioso non è rimasta inattiva, ma ha già preso contatti col Ministero e la Regione per ottenere la parte rimanente di finanziamento (circa il 40 per cento dell’importo iniziale) e gli uffici sono già al lavoro – su una mia precisa direttiva – per la redazione del progetto stralcio finalizzato al completamento. Quindi si potrà bandire la nuova gara”.

Sui tempi il sindaco non si è pronunciato. “Ma quello che è importante dire, anche questo per sgombrare il campo da polemiche e strumentalizzazioni, è che i soldi del finanziamento non andranno persi al 30 giugno, ma l’opera sarà completata. I lavori potranno riprendere anche in estate, ovviamente con i dovuti accorgimenti per tutelare i cittadini e alleviare i loro disagi”.

Da ultimo il sindaco ha voluto sottolineare che questa vicenda del contenzioso con la ditta appaltatrice non è dipesa dagli uffici, “che anzi hanno operato sempre con grande professionalità e rispetto delle procedure di legge”, bensì è una conseguenza del rispetto del “protocollo di legalità “cui questa Amministrazione ha aderito nel 2006 subito dopo l’approvazione da parte della Regione.

“Un altro aspetto – ha concluso Italiano – di come il sottoscritto e la coalizione che lo supporta guardino alla legalità come valore e principio assoluto. E ciò in modo concreto e non a parole o con esternazioni senza alcun senso che provengono da chi non avrebbe titolo a parlare e lo fa solo per cercare di condizionare i cittadini, attraverso la non verità”.

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