La TAT continua a lottare contro l’installazione della centrale di pompaggio gas a Monforte San Giorgio

La TAT continua a lottare contro l’installazione della centrale di pompaggio gas a Monforte San Giorgio

Sframeli Serafina Serena

La TAT continua a lottare contro l’installazione della centrale di pompaggio gas a Monforte San Giorgio

sabato 18 Luglio 2009 - 10:25

Si chiede solidarietà alle istituzioni locali e nazionali

La TAT ( Tutela dell’Ambiente e del Territorio) continua la sua lotta ambientalistica, portandosi alla ribalta affinchè vengano tutelati i diritti dei cittadini e la loro salute.

Il territorio di Monforte San Giorgio, frazione Marina, da circa due anni vive con il fiato sospeso, con la paura di vedere nascere una centrale di pompaggio gas, la Snam appunto.

Questa parte di territorio presenta un quadro molto complesso determinato da un uso disordinato e fortemente degradato, oltre alla contiguità con l’Area ad Alto rischio di Crisi Ambientale a suo tempo decretata, ed oggetto della indagine epidemiologica commessa dalla Regione Sicilia alla O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), i cui risultati seppur parziali mostrano lo stato di sensibilità dei luoghi per effetto degli insediamenti esistenti.

A miglior intelligenza si ricorda che, il decreto si rese necessario per il rilevante incremento di decessi per neoplasie e numerosi casi di malattie croniche respiratorie, la O.M.S. venne coinvolta quando si verificò anche un caso di sclerosi multipla amiotrofica laterale, ed oggi i casi sono almeno quattro.

Tutti casi generati da un ambiente malato, per effetto dei veleni immessi in atmosfera dalle industrie pesanti della zona, senza tenere conto dello stato del suolo e sottosuolo, di cui ancora si sa ben poco.

“Tuttavia- ci spiega il presidente della TAT Crisafulli- dalla conferenza dei servizi, nell’occasione della procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale, per la Centrale Termoelettrica di San Filippo del Mela, sono emersi valori tutti fuori soglia compresi quelli del passato a cui la presente procedura fanno riferimento. Tale sintetico quadro descrive una allarmante realtà, con alto degrado fisico territoriale, e grave crisi di rischio ambientale, e l’intervento per cui si richiede la valutazione poco si concilia con le preesistenze e con il sistema antropizzato”.

La infrastruttura tecnologica della Centrale di Compressione, con annessi e connessi, nel sito di Monforte Marina è fortemente impattiva ed accresce ulteriormente il degrado fisico e limita ulteriormente altre forme di sviluppo socio economico, configurando in modo concreto il danno esistenziale.

L’opera pur utile, come tutte le infrastrutture a sostegno dello sviluppo, nel sito scelto concorre però ad aggravare lo stato di degrado fisico di quel territorio.

La Centrale di Compressione prevista a Monforte San Giorgio andrebbe ad insediarsi nella fascia marittima di particolare importanza per futuri sviluppi, socialmente più necessari rispetto a quello tecnologico, occupando una superficie di 25 ettari, zona foce Niceto, interessata dalle coltivazione delle famose e autoctone “smergie”.

L’opera produce poi un effetto altamente negativo sul valore immobiliare esistente, impedisce lo sviluppo urbano e limita fortemente gli interventi di riqualificazione edilizia.

“Tale fenomeno- continua a spiegare Crisafulli- nella V.I.A. non viene neanche considerato.

La Centrale di compressione Gas non è ad emissioni zero, quindi aggrava lo stato di inquinamento atmosferico.

La V.I.A. redatta si limita alle conseguenze nello stretto limite di area necessaria alla formazione sia della gasline che della centrale, quando invece andrebbe estesa al contesto ad esso interconnesso ed

in modo compiuto valutare cosa accade in un contesto funzionale per effetto della trasformazione,od eventualmente valutare, come opportunità, la formazione di opere che quei territori necessitano per un funzionale riequilibrio e riassetto o, nel caso di specifico degrado per contrastare il degrado stesso, e perché no, garantirsi un incoming annuale per opere di miglioramento funzionale di qualità urbana ed ambientale, oltre alle varie forme di scurezza in caso di evento negativo”.

E’ per queste ragioni che la TAT spera in un forte coinvolgimento delle Istituzioni Nazionali, locali, Provinciali e Regionali, al fine di porre a freno l’uso generalizzato ed indiscriminato del territorio, senza un preventiva pianificazione strategica degli insediamenti infrastrutturali di qualità industriale e tecnologica, nel rispetto del criterio della sostenibilità e sussidiarietà ed esprime la propria disponibilità alle iniziative di ispirazione popolari, che rivendichino il confronto democratico e civile con le istituzioni, per la crescita e lo sviluppo consapevole.

“Si auspica inoltre- termina CRisafulli- un risveglio critico sulla grave situazione della Valle del Mela, per trovare soluzioni conciliabili con gli interessi di tutti, con lo strumento dello sviluppo partecipato e condiviso, senza porre il ricatto occupazionale ovvero nelle condizioni della pari dignità . Propone la massima diffusione della problematica, il pieno coinvolgimento di tutti al fine di trovare soluzioni nel rispetto degli interessi di tutti”.

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