Vandali in azione nell'immobile confiscato alla mafia e dato all'Arcigay. FOTO

Vandali in azione nell’immobile confiscato alla mafia e dato all’Arcigay. FOTO

Vandali in azione nell’immobile confiscato alla mafia e dato all’Arcigay. FOTO

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giovedì 08 Febbraio 2018 - 17:33

A denunciare il fatto è stato il presidente del I quartiere Enzo Messina che punta ad attirare l'attenzione del Comune sul fatto che dal 2016 ad oggi in realtà questo immobile non è mai stato utilizzato

Vandali in azione all’interno dell’immobile che a Mili Marina doveva ospitare il servizio di pronto soccorso sociale gestito dall’associazione Arcigay. Ancora una volta, un bene di proprietà del Comune è finito nel mirino di vandali e incivili che non hanno esitato a razziare e distruggere tutto ciò che si trovava all’interno della struttura. Hanno approfittato della mancata custodia dei locali, sapevano che fino ad oggi nessuno li ha utilizzati e sono entrati indisturbati e certi di poter agire senza problemi. La denuncia arriva dal presidente della I circoscrizione Enzo Messina che ricorda che si tratta di un immobile che fa parte del patrimonio sequestrato alla mafia, nello specifico all’imprenditore Michelangelo Alfano, e consegnato in questo caso al Comune per usi sociali. Nel luglio 2015 infatti il Comune affidò lo stabile all’associazione Arcigay e il progetto prevedeva l’attivazione di un pronto soccorso sociale. Da allora però questo luogo è rimasto desolatamente vuoto.

Enzo Messina sottolinea che l’immobile era stato completamente ristrutturato in ogni sua parte con fondi comunitari destinati con finalità precise ad attività sociale. “Sicuramente l’assenza di attività ed il mancato presidio hanno favorito questa infame azione di vandalismo”. Per questa ragione il presidente del I quartiere punta anche il dito contro gli uffici comunali che evidentemente non controllano se e come vengono utilizzate le proprie strutture, considerato che per esempio in questo caso il bene era stato ceduto in comodato d’uso, quindi con precisi vincoli da rispettare. Messina chiede la revoca dell’assegnazione e un nuovo bando pubblico per affidare la struttura.

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