Il docente ha fornito la propria versione dei fatti. Resta in carcere in attesa degli accertamenti
MESSINA – E’ durato almeno un’ora il confronto tra Giulio Chiofalo e il giudice per le indagini Tiziana Leanza. Accompagnato dai suoi difensori, l’insegnante accusato di molestie nei confronti di almeno uno degli allievi dell’istituto superiore Jaci ha scelto di rispondere all’interrogatorio di garanzia, fornendo la propria versione dei fatti. Massimo riserbo sul confronto, visto che le indagini sono ancora in corso e si attendono gli sviluppi di accertamenti considerati cruciali, per ricostruire la vicenda. I legali che lo difendono al momento non hanno avanzato alcuna richiesta al giudice, il 35enne per ora resta dietro le sbarre.
La denuncia e la sospensione
Al confronto ha preso parte anche il sostituto procuratore Roberto Conte, titolare dell’inchiesta, che ha chiesto ed ottenuto per l’uomo l’arresto, già sospeso dall’insegnamento dal Provveditorato dopo che il caso è venuto alla luce. La denuncia, invece, risale ad ottobre scorso, quando la mamma del diciassettenne, assistita dall’avvocato Massimo Rizzo, dopo aver scoperto tutto ha segnalato il caso sia alla scuola che alle forze dell’Ordine.
I segnali inquietanti colti dalla madre
La donna si è allarmata quando il diciassettenne si è presentato a casa, più di una volta, con somme di denaro inusuali e costosi regali. Da lì ha scoperto di incontri a sfondo sessuale e palpeggiamenti anche in aula da parte del docente, venendo a sapere che non si era trattato di un caso limitato a suo figlio. A lavoro ci sono i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, che hanno già ascoltato diversi testimoni e lo stesso Chiofalo, che in prima battuta ha parlato di tentativi di estorsione da lui subiti da parte dei ragazzi. I telefonini e le memorie dei computer, sequestrati sia all’arrestato che ai giovani, sono invece al vaglio della Polizia Postale.

Ci auguriamo che la magistratura faccia luce, denunciamo sempre a carabinieri e polizia.