Quando la tecnologia aiuta a vivere: la storia di Stefania

Quando la tecnologia aiuta a vivere: la storia di Stefania

Serena Sframeli

Quando la tecnologia aiuta a vivere: la storia di Stefania

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mercoledì 18 Febbraio 2015 - 08:33

Un’innovazione tecnologica permette a Stefania, affetta dalla sindrome di Turner, di essere controllata costantemente dai medici del San Vincenzo di Taormina, tornando così a vivere una vita tranquilla

“La tecnologia può solo migliorare la vita di un cardiopatico”. E’ una delle frasi pronunciate da Caterina Rizzo, mamma della venticinquenne Stefania, che torna in prima linea ancora una volta in difesa della figlia, affetta dalla “sindrome di Turner”.

Stefania per anni è stata curata a Roma presso il “Bambin Gesù”; dopo lotte per via dell’età, poiché le cure erano garantite ai pazienti in età pediatrica, la mamma Caterina riesce a farla curare al “Centro Cardiologico pediatrico del Mediterraneo-Bambino Gesù” di Taormina, e così il cardiologo Paolo Guccione, che l’aveva seguita fin dalla nascita a Roma, riesce a continuare a curare Stefania a Taormina.

Qualche settimana fa a Stefania è stato impiantato un Reveal Linq (loop recorder), il primo che viene impiantato al centro cardiopatici per minorenni Bambin Gesù del San Vincenzo di Taormina. Reveal Linq viene inserito con una semplice iniezione sottocutanea. Il sistema comprende inoltre il monitor esterno di telemedicina che, posizionato presso l’abitazione del paziente, consente di trasmettere i dati all’ospedale, utilizzando la tecnologia cellulare. Il medico ha così un quadro dell’attività cardiaca. Il dispositivo aiuta anche a valutare l’efficacia della strategia terapeutica adottata e monitora il cuore per tre anni.

“Se- ci spiega Caterina- in seguito all’ultimo intervento mia figlia accusava aritmie e tachicardia, dopo aver fatto lo scorso anno un’ablazione, i medici hanno voluto impiantare sotto cute questo microchip, per monitorare 24 ore su 24 il cuore di Stefania”.

E così la tecnologia è al servizio del cardiopatico, con tutte le scoperte e le innovazioni che permettono di avere una vita migliore. “Ho molta stima- termina Caterina- e fiducia dei medici che seguono mia figlia. Alfredo Di Pino, Placido Gitto ed Elio Caruso, insieme a tutta l’equipe del centro che donano speranza a questi ragazzi e alle loro famiglie; mi son sempre battuta affinché l’assessore Borsellino e la regione permettano anche ai ragazzi cardiopatici di usufruire della struttura di Taormina”.

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