Termini, il Presidente dell'Amam che vuol stare in Paradiso a dispetto dei santi...

Termini, il Presidente dell’Amam che vuol stare in Paradiso a dispetto dei santi…

Rosaria Brancato

Termini, il Presidente dell’Amam che vuol stare in Paradiso a dispetto dei santi…

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giovedì 19 Maggio 2016 - 22:06

Leonardo Termini, nonostante la richiesta ufficiale di dimissioni avanzata dall'amministrazione, non intende lasciare la carica. Così facendo mette in imbarazzo la giunta che ha fatto della trasparenza il vessillo dell'operare e che l'ha messo su quella poltrona.

Il presidente dell’Amam dimentica di essere stato messo in quella poltrona dalla giunta Accorinti. Leonardo Termini infatti è un “nominato”, non è lì perché unto dallo Spirito Santo, eletto dai messinesi, scelto per sorteggio o per concorso. In gergo si chiama spoil system ed è la facoltà che la legge affida a chi amministra di scegliersi nei ruoli guida di Enti, uffici, società, le persone di cui si fida.

Ne consegue che il presidente dell’Amam deve rispondere a chi lo ha messo lì.

Arrivato alla corte accorintiana ad inizio 2014, Termini, che in passato ha avuto diversi incarichi di origine politica, come quelli affidatigli da Buzzanca (si è anche candidato nella lista La Coccinella, Alleanza Nazionale), è riuscito a entrare nel cuore del primo cittadino che ad ogni piè sospinto ha provato a dargli una collocazione più “consona” rispetto al ruolo di esperto non retribuito. E lui, balzato agli onori della cronaca nel marzo 2014 come “capitan Operazione verità”, non ha mai nascosto di aspirare ad una poltrona più concreta, economicamente parlando, di quella di esperto a titolo gratuito. Nel maggio 2014 fece notizia l’incendio della sua auto e furono aperte indagini, delle quali non si conosce al momento l’esito. In quelle ore la giunta stigmatizzò il grave atto intimidatorio e Termini divenne il simbolo di un’amministrazione che stava incontrando ostacoli nel suo cammino per la trasparenza. Nel maggio del 2015 il sindaco lo mette alla guida dell’Amam, destinata a diventare la Multiservizi, una corazzata imbottita di personale e pronta a gestire diversi settori, dall’acqua alla raccolta rifiuti. Neanche la disastrosa gestione dell’emergenza acqua di ottobre, quando l’immagine della gente in fila con i bidoni ha fatto il giro d’Italia, ha messo in discussione la sua presidenza.

Ma adesso c’è un rinvio a giudizio, un processo con l’accusa di truffa in concorso. Termini ha ragione quando dice che un rinvio a giudizio non è una condanna e che bisogna attendere il primo grado di giudizio e che dimostrerà la sua piena innocenza. E’ un ragionamento legittimo che fanno i destinatari dei provvedimenti della magistratura. Il problema però per Termini è che chi lo ha messo su quella poltrona ha fatto della legalità e della trasparenza il vessillo dell’amministrare. Ed è lo stesso Accorinti a ribadirlo nel comunicato con il quale lo invita a dimettersi: “Il rigore estremo di tale richiesta è da intendere quale espressione del senso di responsabilità istituzionale che chiunque eserciti una funzione pubblica deve testimoniare per escludere qualsiasi ipotesi di mancanza di serenità nell'esercizio delle funzioni stesse. La decisone è dunque conferma della massima trasparenza che ha sempre contraddistinto l'azione di questa Amministrazione e quale evidente dimostrazione dell'assoluta serietà dei percorsi di legalità e dello spirito di servizio da sempre intrapresi per la garanzia della città e della qualità della azione amministrativa".

Quando Termini dice: “non ci penso proprio a dimettermi, sono innocente. Ho svolto il mio lavoro e continuerò a farlo”, non si accorge che con il suo comportamento sta creando disagio e imbarazzo proprio a chi lo ha nominato. Per rispetto nei confronti di chi gli ha dato piena fiducia e gliel’ha confermata anche quando Messina senz’acqua per un mese ha fatto ridere l’Italia, dovrebbe fare un passo indietro. Non ha vinto un concorso, né è stato scelto per meriti acquisiti nella gestione di partecipate. E’ stato nominato da un’amministrazione che adesso gli chiede un passo indietro non perché lo ritenga colpevole ma perché anche solo un’ombra su di lui si ripercuote sull’intera giunta. Resistere è solo un attaccamento alla poltrona che porterà ad un braccio di ferro dannoso per l’Amam e per l’amministrazione.

Quando Accorinti gli ha conferito l’incarico di portare avanti l’operazione verità su Messinambiente voleva che la verità venisse a galla. A quanto pare però c’è una verità che Termini ha taciuto e che riguarda l’indagine conclusasi con il rinvio a giudizio. L’incontro tra il presidente dell’Amam ed il sindaco infatti è stato successivo sia alla notifica dell’avviso di garanzia che al rinvio a giudizio che alla pubblicazione sui media della notizia del processo. Per amore di verità poteva dirglielo prima che uscisse sui media.

Anche per questo dovrebbe fare un passo indietro. Perché la verità la si dice tutta proprio perché ci si ritiene innocenti.

Sono certa che Termini sarà scagionato, ma il Presidente dell’Amam nell’era della trasparenza dovrebbe capire che è opportuno rimettere il mandato, soprattutto quando a chiederglielo è chi gliel’ha conferito.

Certo, qualora l’amministrazione lo revocasse potrebbe avviare un contenzioso, qualora gli altri due componenti del Cda si dimettessero potrebbe gridare al complotto, ma proprio perché riteniamo che ricopra questa carica per spirito di servizio e dedizione alla causa, dovrebbe dare il suo contributo all’operazione di cambiamento che l’amministrazione sta portando avanti.

Come dicevano i nonni: non si può stare in Paradiso a dispetto dei Santi.

Suvvia presidente Termini, un comportamento simile ce lo saremmo aspettati da quellicheceranoprima, non da un protagonista della rivoluzione dal basso.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. A cercato una poltrona imbottita di soldi e ci è riuscito grazie a questa finta amministrazione che ha dato incarico ad un xxxxxxxxx che si è fatto beccare con le mani nella marmellata.. Adesso chi lo toglie da li, non è importante che colui che lo ha messo a quel posto gli chieda un passo indietro, l’importante è stare attaccato alla poltrona conquistata con il sudore della fronte (magari).

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  2. A cercato una poltrona imbottita di soldi e ci è riuscito grazie a questa finta amministrazione che ha dato incarico ad un xxxxxxxxx che si è fatto beccare con le mani nella marmellata.. Adesso chi lo toglie da li, non è importante che colui che lo ha messo a quel posto gli chieda un passo indietro, l’importante è stare attaccato alla poltrona conquistata con il sudore della fronte (magari).

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  3. Affinchè non diventi una farsa,l’Amministrazione,visto che Termini non si riconosce negli ideali della Giunta pur avendo accettato l’incarico ,dovrebbe rimuoverlo al più presto.Ne dovrebbe rispondere anche chi lo ha proposto/presentato al Sindaco dato che per molti era considerato un soggetto al di fuori delle logiche Accorintiane.In realtà già molti segnali lasciavano presagire quanto accaduto:nessuna operazione verità all’Amam anche se varie inchieste giornalistiche e giudiziarie hanno messo in risalto diverse criticità,inottemperanza alle indicazioni del Sindaco,Bandi non concordati con l’Amministrazione e poi ritirati.Spero che non deludano anche le due componenti del CdA dell’Amam anche se appare strano il loro assordante silenzio.

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  4. Affinchè non diventi una farsa,l’Amministrazione,visto che Termini non si riconosce negli ideali della Giunta pur avendo accettato l’incarico ,dovrebbe rimuoverlo al più presto.Ne dovrebbe rispondere anche chi lo ha proposto/presentato al Sindaco dato che per molti era considerato un soggetto al di fuori delle logiche Accorintiane.In realtà già molti segnali lasciavano presagire quanto accaduto:nessuna operazione verità all’Amam anche se varie inchieste giornalistiche e giudiziarie hanno messo in risalto diverse criticità,inottemperanza alle indicazioni del Sindaco,Bandi non concordati con l’Amministrazione e poi ritirati.Spero che non deludano anche le due componenti del CdA dell’Amam anche se appare strano il loro assordante silenzio.

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