Registro integrato dei tumori: ecco a cosa serve e perché Messina chiede l’autonomia

Registro integrato dei tumori: ecco a cosa serve e perché Messina chiede l’autonomia

Registro integrato dei tumori: ecco a cosa serve e perché Messina chiede l’autonomia

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venerdì 30 Marzo 2012 - 11:33

L’aggiornamento dei dati, purtroppo fermo da anni, potrebbe aiutare la ricerca e la predisposizione degli interventi atti a diminuire le incidenze sui fenomeni che determina il cancro. Ma i mezzi sono diversi, tutti già attivabili

Non ucciderà il male ma sicuramente potrà servire per studiarne cause ed effetti, aiutare i medici a debellarne le forme. Stiamo parlando del Registro integrato dei tumori, quello strumento per la quale il consiglio provinciale sta combattendo una battaglia, decisa nelle parole e nelle intenzioni ma purtroppo meno nei fatti, a sostegno delle istituzioni sanitarie locali e soprattutto a difesa dei cittadini, specie di quelli particolarmente soggetti a fenomeni tumorali come quelli dell’area della Valle del Mela. Ma a cosa serve questo strumento? Premettiamo che la registrazione è l’unico modo per sapere quante persone residenti i un determinato territorio sono malate di cancro e di che tipo è. Le informazioni registrate sono vitali per la ricerca e permettono di studiarne i motivi che hanno determinato il sorgere del male: fattori sociali o ambientali. Permettono anche di valutare l’efficacia della prevenzione e di screening.

Un sistema dunque fondamentale per una zona fortemente soggetta come ha dimostrato di essere quella della zona tirrenica della nostra provincia. L’unione dell’attuale Registro unificato della Sicilia Orientale non ha a tutt’oggi permesso di avere dati certi e validi per verificare cosa sta accadendo nella Valle del Mela, la reale incidenza dei tanti stabilimenti industriali che sorgono nella vasta superficie del comprensorio di Milazzo. Questo è il punto di partenza dal quale partono i consiglieri, per i quali chiedono di rendere “autonomo” il sistema locale. I dati, infatti, non sono purtroppo aggiornati e ciò incide anche sul tipo di investimento che può essere fatto per la salvaguardia del territorio e dello stato fisico della popolazione. La creazione di una struttura sanitaria unica di oncologia da poco costituita con l’unione delle forze di Policlinico, Papardo-Piemonte e Università di Messina, può da questo punto di vista aiutare, per lo meno dal punto di vista della raccolta dei dati e della ricerca. Pone inoltre le condizioni per potere finalmente avviare le procedure per il distaccamento dal Registro che fa riferimento a Catania. Certo ci vorrà del tempo, per ottenere l’abilitazione ma successivamente anche per catalogare i dati, ma meglio iniziare ora che mai.

Quello del registro è però solo un passaggio per cercare di ottenere il risultato che chi opera nel settore si è prefissato. All’ordine del giorno del consiglio provinciale c’è infatti un altro atto, promosso dalle associazioni che operano nel territorio della Valle del Mela, attraverso il quale si sollecitano tutta una serie di iniziative per provare a cambiare le cose. Tra questi la rigida applicazione della normativa applicata, la predisposizione di un monitoraggio continuo di tutte le matrici ambientali da rendere di immediata lettura per la cittadinanza, l’avvio del piano di risanamento con imposizione immediata delle prescrizioni richieste dall’Oms e l’avvio in sinergia con l’Asp 5 di Messina di una campagna di screening gratuito per tutti i comuni interessanti, tendenti all’accertamento dei valori epidemiologici della popolazione al fine di predisporre ogni opportuno interventi di carattere sanitario.

Un commento

  1. antonio barbera 31 Marzo 2012 12:21

    “La creazione di una struttura sanitaria unica di oncologia ” Sbaglio o tempo fa Non c’era già una struttura Oncologica di Eccellenza che fu cancellata in nome di non so quali politiche sanitarie di riordino .

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