Il giro di carburante rivenduto illecitamente e ad un prezzo bassissimo era enorme. Scoperta evasione Iva di oltre 2 milioni di euro.

La Polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Messina ha scoperto un giro di vendita illegale di carburante che aveva fruttato all'imprenditore agricolo che lo aveva messo in piedi milioni di euro di guadagni, in buona parte non dichiarati. Nove le persone denunciate per sottrazione al pagamento di accisa sui prodotti energetici, che prevede la reclusione fino a cinque anni.

Le fiamme gialle hanno sequestrato 20 mila litri di gasolio, contenuto in 5 cisterne, e un'autobotte. Piazzando telecamere intorno all'azienda di Cesarò, i finanzieri hanno così fatto scattare l'operazione Mountain Diesel scoprendo che il titolare di un'azienda di distribuzione carburante per uso agricolo, dopo aver regolarmente acquistato il gasolio da un grosso distributore di Augusta, durante il viaggio di rientro in azienda lo scaricava in depositi non autorizzati, da acquirenti non abilitati che a loro volta lo rivendevano, finendo per diventare veri e propri concorrenti sleali dei distributori di gasolio, perché vendevano con un abbattimento dell'accisa di oltre il 78%.

In sostanza il prezzo da loro praticato era intorno agli 85 centesimi, mentre il prezzo di mercato medio arriva a un euro e 35 centesimi. Il titolare della ditta, che dichiarava la vendita a 65 centesimi, guadagnava in nero almeno 20 centesimi al litro.

L'uomo poi emetteva come pezze d'appoggio della compravendita false bolle e fatture, per lo più intestate a terzi. Una parte del prodotto, infine, veniva poi stoccata nel deposito di Cesarò che in alcune giornate si trasformava in vero e proprio distributore abusivo.

Gli investigatori hanno calcolato che così facendo tra il 2014 e il 2016 il cesarese ha immesso sul mercato almeno 3.600.000 litri di gasolio, evadendo le imposte per almeno due milioni di euro.