Il parlamentare Pd a Messina interviene sulle tematiche del momento, dal referendum sulle trivelle alla mozione di sfiducia passando per il governo regionale.

“E’ chiaro che c’è un accordo Accorinti-D’Alia-Genovese”. Il parlamentare Pd Giuseppe Lauricella incontrando i giornalisti alla Feltrinelli spazia dalla questione sfiducia al referendum sulle trivelle, dal governo Renzi a quello Crocetta, annunciando che la mozione contro l’amministrazione Accorinti sarà ripresentata.

Ad aprire la conferenza stampa è stato Giuseppe Chiofalo, del circolo Umanesimo e Riformismo con un’analisi degli ultimi passaggi che hanno caratterizzato la vita politica cittadina.

“Periodicamente abbiamo detto la nostra sulla questione sfiducia- spiega- Sin dal 2013, in pieno regime bulgaro-genovesiano noi eravamo nel Pd ma dall’altra parte della barricata. Quando il Pd ha riproposto la sfiducia noi abbiamo detto che si doveva ripartire da zero nel presentarla, invece che prendere un documento firmato da altri. Quanto al nostro giudizio sull’amministrazione è chiaro, siamo al redde rationem, si sono incartati da tempo. I consiglieri comunali del partito stanno lavorando con grande impegno”.

Presenti all’incontro la capogruppo Pd Antonella Russo, il consigliere Claudio Cardile, il deputato regionale Filippo Panarello, il presidente dell’Agenzia nazionale giovani Giacomo D’Arrigo, gli ex assessori della giunta Genovese Francesco Squadrito e Francesco Gallo.

“La linea del Pd è all’opposizione dell’amministrazione- ha chiarito subito Lauricella- del resto basta girare per le strade per capire che i cittadini sono delusi e stanchi. Noi siamo all’opposizione e presenteremo un’altra mozione di sfiducia. Quelle di Forz Italia e Udc sono delle finte, è evidente che c’è un accordo tra Accorinti e Genovese e D’Alia”.

Alla domanda se il partito chiederà al governatore, che è del partito, d’intervenire sul fronte dei bilanci attraverso un commissariamento o ispezioni il parlamentare ha risposto: “Non so ancora se Crocetta ha maturato il sentimento dell’essere Pd, penso di no, ma se ci saranno elementi tecnici e gravi inadempienze lo farà”.

In realtà stiamo veleggiando verso aprile senza il bilancio di previsione 2015 e con il Pluriennale congelato, ma a quanto pare né a Palermo né a Roma i conti sono ritenuti prioritari rispetto alle altre cose.

Sul fronte dei grandi scontri all’interno del partito Lauricella non si considera un renziano né un anti-renziano: “Nel Pd ci sono 3 categorie, quelli che sono dalla parte di Renzi a prescindere e sostengono che Renzi non si discute ma si ama. Quelli che sono contro Renzi a prescindere, quindi Renzi non si discute ma gli si va contro. E infine quelli, tra i quali rientro, che preferiscono la strada della responsabilità, riflettendo di volta in volta. Le mie proposte sulla vicenda banche ad esempio sono state accolte”.

Più complessa la questione del referendum sulle trivelle, perché Lauricella, siciliano e pertanto emotivamente coinvolto in un tema che incide sul nostro territorio e sulla nostra pelle è contrario all’astensionismo auspicato da molti esponenti Pd: “è un’arma che è stata utilizzata come posizione politica, ma io non sono di quest’idea, come quando qualcuno in passato disse: andate al mare. Meglio lasciare che ognuno voti come ritiene più opportuno”. Per Lauricella è invece nel dettaglio del quesito referendario che bisognerebbe entrare, nella frase che si chiede di abrogare e che a suo dire non muterebbe più di tanto l’essenza della questione. In discussione infatti non c’è la possibilità di concedere nuove trivelle ma l’eventuale rinnovo sine die di quelle che già ci sono e che scadranno nel 2026. “Dal punto di vista emotivo io sarei per dire sì al referendum e quindi no alle trivelle, ma il punto è che la norma non riguarda nuove trivelle. Inoltre scadranno nel 2025 e non stiamo parlando di sostanze inquinanti. Se leggiamo il quesito sia che vincano i sì sia che non vincano la realtà non cambia nulla, perché non ce ne saranno più”.

A proposito di referendum, all’orizzonte c’è quello Costituzionale, che in tanti vedono come un referendum su Renzi. Sabato Berlusconi ha ribadito che il referendum sarà uno spartiacque e che se vincono i no il premier dovrebbe fare un passo indietro e Mattarella sciogliere le Camere.

“Non penso sia così- conclude Lauricella- Assisteremo al tutti contro uno ma sono certo che prevarrà il senso del cambiamento. In ogni caso non è determinante per il futuro di Renzi, meno che mai penso che il Presidente Mattarella possa sciogliere le Camere. Berlusconi deve assumersi le responsabilità di quel che ha detto”.

Rosaria Brancato