Il jazz della musicista e compositrice Rosalba Lazzarotto

Il jazz della musicista e compositrice Rosalba Lazzarotto

Il jazz della musicista e compositrice Rosalba Lazzarotto

martedì 05 Maggio 2009 - 09:03

Un’esibizione senz’altro piacevole quella cui ha assistito il pubblico che domenica scorsa ha gremito il Teatro Savio di Messina. Inserito, con pochi altri concerti jazz, nell’annuale Stagione della Filarmonica Laudamo, tradizionalmente dedita alla musica classica, il progetto della cantante e compositrice Rosalba Lazzarotto, pur senza strappare l’applauso, ha ottenuto un unanime consenso ed una partecipazione attenta. E si vuol cogliere l’occasione per incoraggiare l’iniziativa di prevedere un certo numero di concerti jazz anche nelle future programmazioni, anche in considerazione del notevole successo riscontrato.

Il progetto della Lazzarotto, ispirato dai fenomeni atmosferici, dai miti e dalle leggende popolari siciliane, si è già concretizzato nel cd “Double Rainbow” pubblicato nel 2006 dalla Wild Sound. Sul palco del Savio, il progetto è stato affrontato con un intento multidisciplinare, attraverso l’esposizione di alcuni quadri della pittrice e scultrice messinese Maria Rando, la cui arte si alimenta dei colori del paesaggio marino peloritano. La Double Piano Orchestra, comprendente, oltre alla Lazzarotto, il contrabbasso di Gabriele Pesaresi, i pianoforti di Salvatore Bonafede e di Luciano Troja e la tromba ed il flicorno di Samuele Garofoli, è evidentemente originale, più per la presenza di due pianoforti che per l’assenza di una esplicita propulsione ritmica (e la memoria, quasi per legge di contrappasso, va facilmente ai celebri pianoless quartet di Gerry Mulligan).

Eppure, tutto ha funzionato a meraviglia, senza alcuna sovrabbondanza o accavallamento di ruoli da parte dei due pianisti; anzi, è stata apprezzata la capacità di interazione reciproca in funzione di un tessuto armonico sempre ricco e variegato. Il sound complessivo è terso, compatto, con pochi momenti di squilibrio, e vagamente wheeleriano. I brani, tutti della Lazzarotto – con l’eccezione della famosa canzone I’ Te Vurria Vasà di Russo e Di Capua, disarticolata fino ad una cadenza conclusiva su pedale che accenna al free –, privilegiano climi pacati e un andamento narrativo cui ben si presta lo stile della cantante, lungo movimenti armonici lenti, talvolta sognanti.Spesso, alla voce della Lazzarotto si fonde all’unisono la tromba o il flicorno di Garofoli nell’esecuzione dei temi.

Nel repertorio fa capolino pure un ritmo di habanera (o dovremmo dire milonga?), in cui Bonafede ottiene un meritato applauso grazie ad un solo breve, ma emozionante. La Lazzarotto sfrutta bene la dinamica di piano e forte e si fa apprezzare per il senso ritmico, più ancora che armonico, delle sue improvvisazioni. In alcuni momenti, Pesaresi ha il compito non facile di fungere da collant ed è un compito cui assolve quasi sempre in maniera egregia. In Scilla e Cariddi, la Lazzarotto imbraccia pure il trombone a coulisse: poche note per arricchire le sonorità di un brano a carattere fortemente espressionistico. Haga è un duo Troja-Lazzarotto in cui si avverte la complicità ormai telepatica dei bravi musicisti messinesi, con un’ottima prova di Troja, che si tuffa in un assolo ben costruito tra D’Andrea e Taylor.

Alla fine, dopo una ripresa di Fly, brano d’apertura ribattezzato Another Fly, appalusi non scroscianti, ma prolungati, che inducono i musicisti a rientrare per una interpretazione personale quanto coinvolgente di My Funny Valentine. Imperdibile il prossimo appuntamento col jazz, fissato per il giorno 4 maggio con il formidabile duo Coscia – Trovesi.

Alfredo Restuccia

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