Le note sensibili dei Marlene Kuntz

Le note sensibili dei Marlene Kuntz

Le note sensibili dei Marlene Kuntz

martedì 11 Agosto 2009 - 10:54

Ieri sera nell’ Arena A.Neri di Reggio Calabria la band piemontese ha sfoggiato il meglio del proprio repertorio

Assistere ad un concerto rock da seduti è un esperienza nuova che i Marlene Kuntz amano proporre al proprio pubblico con la precisa intenzione di migliorare l’ascolto dei propri testi, come spiega Cristiano Godano,leader del gruppo, in una vecchia intervista: “si tratta di una dimensione che favorisce l’ascolto attento, la concentrazione, la disponibilità al silenzio. Il 100% della gente che viene al concerto alla fine ne esce in qualche modo convinta, persuasa, felice. Non dispiaciuta dei soldi spesi per vederci a teatro. A noi piace il silenzio, la concentrazione del pubblico, ci eccita l’idea della disponibilità alla concentrazione da parte della gente.” La passione dei fans calabresi e siciliani, felici per l’occasione offerta, è stata più forte delle intenzioni visto che dopo la prima parte del concerto condivisa con l’attenzione all’ascolto, nella seconda ci si è lanciati sotto il palco per sentire attraverso un vero e proprio contatto fisico il rock-noise della band.

Una scelta che dimostra la voglia di reinventarsi continuamente e il coraggio di osare che è da sempre un marchio di fabbrica dei Marlene Kuntz. Il nome in sé è molto audace, la prima parte deriva da Marlene Dietrich, storica icona del cinema della prima metà del Novecento, mentre Kuntz è il plurale di una parola volgare che deriva dal titolo di un gruppo americano che si chiama “Butthole Surfers”. Godano ultimamente lo ha definito un peccato di gioventù: “ se a quarant’anni dovessi dare il nome a un gruppo non lo chiamerei così, non mi verrebbe voglia di quel tipo di ironia. Ma il gioco di parole mi piace perché sembra rievocare un fantomatico personaggio tedesco.”

La storia inizia alla fine degli anni ottanta a Cuneo, nella loro discografia si segnalano il primo album “Catartica” del 1994 e “Il vile” del 1996 che li impone definitivamente all’attenzione della critica. L’anno 2000 con “Che cosa vedi” segna un ammorbidimento dei suoni e apre ad un grande successo di pubblico. L’ultima fatica musicale è il Best Of che raccoglie i grandi successi tratti da altri bellissimi album come “Senza peso” del 2003 e “Bianco sporco” del 2005.

La loro musica è un viaggio sempre in bilico tra rumorismo e melodia, ultimamente si sono avvicinati a sonorità più pop ma senza perdere mai di vista gli elementi base del suono targato MK: chitarre graffianti, voce sofferta che abbraccia una melodia sempre presente anche se coperta dal fragore dei suoni più taglienti. I piemontesi sono ormai giunti alla maturazione che li ha portati a un pop-rock impreziosito dalla continua ricerca di qualcosa di nuovo. I loro classici che hanno contraddistinto tutta la prima parte del concerto sono un manifesto del Marlene-pensiero: “Uno”, “Festa Mesta”, “Sonica”, “La canzone che scrivo per te”, “Bellezza” e la grande cover di “Impressioni di Settembre” della PFM. Un ritmo incalzante che oscilla tra un’anima candida e una inquieta come nella bellissima “Nuotando nell’aria”, simbolo di una musica abile nell’ unire la leggerezza del volo, nitido e splendido con la cupa gravità dell’uomo.

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