La storica ondata di gelo del Febbraio 1895, quando Messina fu travolta dalle tempeste di neve

La storica ondata di gelo del Febbraio 1895, quando Messina fu travolta dalle tempeste di neve

Daniele Ingemi

La storica ondata di gelo del Febbraio 1895, quando Messina fu travolta dalle tempeste di neve

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domenica 16 Novembre 2014 - 15:13

Quello del 1895 passerà alla storia come una delle ondate di gelo più potenti della storia climatica siciliana, almeno per i tempi recenti. L'intera isola venne sepolta dalla neve mentre a Messina il termometro scese sotto i -2°C

Che il clima sia cambiato c’è davvero poco da obiettare. Basti pensare all’inverno del 1895, uno dei più rigidi della storia climatica siciliana. Dopo un inizio stagione abbastanza mite, nel mese di Febbraio l’andamento meteorologico muto drasticamente per l’irrompere di una serie di nuclei di aria molto gelida già presenti tra l’area balcanica, la Macedonia ed il nord della Grecia. Ebbene, tali nuclei gelidi, di origine continentale, grazie ad una fortuita distensione verso nord-est dell’anticiclone delle Azzorre riuscirono a catapultarsi di colpo verso il mar Ionio, invadendo la Calabria e la Sicilia, dove si verifico una brusca ondata di gelo, accompagnata da nevicate diffuse fin sulle coste e da una sostenuta ventilazione settentrionale che proprio al traverso della punta più meridionale della Calabria cominciava a virare più da NE, favorendo l’ingresso dell’aria fredda sotto gelidi venti di grecale anche sulla Sicilia orientale. Proprio durante il tragitto sopra lo Ionio, che all’epoca era di -4°C -5°C più freddo rispetto ai giorni nostri (grazie a ciò le masse d’aria continentali in sfondamento dai Balcani potevano mantenere le loro origini gelidi una volta giunte a ridosso della Calabria e della Sicilia), l’aria molto gelida, d’estrazione continentale, fu in grado di umidificarsi notevolmente, raggiungendo le coste siciliane con un notevole carico di umidità che fu in grado di originare estesi annuvolamenti da “stau” (sbarramento orografico eretto dai Peloritani, Etna ed Iblei più a sud), ben esacerbati dall’aspra orografia locale che constrinse l’aria a sollevarsi verso l’alto raggiungendo la saturazione.

Questi annuvolamenti, date le bassissime temperature che accompagnarono l’ingresso di questi nuclei estremamente gelidi, diedero la stura forti nevicate che sconvolsero tutto il territorio siciliano, comprese le coste più meridionali e la parte sud-orientale dell’isola (l’area di Capo Passero, considerato il punto meno nevoso d’Italia), con accumuli anche sui 30-40 cm di neve fresca lungo le coste del catanese e siracusano. In quei giorni di grande gelo anche le città di Messina e Reggio Calabria, cosi come Catania, Siracusa, Agrigento, Trapani e Palermo, furono sepolte da oltre 30-40 cm di neve fresca in 48 ore di fila di nevicate. Durante le bufere a Messina fu registrata una minima assoluta di ben -2.4°C, mentre la dirimpettaia Reggio Calabria si fermò a soli -2.3°C, grazie anche al consistente innevamento. Valori davvero straordinari, ma che non potranno essere riconosciuti, purtroppo, come un dato ufficiale visto che a quel tempo non era possibile verificare l’affidabilità degli strumenti in dotazione ai vecchi osservatori meteorologici gestiti dall’idrografo.

Le forti nevicate del Febbraio 1895 crearono tantissimi disagi in tutta la Sicilia, con molti centri e città isolate per giorni, e molte vittime. La popolazione pago a caro prezzo quell’insolita quanto eccezionale ondata di gelo. Molte città rimasero isolate per diversi giorni, mentre le cronache locali parlavano di decine di morti attribuiti al freddo. In quei giorni molte località costiere della Sicilia orientale scesero abbondantemente sotto la soglia dei +0°C. Per molte di queste si tratto delle ultime gelate registrate sul livello del mare, merito anche di un effetto “Albedo” mai più sperimentato a due passi dal mare.

Daniele Ingemi

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