No al Ponte, la parola agli "espropriandi": "La nostra voce va ascoltata"

No al Ponte, la parola agli “espropriandi”: “La nostra voce va ascoltata”

Redazione

No al Ponte, la parola agli “espropriandi”: “La nostra voce va ascoltata”

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sabato 16 Marzo 2024 - 18:45

Assemblea molto partecipata quella organizzata dal comitato Noponte Capo Peloro con tanti cittadini di Torre Faro e non solo. Ialacqua: "Più di 500"

MESSINA – “Siamo tutti espropriandi, no al ponte”. Si sono riuniti al Capo Peloro Resort di Torre Faro in un’assemblea molto partecipata, con l’obiettivo di alzare la voce. Decine di abitanti del villaggio e delle zone in cui scatterebbero gli espropri, qualora si procedesse verso l’apertura dei cantieri della costruzione del ponte sullo Stretto, hanno voluto esprimere il proprio dissenso, partecipando a un incontro organizzato dal comitato Noponte Capo Peloro. Con loro, tanti cittadini di ogni parte di Messina. “Siamo più di 500”, ha evidenziato Daniele Ialacqua, uno dei punti di riferimento del comitato.

“La nostra voce va ascoltata” è stato il punto centrale dell’assemblea. Il comitato si prepara a una “nuova fase della lotta contro il progetto”. Intanto lunedì 18 marzo alle 11.30, la commissione Ponte presieduta dal consigliere Pippo Trischitta ospiterà l’amministratore delegato della società “Stretto di Messina” Pietro Ciucci. Ed è previsto un sit-in no ponte di contestazione, dalle 10.30, davanti a Palazzo Zanca.

Tra gli interventi, invece, durante l’assemblea a Capo Peloro, quelli dell’avvocato Carmelo Briguglio, da anni punto di riferimento legale, dell’avvocato Giuseppe Vitarelli, di Mariella Valbruzzi (Noponte Capo Peloro), dell’architetta Giuliana  Fiertler, dell’attivista Santino Bonfiglio e dell’avvocato, ed esponente del Pd, Antonio Saitta, tra gli altri.

“La lotta, nella legalità, continua: la città non vuole il ponte”

Ed ecco il comunicato del comitato: “L’assemblea di oggi “Siamo tutti espropriandi”, promossa dal comitato Noponte Capo Peloro, è stata un successo. Più di 500 persone si sono oggi riunite per parlare di come impedire la cantierizzazione della città e di come muoversi legalmente per fermare lo scempio del Ponte Sullo Stretto. Mentre ingegneri, senatori, ministri e sedicenti esperti pro-ponte discutono fra di loro del destino della città, senza fare sapere nulla agli abitanti dello Stretto, centinaia e centinaia di residenti sotto esproprio e di cittadini stanchi di progetti campati per aria hanno oggi dimostrato con la loro presenza che la città non vuole questa “grande opera”. La città vuole che si investa sulle autostrade, sulle ferrovie e sulla salvaguardia del paesaggio”.
E ancora: “Questa sala gremita è la risposta dal basso a tutti coloro che vogliono togliere a pescatori, contadini, commercianti il loro lavoro e di spostarli a proprio piacimento come se fossero pedine di una scacchiera. Il kit noponte è andato a ruba, centinaia di persone, venute anche dalla Calabria , si sono iscritte per essere aggiornate e poter partecipare alle future iniziative. Grazie a tutti e a tutte, la lotta continua, anche sul fronte legale, per impedire l’apertura dei cantieri”.

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3 commenti

  1. Marcella Millimaggi 16 Marzo 2024 21:56

    Un’iniziativa di legge? Tante firme affinché il no al ponte divenga legge!

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  2. Magari queste persone potrebbero andare in villeggiatura in un altro posto e si risolve il problema.

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  3. Se mai inizieranno i lavori e se mai costruiranno questo ponte, non so se si potrà più andare al mare in quella zona, non so se sia una cosa intelligente da fare. Lavori che interesseranno la zona da Capo Peloro a Giampilieri, immaginate ogni giorno per un numero imprecisato di anni camion che vanno avanti e indietro. Sarà un inferno totale per tutta la città. Pensate ai lidi che non potranno più lavorare per x anni, alla polvere che si dovrà respirare per x anni. Ma ne vale la pena? Oggi per andare in Calabria ci vogliono circa venti minuti, con il ponte forse più di un’ora. Coloro che abitano a Messina e lavorano a Reggio prendono un mezzo dal centro di città e arrivano in venti minuti. Con il ponte vanno a Capo Peloro prendono il ponte e poi arrivano in periferia e poi devono raggiungere il centro città? È una follia.

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