Franco De Luca, Reset: "Vi spiego perchè ho deciso di impegnarmi in prima persona"

Franco De Luca, Reset: “Vi spiego perchè ho deciso di impegnarmi in prima persona”

Franco De Luca, Reset: “Vi spiego perchè ho deciso di impegnarmi in prima persona”

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domenica 10 Marzo 2013 - 07:17

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Franco De Luca, uno degli assessori designati della squadra di Reset. "Dobbiamo assolutamente rimetterci sulla Strada, perchè soltanto vivendo insieme, accogliendoci e ascoltandoci potremo cambiare le cose"

Non so se scendere o salire….Non avevo ancora finito di realizzare in cosa consistesse il mio nuovo impegno civico, essendo sempre fuggito davanti a ipotesi di coinvolgimento personale nella gestione della Cosa Pubblica, che da più parti ho dovuto affrontare la sottile ed ironica curiosità dei miei simili. Allora ho compreso che l'animale civilizzato, volgarmente definito uomo civile (solo perché abitatore della civitas) ha sempre un bisogno impellente e totalmente istintivo di riconoscere, al più presto possibile tra i suoi simili, chi, come da consumato clichè, furbamente, si accollerà l'incombenza di affrontare false necessità collettive per trarne vantaggi personali. E allora il mezzo sorriso col quale ti viene chiesto se sei proprio tu quello sceso in politica, adducendo perfino ipotetiche omonimie o errori di stampa, sottintende, esattamente come un primo bacio preludio di un meraviglioso amplesso, la possibilità che la tua vita possa cambiare grazie alle furberie ed agli intrallazzi che la concezione classica della politica evoca dalle nostre parti. Il tutto considerando che, di li a poco, potrai intessere con i tuoi simili, affari di ogni genere che condividerai, se non del tutto in parte, anche con amici e parenti.

Nessuno fa niente per niente! Tuonava uno dei tanti vecchi insegnati incontrati nella mia vita e, mentre questo assioma cadeva rovinosamente negli anni tra le utopie giovanili restando incompreso e incomprensibile, la mia formazione evangelica mi convinceva sempre più che sarebbe stato giusto credere al dai e ti sarà dato, bussa e ti sarà aperto, piuttosto che pensare a gestire la Cosa Pubblica in funzione dei propri bisogni e di quelli della stretta cerchia di amici e parenti.

Allora mi chiedo, oggi sempre di più, se appartiene ad una razza in estinzione o addirittura estinta chi crede che si possa svolgere attività civica (scusate se non riesco a pronunciare la parola politica) senza apparire (ancor prima di essere) compromesso o addirittura colluso con quel comune modo di pensare che fa del l'impegno civico un espediente per vivere meglio tra furberie e falsa solidarietà. Ma forse i miei sono pensieri di un ingenuo cittadino che non conosce come vanno le cose dentro quegli ambienti di palazzo che non sono il mio appartamento. È proprio mentre la mia mente si adombra dentro adrenalinici pensieri di lotta o fuga, mio figlio, col suo candore da adolescente, (quasi) all'oscuro di tutto, mi chiede di accompagnarlo a scuola perché, a Messina, oggi, un autobus non è un bene di prima necessità. Torno così alla dura realtà, anni luce lontana da tutto ciò che sarebbe normalmente sognabile i termini di servizi ai cittadini, e allora con maggiore preoccupazione mi chiedo quale sia l'idea che, oggi, il cittadino medio ha del suo simile che decide di prendere parte attiva alla vita della città. Mi chiedo se, dopo lo scempio di immagine che la politicanteria ha creato nell'immaginario e nella realtà collettiva resti ancora spazio per un'idea tanto banale quanto rivoluzionaria, tanto ingenua quanto sbalorditiva di politica chiesta dalla gente e non concessa da pochi eletti, di quella politica vissuta come soddisfacimento a quelle necessità primordiali e non che giustificano la convivenza e fanno del cittadino un essere sociale e solidale e non eremita tra gli eremiti.

Non sarà facile il cammino che la nostra società dovrà compiere ad ogni livello sociale per riacquistare quella dimensione di vita comunitaria che renda tutti spettatori ed attori di una storia che, qualora non avessimo il coraggio di cambiare, cambierà per sempre la nostra esistenza. Abbiamo il dovere, ma certamente anche il piacere di poter lasciare questo mondo migliore di come lo abbiamo trovato, non fosse altro che per non rendere vana la nostra sortita in questa unica vita che ci è stata concessa e che abbiamo imparato a conoscere come tanto meravigliosa quanto fugace.

Dobbiamo, quindi assolutamente rimetterci sulla Strada, perché soltanto vivendo insieme, accogliendoci e ascoltandoci potremo cambiare il mondo partendo da noi stessi, dalle nostre strampalate e tanto singolari idee, dai nostri sogni.

E chi non sogna, non vive

Franco De Luca

Un commento

  1. Ciao Franco, fratello di intenti, pensieri ed azioni. L’educazione avuta, che siamo riusciti, anche a denti stretti, a mantenere ci porta irrimediabilmente a comportarci proprio così come descrivi. Una società che poco spazio da – spesso per colpa di chi non vuole crearlo – ad una politica “giusta, corretta” (e non di rinnovamento come tanti pensano, se la politica viene adoperata in modo corretto, il rinnovamento va al passo dei tempi)ha bisogno di chi come te, e come altri che indossando la nostra stessa uniforme ci hanno provato (da me sempre appoggiati incondizionatamente). Anche stavolta sarò presente, ti auguro di continuare a sognare sempre !
    ESTOTE PARATI, Lillo 100rrino

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