Da Palazzo Zanca si chiarisce: "Quelle aree non c'entrano con il Ponte"

Da Palazzo Zanca si chiarisce: “Quelle aree non c’entrano con il Ponte”

Francesca Stornante

Da Palazzo Zanca si chiarisce: “Quelle aree non c’entrano con il Ponte”

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lunedì 03 Dicembre 2012 - 13:40

E' stato detto chiaramente questa mattina in commissione consiliare Ponte dal dirigente di Palazzo Zanca Caminiti. I sindacati chiedono di fare pressioni su Fs affinchè rivedano il piano industriale e non continuino a tagliare su servizi e posti di lavoro.

Tutti d’accordo sul fatto che le aree di Gazzi in cui sorgono le Officine Grandi Riparazioni non servono per il Ponte sullo Stretto, sempre che l’infrastruttura possa mai essere realizzata. E’ stato detto chiaramente questa mattina durante la seduta della commissione consiliare Ponte convocata dal presidente Nicola Barbalace su richiesta del capogruppo consiliare del Pd Felice Calabrò e che si è riunita per discutere del destino delle aree Officine Grandi Riparazioni di Gazzi dopo la richiesta di un incontro da parte del sindacato Orsa. A far scattare il sindacato era stata la notizia dell’ennesimo passo verso la dismissione delle Ferrovie dello Stato che nel suo piano industriale 2011-2015 ha annunciato la chiusura, entro il 2014, di tutti i centri direzionali di Trenitalia e dell’Officina grandi riparazioni, quest’ultima per restituire le aree al Comune perché inserite nel progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto. Ma per tutti questo è solo un alibi. Sulla vicenda era intervenuta anche la Cgil che aveva puntato a sottolineare un concetto chiave: le aree in questione sono patrimonio di RFI e, come tali, possono solo essere alienati sul libero mercato o essere al centro di protocolli misti FS/Comune/Regione per un loro comune e reciprocamente proficuo impiego. Oggi ovviamente in commissione c’erano anche i sindacati. Per l’Orsa il segretario Michele Barresi, per la Cgil Pino Foti segretario Filt.

In buona sostanza l’ingegnere Caminiti del Dipartimento Grandi Opere e Infrastrutture Strategiche di Palazzo Zanca ha confermato che le aree di Gazzi non figurano in alcun progetto legato al Ponte escludendo dunque ogni interesse sia per quanto riguarda le opere strettamente connesse alla mega infrastruttura, sia per ciò che concerne quelle di urbanizzazione che sempre sono collegate al ponte.

Per il segretario Foti della Filt Cgil il fatto che queste aree non servano e che non interessino neanche per altri progetti non basterà ad indurre Fs a fare un passo indietro sulle decisione di chiudere l’impianto. Dal sindacato anche un attacco alla passata amministrazione comunale che ha sempre fatto protocolli con le Ferrovie senza interpellare nessuno. “Non si può trattare solo per le aree e non chiedere conto del trasporto ferroviario e del mantenimento degli impianti” ha dichiarato Foti. “Per questo chiediamo un tavolo di confronto tra comune, regione, deputazione nazionale e Fs per fare chiarezza e definire progetti che aumentino occupazione e servizi invece di cancellarli”.

A questo punto il consiglio comunale metterà tutto nero su bianco in una lettera che sarà inviata alle Ferrovie, si attende anche l’incontro che il neo assessore regionale ai trasporti Bartolotta ha chiesto al presidente di Rfi Dario Lo Bosco, ciò che però è urgente capire è quali siano le intenzioni delle Ferrovie.

Bisogna costringere Fs a rivedere il piano industriale che di fatto esclude Messina dal trasporto ferroviario e continua a tagliare su servizi e posti di lavoro” ha ribadito al termine dell’incontro il segretario Orsa Michele Barresi. “Pretendiamo chiarezza su quale dovrà essere il ruolo di Messina nell’ambito del trasporto regionale e per questo attendiamo un tavolo di confronto del governo del presidente Crocetta. Fino ad oggi, su questo tema, la politica regionale è sempre stata inconcludente e non ha saputo battere i pugni con le Ferrovie dello Stato. Non ci resta che provare a salvare il salvabile” ha dichiarato Barresi. (Francesca Stornante)

Lunedì, 3 dicembre, 2012 – 15:40

Un commento

  1. Ora vi rendete conto che il modo nel quale era stata data inizialmente la notizia era assolutamente deviante? Eppure, sarebbe bastato un minimo di riflessione per capire che la tesi era insostenibile, oltre che in malafede. Dare notizie evidentemente inconsistenti solo perché sono allineate col Pensiero Unico non è buon giornalismo.

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