Nel pomeriggio l'autopsia sul corpo del sedicenne. Le indagini: dalle immagini chiave alle testimonianze
Enna – E’ il giorno del confronto col giudice per Giacomo Frasconà Filaro, il fratello Mario e il padre Antonino. Tutti e tre sono stati convocati dalla Giudice Ornella Zelia Futura Maimone per la convalida del fermo eseguito dai Carabinieri. Improbabile che il diciannovenne, che ha agito apertamente davanti a tanti testimoni, richiamando l’attenzione dei presenti anche prima degli spari, eviti la confessione. Da capire se la sua versione convincerà o meno gli inquirenti.
Saranno ascoltati anche il fratello e il padre e la loro versione andrà al vaglio dei magistrati per stabilirne l’effettivo ruolo nel delitto. Al momento le ipotesi di reato sono sei, dall’omicidio al porto d’armi e lesioni, “notificate” a tutti e tre. Dopo il confronto il loro legale, l’avvocato Felice Lo Furno, valuterà se chiedere per loro una misura meno afflittiva del carcere, in caso di convalida. A Capizzi, infatti, si respira un’area pesante e anche questo elemento influirà sulla difesa tecnica dei Filaro.
Oggi l’autopsia sul sedicenne
Domani pomeriggio a Catania si terrà invece l’autopsia sul corpo di Giuseppe Di Dio. Il dottore Giuseppe Ragazzi effettuerà l’esame medico legale per valutare come il colpo di pistola sparato dal diciannovenne è entrato nel collo del sedicenne, uccidendolo. La salma di Giuseppe, ieri trasferita dal cimitero di Nicosia all’istituto di Medicina legale di Catania, potrà poi tornare alla sua famiglia per i funerali.
Le indagini
I risultati dell’esame medico legale servirà alla valutazione degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore di Enna Salvatore Interlandi. Tutti gli elementi saranno valutati incrociandone i risultati: dalla ricostruzione del tragitto che ha compiuto quella sera Giacomo, prima col fratello e poi insieme al padre in macchina, passando per i rilievi scientifici sulla pistola di piccolo calibro sequestrata, ai rilievi sui resti dei tre colpi che, hanno raccontato i testimoni, il diciannovenne ha sparato colpendo il giovane ferito, il povero Giacomo, mentre il terzo è andato a vuoto. Effettuato anche l’esame stub alla ricerca di polvere da sparo sulle mani degli indagati mentre sono stati acquisiti i telefonini, non ancora analizzati.
Le immagini chiave e il racconto del giovane che ha disarmato l’omicida
Al momento infatti le indagini si stanno concentrando sulla raccolta delle testimonianze, elemento cruciale per valutare l’operato dei Filaro e poi le loro versioni. Ieri è stato ascoltato in particolare il 25enne Luigi Calandra Checco che, presente alla sparatoria, ha coraggiosamente disarmato il diciannovenne, evitando quella che poteva essere una strage. Al vaglio anche le immagini di video sorveglianza della zona dentro e fuori il centro abitato di Capizzi.
I momenti caldi prima della sparatoria
I risultati dei primi accertamenti sono ancora top secret ma ,da quello che trapela, pare che gli investigatori abbiano già in mano delle immagini chiave. Al vaglio in particolare il racconto del padre Antonino, che si sarebbe recato ad un bar alle porte di Capizzi dopo la telefonata di un conoscente che gli segnalava che Giacomo era stato picchiato. Arrivato al bar, ha fatto salire in auto entrambi i figli per riportarli a casa. Durante il tragitto Giacomo gli avrebbe però detto di sentirsi meglio e di voler bere una birra con gli amici nel locale dove, una volta allontanatisi i familiari, ha invece aperto il fuoco.
La pistola sequestrata
Quella pistola Giacomo ce l’aveva già da settimane: i Carabinieri gli avevano notificato l’atto di indagine per porto d’armi proprio due giorni prima della tragedia ed avevano anche perquisito l’abitazione, senza però trovare nulla.
